Gli effetti della crisi economica in atto coinvolgono anche i futuri ingegneri. Scende infatti per la prima volta sotto quota 10.000 il numero di abilitati alla professione di ingegnere: 9.747, circa 700 in meno rispetto al 2011 e quasi la metà rispetto ai 19.118 rilevati nel 2003.
È questo uno dei dati più significativi dell’ultima analisi realizzata dal Centro Studi del CNI che ha preso in considerazione l’accesso alla professione di Ingegnere e di Architetto, esaminando i risultati degli esami di abilitazione svolti nel 2012 (scarica lo studio completo dal sito del Centro Studi CNI).
I motivi di tale flessione sono molteplici, ma è probabile che siano soprattutto gli elevati costi ed il perdurare della congiuntura negativa a disincentivare i giovani laureati ad accedere alla professione.
Una recente indagine del Centro studi ha infatti evidenziato come un giovane laureato, che volesse conseguire l’abilitazione professionale, deve spendere in media quasi 400 euro solo per sostenere l’esame di Stato.
Ad essi vanno aggiunti i costi di iscrizione all’albo (in media 116 euro, anche se molti Ordini provinciali hanno azzerato la quota di iscrizione per i giovani iscritti), le tasse governative (un altro centinaio di euro) e soprattutto l’iscrizione alla cassa di previdenza di categoria (oltre mille euro) che fanno lievitare il costo complessivo di accesso alla professione a 1.713 euro.
Se a ciò si aggiunge che il mercato dei servizi di ingegneria, ossia la fonte principale di reddito per gli ingegneri liberi professionisti è ai minimi storici, appare chiaro come un neolaureato non sia oggi particolarmente attratto dalla libera professione.
Calano anche gli abilitati della sezione B: 1.110, 134 in meno rispetto al 2011, ma quasi la metà dei 1.916 del 2006 quando si è raggiunto il picco per numero di abilitati. Valori comunque sempre molto bassi rispetto ai potenziali 23.500 candidati.
Resta sempre assai elevata, tuttavia, la percentuale di candidati che supera le prove d’esame conseguendo l’abilitazione: 86% tra i candidati della sezione A e 79,5% tra quelli della sezione B.
Permane, peraltro, una significativa disparità nei tassi di successo tra le diverse sede di esame; si passa infatti dal 100% di abilitati presso seconda università di Napoli al 57,7% registrato presso il Politecnico Milano, principale centro di formazione ingegneristica in Italia, per limitarsi agli atenei più grandi.
E lo stesso vale per gli architetti: a fronte di una media pari al 49,9% di candidati che superano l’esame di abilitazione nel 2012, essa si attesta al 13,3% a Trieste e al 15,2% a Firenze, mentre sale al 78,3% nella Federico di Napoli e al 97,4% nella Seconda università sempre di Napoli.