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Abbigliamento tecnico obbligatorio per motociclisti: ogni tanto ci riprovano!

Creato il 08 agosto 2013 da Motovita

Armatura motoDetesto gli obblighi, detesto che gli altri mi dicano cosa fare e come farlo, specialmente se si tratta di attività che amo. Sono per la libertà individuale, di pensiero, di movimento, di scelta. Sarà che per me non c’è niente di completamente giusto o totalmente sbagliato, ma solo tanti modi di vedere le cose, più o meno condivisibili e più o meno adattabili alla massa. Mi rendo altrettanto conto che la sicurezza stradale è una questione importante. Ne ho parlato in un mio articolo recente, dove ho fatto proposte concrete per rendere più sicure le strade. Di certo non leggerete mai da parte mia incitazioni verso comportamenti e atteggiamenti dannosi nei confronti degli altri, a meno che questi “altri” non siano personaggi a loro volta estremamente distruttivi per il prossimo. Io cerco piuttosto di ragionare costruttivamente sulle cose, sviluppando pensieri e suggerimenti a mio parere positivi.

Veniamo ora alla questione, sempre di moda in questa nazione, degli obblighi e dei divieti. A volte, anzi no… SPESSO, ho l’impressione che i nostri governanti ci vedano come esseri privi di una coscienza e di un intelletto individuale. Quando introducono nuovi incomprensibili obblighi, o divieti – sì, perché obblighi e divieti sono la stessa cosa, in sostanza. L’obbligo deriva sempre da un divieto, provate a pensarci…  - , mi pare veramente che per loro la libertà individuale, frutto di un pensiero individuale, sia inesistente o comunque non particolarmente importante. Invece è tutto. Ma non voglio mettermi a sproloquiare sul concetto di libertà, che in fondo non è altro che una delle tante invenzioni umane, e come tale del tutto interpretabile e piegabile agli interessi più beceri.

Il tema di questo articolo è quello dell’abbigliamento protettivo obbligatorio per chi va in motorino e in moto. Ma riguarda in parte anche i ciclisti, visto che si sta tentando già da tempo di inglobare anch’essi in questa intricata rete fatta di obblighi e divieti. Ora, io utilizzo le mie due moto tutto l’anno, con il caldo, con il freddo, con il sole e con la pioggia. Sono una persona adulta e so come abbigliarmi a seconda delle occasioni. Non mi piace che gli altri mi dicano come vestirmi, tant’è che ho sempre disprezzato i locali che selezionano i frequentatori in base al vestiario. Ho scelto la moto come mezzo di trasporto perché mi piace andare in moto. Mi piace per tanti motivi, non ultimo il fatto di essere a contatto con la natura e gli elementi atmosferici. Se fa caldo, l’aria che mi arriva addosso mi dona sollievo. Se fa freddo, cercherò al contrario di ripararmi dalla troppa aria. Se piove indosserò indumenti impermeabili. E così via…

Andare in moto mi piace anche perché mi dona un forte senso di libertà. Un bel giretto notturno durante una nottata afosa è un toccasana sia per lo spirito che per il corpo. La moto è sempre stata sinonimo di libertà e per me deve rimanerlo ancora. Libertà non solo di movimento, ma anche e soprattutto di modo di vivere. Io voglio vivere così. Non voglio che siano gli altri a decidere per me. Che facciano pure quel che vogliono, gli altri, ma che mi lascino in pace, visto che io non cerco di modificare il loro stile di vita. Finché si tratta di persone qualsiasi, magari conosciute per caso, che vogliono insegnarmi la vita, l’andare in moto, il bene e il male e quant’altro, non mi importa. Le lascio parlare, voglio che si sentano importanti, che abbiano l’impressione che le loro idee sono originali e illuminate. Tanto poi io faccio come mi pare.

Ma quando idee di questo tipo arrivano dall’alto, e si trasformano in leggi, divieti e obblighi, allora non ci sto più… Non ci sto perché provengono da individui che cercano di omologarci, di renderci tutti uguali e ugualmente controllabili/manipolabili.


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