“Ho delle teorie piuttosto precise su come costruire una macchina volante. Vorrei avere a disposizione tutto ciò che si conosce già e, se sarà possibile, vorrei aggiungere il mio piccolo contributo al lavoro di chi, in futuro, otterrà il successo finale“.
Così scrisse in una lettera del 30 maggio 1899 Wilbur Wright, ingegnere ed inventore statunitense che insieme al fratello Orville è stato tra i più importanti aviatori dell’epoca. I fratelli Wright sono stati i primi ad aver fatto volare con successo una macchina motorizzata con un pilota a bordo, inventando il loro Flyer e facendolo volare per quattro volte il 17 dicembre 1903. Ma è solo con il Flyer III e il Model A che negli anni tra il 1905 e il 1908 riuscirono ad acquisire un’ottima padronanza dell’aria.
Per circa un anno, a partire dalla fine del 1902, i Wright si dedicarono ad installare un motore su un macchinario molto simile a quello dell’aliante da loro costruito in precedenza. Il loro Flyer, “aviatore”, come lo chiamarono, infatti aveva conservato l’apparato architettonico dell’aliante e dei suoi predecessori, ma era molto innovativo per l’epoca, in quanto presentava delle novità per quanto riguarda gli impennaggi, sistemati sia davanti che dietro, e l’introduzione di un sistema motopropulsore. Il pilota era posizionato disteso e collocato poco lontano dall’asse di simmetria dell’aereo, per bilanciare la posizione del motore nel lato opposto. Non ricevendo risposte soddisfacenti dalle case automobilistiche da loro contattate, i fratelli Wright, decisero di progettare un motore a scoppio autonomo affidandone la realizzazione al meccanico, loro fidato collaboratore, Charlie Taylor. Nei primi anni del Novecento non esistevano ancora formule matematiche adatte alla progettazione di un’elica funzionante né in campo navale né in quello aeronautico e così essi sperimentarono alcuni progetti con la loro galleria del vento e capirono che un’elica è un’ala che invece di planare deve ruotare e così costruirono una coppia di eliche molto efficienti.
Progetto del Flyer I firmato fratelli Wright (1903)
A causa delle condizioni meteorologiche avverse dell’autunno 1903, un collaudo al motore danneggiò le eliche. Effettuate le opportune riparazioni il 17 dicembre 1903, approfittando di una giornata di vento forte, i Wright erano pronti per un altro tentativo. Toccò a Orville prendere i comandi: il velivolo decollò e rimase in volo per 12 secondi percorrendo 36 metri e atterrò in modo morbido. Nel corso della stessa giornata, alternandosi, i due fratelli compirono altri tre voli, in cui Wilbur, nell’ultimo volo riuscì a rimanere in aria 59 secondi, coprendo 260 metri.
Una raffica di vento danneggiò il Flyer dopo il quarto volo, mentre era a terra e non venne più riparato. Venne smontato, riposto in alcune casse e riportato a Dayton e dopo lunghe vicissitudini fu esposto al Museo della scienza di Londra e nel 1948 la sua collocazione definitiva fu la Smithsonian Institution di Washington.
Oggi, nel 111esimo anniversario del suo primo volo il Wright Flyer è ancora considerato il primo aeroplano (macchina volante motorizzata più pesante dell’aria) ad aver effettuato un volo controllato e prolungato nel tempo con un pilota a bordo.
Monumento dedicato ai Wright di oltre 18 metri, sito nel luogo del primo volo (Nord Carolina)