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ABKHAZIA: Repubblica indipendente o colonia russa?

Creato il 05 novembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 5 novembre 2012 in Abcasia, Caucaso, Nord Caucaso », Slider with 0 Comments
di Emanuele Cassano

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L’Abkhazia è una piccola repubblica “de facto” indipendente, distaccatasi dalla Georgia dopo una sanguinosa guerra civile combattuta tra il 1992 e il 1993 e riconosciuta nel 2008 dalla Russia come paese indipendente in seguito alla seconda guerra in Ossezia del Sud. Il governo di Mosca ha da sempre appoggiato la piccola repubblica secessionista durante e dopo la lotta all’indipendenza, intravedendo in questa situazione la possibilità di indebolire la vicina Georgia, che stava pericolosamente entrando nell’orbita della NATO. La Russia in questi ultimi anni ha fornito al paese ingenti aiuti militari ed economici, senza dei quali l’Abkhazia non avrebbe potuto sostenere la guerra per l’indipendenza, inoltre Mosca nutre un sempre più grande interesse per la situazione socio-economica e politica della regione.

Soprattutto dopo l’invasione russa della Georgia del 2008, che ha portato all’indipendenza formale di Abkhazia e Ossezia del Sud, si è pensato che il paese potesse direttamente entrare a far parte della Federazione Russa in un immediato futuro, dati i buoni rapporti tra le parti ed il forte controllo militare che l’esercito russo manteneva nella regione dai tempi della guerra abkhazo-georgiana, rendendo molto improbabile un ricongiungimento con la Georgia. Nel marzo del 2009 però, l’allora presidente abkhazo Sergei Bagapsh, per chiarire la situazione dichiarò al vice presidente dell’International Crisis Group che la sua repubblica non aveva come obiettivo l’unione con la Russia, ma che aveva anzi l’intenzione di costituire uno stato indipendente, legale e democratico.

Esattamente due anni dopo, nel marzo del 2011, tra i due paesi si è aperta una disputa riguardante questioni di confine. La Russia ha reclamato il villaggio di Aibga, paesino di 50 abitanti attraversato dal fiume Psou, storicamente formato da una parte nord russa e una parte sud abkhaza. Questo villaggio si trova molto vicino a Sochi, dove nel 2014 si svolgeranno le XXII Olimpiadi invernali, e la Russia vorrebbe impadronirsene per aumentare la sicurezza nell’area, soprattutto nelle vicinanze dell’impianto di Krasnaja Poljana, dove è presente un’attrezzata stazione invernale che ospiterà appunto le Olimpiadi. Attualmente il paesino è abitato esclusivamente da russi, e tirando le somme l’Abkhazia perderebbe poco o niente cedendo a Mosca il piccolo villaggio, ma la questione non è così semplice. Innanzitutto Aibga rappresenta un simbolo per il paese, in quanto al tempo della conquista russa del Caucaso questo paesino contava una comunità di circa 5’000 abcasi, rappresentando un importante avamposto difensivo. Inoltre l’Abkhazia non è disposta a sacrificare neanche una minima parte del proprio territorio, in quanto è stato troppo alto il prezzo pagato per ottenere l’indipendenza dalla Georgia per poter cedere anche solo un piccolo pezzo di terra alla Russia.

Nel maggio del corrente anno il paese ha siglato con la Russia un accordo per il commercio delle merci, che ha abolito da subito i dazi all’importazione su una grande quantità di prodotti per Mosca, mentre l’Abkhazia dovrà aspettare fino al 1° gennaio 2015 per poter far entrare in vigore l’accordo. L’Abkhazia punta inoltre all’adesione all’Unione Russia-Bielorussia (entità sovranazionale e intergovernativa formata appunto da Federazione Russa e Bielorussia), di cui è membro osservatore insieme all’Ossezia del Sud, per potere aderire in seguito all’Unione doganale euroasiatica; ma per farlo dovrà aspettare prima il riconoscimento da parte della Bielorussia. Mosca da parte sua ha concesso agli abkhazi il passaporto russo, aprendo inoltre una linea ferroviaria tra Sochi e Sukhumi e allentando i controlli al confine tra i due paesi, favorendo il processo di assorbimento dell’Abkhazia all’interno della Federazione Russa.

L’Abkhazia non si trova nelle condizioni di poter prendere decisioni in piena autonomia. Più che una repubblica indipendente, il governo di Sukhumi sembra essere uno Stato fantoccio, una marionetta manovrata dal burattinaio russo, senza l’aiuto del quale sembra essere incapace di muoversi. L’economia abkhaza gira grazie esclusivamente alla Russia, che provvede anche nel fornire al paese gas e petrolio, e se turismo ed esportazioni di vario genere possono essere fonte anche solo di un minimo guadagno è grazie agli investimenti russi. Inoltre il Cremlino controlla militarmente la regione, garantendo la sicurezza del paese e la protezione in caso di eventuali attacchi da parte della Georgia. La Russia non si accontenta però di controllare solo militarmente ed economicamente la regione, intromettendosi spesso e volentieri anche negli affari politici del paese, come durante le ultime elezioni presidenziali del 2011, che hanno riportato la vittoria di Alexander Ankvab. L’Abkhazia non può dunque svincolarsi facilmente dal controllo di Mosca, dovendo quindi sottostare alle richieste russe o almeno cercare di accoglierle in parte, per non rischiare di compromettere il rapporto privilegiato esistente con Mosca, rapporto fondamentale per la sopravvivenza della piccola repubblica abkhaza e per il mantenimento dell’indipendenza stessa. Sempre se di vera e propria indipendenza si tratti.

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Tags: Abkhazia, alexander ankvab, Emanuele Cassano, Georgia, guerra civile, indipendenza, Russia, secessione, sergei bagapsh, tensioni in Caucaso Categories: Abcasia, Caucaso, Nord Caucaso », Slider


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