Roman Abramovic ritratto dal suo sito personale
PERSONAGGI (Milano). Roman Abramovich ha avuto molto dal Chelsea. La sua notorietà planetaria l’ha acquistata proprio divenendo padrone della squadra del quartiere bene di Londra nel 2003 e dopo 9 anni di spese e trastulli è riuscito a diventare campione d’Europa per club. Tutti i nuovi nobili dell’economia e della finanza, specialmente quelli che vengono da est e che vogliono sesersi alla ribalta della notorietà planetaria, hanno sviluppato il percorso per il quale lui, nato a Saratov in Russia il 24 ottobre del 1966, può dirsi un meraviglioso antesignano. Scavare nella sua vita è come leggere un romanzo, un romanzo che ha i contorni del giallo e del libro psicologico. Uno che perde madre a 18 mesi e padre a 4 anni resta col ghiaccio dentro. Uno che fa sparire un treno di greggio e acquista per pochi milioni raffinerie facendosi prestare 100 milioni di dollari dalle banche in modo convincente resta col ghiaccio dentro. Roman è così ed è diventato uno dei primi 70 uomini più ricchi del globo usando un’intelligenza da Leonardo da Vinci mista a una spregiudicatezza che fa venire i brividi, allenata molto probabilmente dalla militanza nell’esercito russo. Ora è riverito, servito e osannato nel mondo del calcio come il padrone che tutto può, in fondo è stato il primo a buttare miliardi di euro nel calcio solo per dire al mondo di esserci.
Ora, tuttavia, è anche nel mirino della giustizia perché tale Alexander Korzhakov è arrivato ad accusare il prode Abramovich di metodi illegali nell’acquisizione della Sibneft nel 1995. La Leggenda narra, come già accennato, di metodi spicci nel concludere quell’affare, quali visite alle banche che dovevano concedere i prestiti per l’operazione finanziaria a dir poco particolari e in compagnia di gingilli rilucenti (si fa per dire) appoggiati sui tavoli dei dirigenti degli stessi istituti di credito che dovevano agevolare l’accesso al credito del signore di Stamford Bridge. Per queste vicende forse è ancora nel calcio che Abramovich cerca e cercherà anche stasera una nuova verginità. Distrarre l’opinione pubblica dai suoi guai (il processo ispirato da Korzhakov è alle battute finali) sarebbe un bel colpo, un meccanismo collaudato per chi, dalla London Court, viene giùdicato indebito padrone della squadra del Chelsea perchè indebiti dono i modi con cui ha acquistato la spaventosa liquidità di 13 miliardi di euro che gli ha permesso di fare di un club che non vinceva lo scudetto dal 1955 in uno dei brand più famosi del calcio mondiale. Dietro il calcio e la finale di Europa League, quindi, si cela l’ennesimo intrigo politico-legale per Roman che ora potrebbe riaprire in pompa magna una nuova stagione di spese e trionfi. Ora i suoi interessi sono nella Evraz Group, una delle più grandi acciaierie del mondo. Unitamente a questo è ancora govenatore della Chukotka che è una regione ghiacciata della Russia che sta sullo stretto di Bering di faccia all’Alaska. Il motivo? Ecco quello che dice lui: “Lo faccio perchè mi aiuta a stare solo. qui, in questa regione, lontano dalla mia famiglia e dai miei interessi, almeno di tanto in tanto”. Padre di sette figli, il nostro sembra inseguito dalle donne e dalle tate dei suoi bambini, ma i meglio informati sulle mosse dell’oligarca russo dicono che la Chukotka rappresenti, comunque, un buon territorio da spolpare delle sue risorse quali carbone, oro e petrolio.
Tornando alle sue ultime ore si dice che voglia affidare la riapertura del circo Chelsea a un certo Mourinho, ma non voglia pagare la clausola di buona uscita di sette milioni di euro per liberarlo dal Real Madrid. Si vedrà, ma intanto si avvicina alla sua seconda finale in 12 mesi, all’Amsterdam Arena, sicuro che l’eventuale regalo d’addio del precario Benitez gli servirà soltanto da rilancio della sua strategia di accreditamento al cospetto del mondo.