Il calciomercato di fine estate promosso dal Milan ha fatto sorprendere moltissimi; sono arrivati, nel giro di due giorni, giocatori di calibro internazionale quando per due mesi e ventotto giorni erano giunti in quel di Milano solamente miseri "scarti", provenienti da squadre di media classifica.
Lo strano percorso che ha fatto questa squadra deve far riflettere, ancora di più in proporzione alle devastanti furbizia e falsità del Presidente Silvio Berlusconi.
Deliri di fine estate? Non proprio, o quantomeno esagerazioni largamente condivise da persone intelligenti.
Faccio l'esempio de "Il Guerin Sportivo", unico giornale sportivo rimasto leggibile in mezzo a tutte le oscenità di oggi.
Nel numero di agosto, giudicando la campagna acquisti promossa dalla squadra, esprimeva giudizi impietosi:
"E' la fine di un'epoca
E' un Milan vecchio come il suo presidente, che ormai può solo raccontare quanto ha vinto e speso nel passato, aspettando l'opportunità di passare la mano.
Intanto, ubbidisce alla figlia e cerca di rientrare nei capitali, magari convincendo ex campioni come lui a spalmarsai gli ingaggi milionari su rinnovi spacciati per colpi di mercato.
E' stato imbarazzante vedere l'uomo che volò in Olanda a scoprire Gullit e Van Basten affannarsi per spiegare ai cronisti che Ronalidinho è il migliore calciatore del mondo.
Un insulto alla storia rossonera, una prova di più che l'era di Berlusconi è finita da un pezzo, ma non si riesce a trovare l'uscita.
Non siamo ancora arrivati allo smantellamento, ma poco ci manca. [...]"
Esprimendo valutazioni oggettivamente negative, l'allora mercato estivo della squadra si basava su pochissimi ed arrangiati acquisti.
Nello specifico, prese in prestito il portiere Marco Amelia dal Genoa con l'intento di fargli fare da secondo al titolare Christian Abbiati.
Sistemata la porta, a sovvertire gli ordini di una difesa invecchiata e distrutta erano arrivati il centrale Mario Yepes dal Chievo ed il difensore tuttofare greco Sokratis Papasthatopoulous, sempre dal Genoa.
Con questi tre arrivi, qualcuno disse che la squadra era al completo.
Non serviva più nessuno, era un Milan competitivo come sempre.
Dinnanzi a proteste e malcontenti dei tifosi, però, qualcosa di ulteriore si è mosso.
E'arrivato, con la formula del prestito oneroso, il centrocampista di contenimento Kevin Boateng.
Giunto sempre via Genoa, ovviamente in prestito.
Nonostante questo, le offese e le ingiurie contro questo "amore finito" del Presidente andavano proseguendo.
Invece di confermare questa linea rinnovata di contenimento spese, qualcosa dentro i piani del Presidentissimo è cambiato.
Nel giro di tre giorni sono arrivati il fenomeno Ibrahimovic dal Barcellona ed il funambolo del pallone Robinho, acquistato a peso d'oro dal Manchester City.
Sulla natura dei due calciatori è inutile fare ragionamenti, avendoli ritenuti da sempre fenomeni assoluti del gioco del calcio.
Ci si può interrogare sul perchè siano stati presi, soprattutto perchè siano stati acquistati in così poco tempo.
Molti, salendo sul carro del vincitore come da tradizione italiana, hanno parlato e scritto di "amore ritrovato" del Presidente Berlusconi.
Pochi altri vedono in frasi come queste l'ennesima occasione per schifarsi dinnanzi ad una nuova ondata di servilismo calcistico.
Il Milan, funzionale agli interessi del Cav, è tornato ciò che più era servito negli anni passati: una macchina elettorale pressochè perfetta.
Silenziare le proteste dei tifosi con acquisti di peso è un modo per attrarre voti e consensi.
Minacciato dal crollo pressochè verticale dei sondaggi ed affiancato dalle orde finiane disposte a ristabilire il collegamento tra onestà e politica, il Premier ha ritenuto indispensabile riaprire il portafogli per dispensare nuove trame d'amore.
Deliri di un folle? Purtroppo no.
Ne è convinto a suo modo anche Gennaro Gattuso, in un'intervista su Repubblica di oggi:
"D.: Rino Gattuso, come si sta nel nuovo Milan di Ibra e Robinho?
R.: Non ci capisco più niente: sembravamo un club che non aveva più soldi nemmeno per la spesa al supermercato e in 5 giorni è cambiato tutto. Dopo questa campagna acquisti di Berlusconi non abbiamo più scuse, dobbiamo battere l'Inter. La Champions, invece, dipende da troppe variabili. [...]"
Con tutta la sincerità e la spontaneità che lo hanno da sempre contraddistinto, il centrocampista esprime dubbi leciti dinnanzi ad un cambiamento di condotta così repentino.
Campagna d'acquisti sfarzose equivalgono in ritorno mediatico e gradimento politico, in un Paese da Berlusconi abilmente trasformato e manovrato.
Basti pensare che il bacino tifosi del Milan è il terzo d'Italia, con quasi 6 milioni di sostenitori ufficiali.
In questi tempi, si sa che qualche milione di consensi certi in più fanno sempre comodo.
Vero, Berlusconi?
Magazine Politica
A.c. milan: amore ritrovato o macchina elettorale da riavviare?
Creato il 02 settembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
Il calciomercato di fine estate promosso dal Milan ha fatto sorprendere moltissimi; sono arrivati, nel giro di due giorni, giocatori di calibro internazionale quando per due mesi e ventotto giorni erano giunti in quel di Milano solamente miseri "scarti", provenienti da squadre di media classifica.
Lo strano percorso che ha fatto questa squadra deve far riflettere, ancora di più in proporzione alle devastanti furbizia e falsità del Presidente Silvio Berlusconi.
Deliri di fine estate? Non proprio, o quantomeno esagerazioni largamente condivise da persone intelligenti.
Faccio l'esempio de "Il Guerin Sportivo", unico giornale sportivo rimasto leggibile in mezzo a tutte le oscenità di oggi.
Nel numero di agosto, giudicando la campagna acquisti promossa dalla squadra, esprimeva giudizi impietosi:
"E' la fine di un'epoca
E' un Milan vecchio come il suo presidente, che ormai può solo raccontare quanto ha vinto e speso nel passato, aspettando l'opportunità di passare la mano.
Intanto, ubbidisce alla figlia e cerca di rientrare nei capitali, magari convincendo ex campioni come lui a spalmarsai gli ingaggi milionari su rinnovi spacciati per colpi di mercato.
E' stato imbarazzante vedere l'uomo che volò in Olanda a scoprire Gullit e Van Basten affannarsi per spiegare ai cronisti che Ronalidinho è il migliore calciatore del mondo.
Un insulto alla storia rossonera, una prova di più che l'era di Berlusconi è finita da un pezzo, ma non si riesce a trovare l'uscita.
Non siamo ancora arrivati allo smantellamento, ma poco ci manca. [...]"
Esprimendo valutazioni oggettivamente negative, l'allora mercato estivo della squadra si basava su pochissimi ed arrangiati acquisti.
Nello specifico, prese in prestito il portiere Marco Amelia dal Genoa con l'intento di fargli fare da secondo al titolare Christian Abbiati.
Sistemata la porta, a sovvertire gli ordini di una difesa invecchiata e distrutta erano arrivati il centrale Mario Yepes dal Chievo ed il difensore tuttofare greco Sokratis Papasthatopoulous, sempre dal Genoa.
Con questi tre arrivi, qualcuno disse che la squadra era al completo.
Non serviva più nessuno, era un Milan competitivo come sempre.
Dinnanzi a proteste e malcontenti dei tifosi, però, qualcosa di ulteriore si è mosso.
E'arrivato, con la formula del prestito oneroso, il centrocampista di contenimento Kevin Boateng.
Giunto sempre via Genoa, ovviamente in prestito.
Nonostante questo, le offese e le ingiurie contro questo "amore finito" del Presidente andavano proseguendo.
Invece di confermare questa linea rinnovata di contenimento spese, qualcosa dentro i piani del Presidentissimo è cambiato.
Nel giro di tre giorni sono arrivati il fenomeno Ibrahimovic dal Barcellona ed il funambolo del pallone Robinho, acquistato a peso d'oro dal Manchester City.
Sulla natura dei due calciatori è inutile fare ragionamenti, avendoli ritenuti da sempre fenomeni assoluti del gioco del calcio.
Ci si può interrogare sul perchè siano stati presi, soprattutto perchè siano stati acquistati in così poco tempo.
Molti, salendo sul carro del vincitore come da tradizione italiana, hanno parlato e scritto di "amore ritrovato" del Presidente Berlusconi.
Pochi altri vedono in frasi come queste l'ennesima occasione per schifarsi dinnanzi ad una nuova ondata di servilismo calcistico.
Il Milan, funzionale agli interessi del Cav, è tornato ciò che più era servito negli anni passati: una macchina elettorale pressochè perfetta.
Silenziare le proteste dei tifosi con acquisti di peso è un modo per attrarre voti e consensi.
Minacciato dal crollo pressochè verticale dei sondaggi ed affiancato dalle orde finiane disposte a ristabilire il collegamento tra onestà e politica, il Premier ha ritenuto indispensabile riaprire il portafogli per dispensare nuove trame d'amore.
Deliri di un folle? Purtroppo no.
Ne è convinto a suo modo anche Gennaro Gattuso, in un'intervista su Repubblica di oggi:
"D.: Rino Gattuso, come si sta nel nuovo Milan di Ibra e Robinho?
R.: Non ci capisco più niente: sembravamo un club che non aveva più soldi nemmeno per la spesa al supermercato e in 5 giorni è cambiato tutto. Dopo questa campagna acquisti di Berlusconi non abbiamo più scuse, dobbiamo battere l'Inter. La Champions, invece, dipende da troppe variabili. [...]"
Con tutta la sincerità e la spontaneità che lo hanno da sempre contraddistinto, il centrocampista esprime dubbi leciti dinnanzi ad un cambiamento di condotta così repentino.
Campagna d'acquisti sfarzose equivalgono in ritorno mediatico e gradimento politico, in un Paese da Berlusconi abilmente trasformato e manovrato.
Basti pensare che il bacino tifosi del Milan è il terzo d'Italia, con quasi 6 milioni di sostenitori ufficiali.
In questi tempi, si sa che qualche milione di consensi certi in più fanno sempre comodo.
Vero, Berlusconi?
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