Il venerdì pomeriggio Ugo Tognazzi lo trascorre nella grande cucina della casa di Velletri, intento a cucinare “i suoi piatti”. L’attenzione è maniacale, quasi si trattasse di costruire uno spettacolo teatrale per il suo “pubblico”: 12 amici invitati – gli “apostoli” – non uno in più, non uno in meno. Se per motivi straordinari un ospite dovesse mancare siederà al suo posto il figlio Gianmarco, l’unico autorizzato.
La scelta dei piatti è talvolta azzardata, ma sui vini Ugo preferisce andare sul sicuro: propone quelli da lui prodotti alla Tognazza Amata.
I menù sono disegnati da Ugo con i pennarelli, se è in ritardo l’operazione viene delegata ai figli Gianmarco e Maria Sole.
Il grande tavolo in cristallo della sala da pranzo viene apparecchiato; dalla stanza quadrata una grande finestra d’angolo lascia intravedere porzioni di giardino, sul lato opposto due enormi porte in cristallo, contenenti le sculture lignee ritraenti la famiglia Tognazzi – opera di Mario Ceroli – dividono l’ambiente dal grande salone.
Gli ospiti si alternano, ma alcuni sono habitué: Paolo Villaggio, Vittorio Gassman, Mario Monicelli, Ettore Scola e gli sceneggiatori De Bernardi, Benvenuti, Age e Scarpelli. La cena non ha nulla di formale: è il gusto di stare insieme, è pura convivialità. Il copione, consolidato, prevede infatti a fine serata la votazione segreta dei piatti – su una scala da straordinario a grandissima cagata – attraverso biglietti inseriti in un bacile d’argento. É un gioco, certo, ma Ugo lo vive con una tensione incredibile…
Si comincia con i Grandi crudi incontrano Bellavista, per proseguire poi con “Maccheroncini panna e salsiccia”, “Fettuccine al sugo bastardo”, “Il “Re di Spagna” cotto”, “Il dolce del venerdì”, “Fragole al balsamico”. E i vini? Logicamente quelli della Tognazza Amata: Tapioco, Antani Syrah, Conte Mascetti e Antani Merlot.
Per info e prenotazioni: Le Bar à Vin, tel. 0165 263842