Magazine Attualità

Accendiamo il design

Creato il 25 novembre 2011 da Illcox @illcox

Accendiamo il design
Oggi non parliamo di un’ accendino comune, oggi parliamo, come ogni venerdì, di Design, oggi parliamo dello Zippo!

Un accendino che ha imitazioni in tutto il mondo che però non potranno mai avere la storia e il prestigio di quest’oggetto che nel corso del tempo è diventato un accessorio di lusso per tutti coloro che amano accendere la sigaretta con stile.

Progettato da George B. Blaisdell nei primi anni ’30, l’idea gli venne nel copiare un’ accedono di fabbricazione austriaca che però non funzionava bene, reso migliore e messo in catena di montaggio nel 1932, il suo nome deriva da un’altro famoso oggetto che rivoluzionò il mondo dei pantaloni in quel periodo: la zip (la chiusura lampo).

La sua fama ebbe inizio quando, nella seconda guerra mondiale, i militari americani iniziarono a portare in giro per il mondo questo famoso accendino, ma anche per la “macchina zippo”: avete presente la macchina della red bull che gira ogni tanto per le città con quell’enorme lattina dietro? Ecco la Zippo Manufacturing Company ebbe la stessa brillante idea già alla fine degli anni ’40 quando mandava in giro per l’America una macchina con un enorme accendino sul portabagagli.

Ma perché ebbe tanto successo?

Ebbene i motivi sono molteplici, primo fra tutti la proprietà di avere una fiamma resistente al vento, tutti abbiamo soffiato su di essa almeno una volta nella vita per provare la veridicità di quest’affermazione e tutti abbiamo scoperto increduli che è vero. Le sue misure sono ridotte ma quasi nessuno sa che il suo stoppino è lungo la bellezza di 11,5 cm (più del doppio della sua lunghezza). Come ogni oggetto di design che si rispetti i proprietari della casa produttrice hanno fatto un’interessante opera di marketing, si sono inventati una sorta di garanzia, la “it works or we fix it free” (funziona o lo ripariamo gratis) l’unica cosa che si sono dimenticati di scrivere è che lo zippo ha tutte le parti intercambiabili, ciò vuol dire che l’unica cosa che si può realmente rompere è l’esterno, che guarda caso, è l’unica cosa che non è in garanzia. Quindi se ti si rompe te lo devi tenere com’è. Detto ciò come ho appena menzionato, ogni parte dello zippo è intercambiabile ciò fa di questo accessorio un oggetto dalla vita pressoché infinita (fino a quando non lo perdi/non te lo rubano, ma comunque continuerà a vivere, anche se in altre mani.)

Il costo iniziale era di 1,95 dollari, essendo passato un po’ di tempo dalla nascita si è aggiunto qualche 0, probabilmente se avesse ancora il suo costo iniziale oggi, nessuno esterno al mondo del design, lo reputerebbe un oggetto interessante.

Di strada ne ha bruciata, poiché se all’inizio era fatto di un sottile strato di metallo che si ammaccava facilmente oggi si può trovare nelle migliori vetrine con svariate nuance e applicazioni (il mio è nero satinato con una corona di metallo e swarosky sul fronte). La sua forma è in pratica immutata (“accendino che vince non si cambia”) unica variazione è nella versione lady dove le dimensioni sono più ridotte. Una sigaretta accesa con uno Zippo ha di certo tutt’altro sapore e classe, ma nel corso della storia troviamo anche persone, talmente tanto affascinate dalle sue proprietà, che hanno iniziato a giocarci e a inventarsi mille modi per accenderlo, esempio banale quello di far girare la rotellina sui jeans.

In oltre dal 1995 ogni due anni si tiene a Bradford il Swap Meet Zippo/Case un evento che raduna collezionisti e appassionati da tutto il mondo.

Dopo aver illuminato milioni di concerti, essere apparso in oltre 1500 film, e aver prodotto la bellezza di 400 milioni di accendini lo Zippo viene nominato dalla design center danese di Copenaghen uno dei “migliori 100 prodotti di tutti i tempi” e premiato come “miglior design del XX secolo” dal Men’s Journal.

A conti fatti questo non è un accendino: è il dio degli accendini.

Unico, irripetibile e immortale.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines