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Accorpamento dei comuni : una bufala ! taglio dei consiglieri/assessori: a fine stangata

Creato il 17 agosto 2011 da Andrea21948

Con la manovra di Ferragosto in provincia saltano 1200 poltrone, ma bisognerà aspettare la primavera del 2014 per sentire i primi effetti sulla pubblica amministrazione. Tutti salvi, per ora, i 23 comuni con meno di 1000 abitanti, mancano infatti i requisiti per accorparli. Man mano che escono i dettagli della manovra diventa più facile mettere in fila norme e dati per verificare, numeri alla mano, quali e quanti siano i risvolti reali dei tagli annunciati nei giorni scorsi. A conti fatti la manovra ha il sapore amaro della beffa. Sebbene sulla carta i sacrifici appaiano pesanti, è anche vero che in provincia di Varese, come in gran parte dell'Italia, si sentiranno i primi effetti solo a partire dal 2014, quando ormai il grosso del lavoro sarà già stato compiuto e, a Dio piacendo, il pareggio bilancio sarà già cosa fatta.

Ma ecco come funziona il fatidico accorpamento. Se è vero che l'articolo 1 del capitolo relativo alla riduzione dei costi della politica prevede accorpamenti per i comuni con meno di mille abitanti, è vero anche che l'articolo 3 della stessa norma solleva gran parte dei comuni da questa incombenza. Vengono infatti stabiliti anche una serie di paletti che limitano l'effetto degli accorpamenti. L'unione municipale viene costituita solo dai comuni confinanti con popolazione pari o inferiore a mille abitanti. La popolazione residente nel territorio dell'unione municipale dovrà però essere pari almeno a 5mila abitanti. Nessuno dei 23 piccoli comuni della nostra provincia ha i requisiti necessari per la creazione delle unioni.

Nove non hanno possibilità di subire il provvedimento, in quanto non confinano con altri piccoli comuni. Così per Vizzola, Crosio, Galliate, Cazzago, Osmate, Bregano, Marzio, Cremenaga e Agra il problema non si pone. Ma anche le piccole amministrazioni tra loro confinanti non hanno di che temere: Azzio e Orino assieme contano 1694 abitanti. Il gruppo più consistente è composto dai comuni di Duno, Cassano Valcuvia, Ferrera, Masciago, Bedero Valcuvia, Brinzio, Castello Cabiaglio e Rancio, che assieme contano 3641 abitanti. Vero e proprio paradosso nel nord della provincia, con i comuni montani di Tronzano, Pino Lago Maggiore, Veddasca e Curiglia che non raggiungono assieme i mille abitanti, fermandosi a 952. Discorso diverso per quanto riguarda il taglio delle poltrone. In questo caso i comuni coinvolti sono 120 (tutti quelli al di sotto dei 10 mila abitanti), che a partire dalla prossima tornata elettorale subiranno una drastica riduzione di consiglieri e assessori, riduzione che va a sommarsi a quella del 20% già entrata in vigore nel 2011. I 28 comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti passeranno da 16 a 9 consiglieri e da 5 a 4 assessori. Altri 28 comuni che in provincia contano fra i 3mila e i 5mila abitanti passeranno da 16 a 7 consiglieri e da 5 a 3 assessori. I 41 comuni tra i mille e i tremila abitanti passeranno invece da 12 a 5 consiglieri e da 4 a 2 assessori. Stessa sorte per i 23 comuni al di sotto dei mille abitanti, fatte salve le decisioni della Regione, che potrebbe scegliere di accorparne 13 in tre differenti unioni.

A seconda delle decisioni del Pirellone, saranno tra le 1100 e le 1200 le poltrone cancellate in provincia e riguarderanno tra gli 890 e i 950 consiglieri comunali e circa 220 assessori. I tagli saranno effettivi a partire dalla prima tornata elettorale utile. Dunque si partirà nel 2012 con appena 5 comuni, altri 2 si aggiungeranno nel 2013, bisognerà attendere il 2014 per estendere il provvedimento ad altri 76 comuni, gli altri 37 verranno ridotti tra il 2015 e il 2016

Con la manovra di Ferragosto in provincia saltano 1200 poltrone, ma bisognerà aspettare la primavera del 2014 per sentire i primi effetti sulla pubblica amministrazione. Tutti salvi, per ora, i 23 comuni con meno di 1000 abitanti, mancano infatti i requisiti per accorparli. Man mano che escono i dettagli della manovra diventa più facile mettere in fila norme e dati per verificare, numeri alla mano, quali e quanti siano i risvolti reali dei tagli annunciati nei giorni scorsi. A conti fatti la manovra ha il sapore amaro della beffa. Sebbene sulla carta i sacrifici appaiano pesanti, è anche vero che in provincia di Varese, come in gran parte dell'Italia, si sentiranno i primi effetti solo a partire dal 2014, quando ormai il grosso del lavoro sarà già stato compiuto e, a Dio piacendo, il pareggio bilancio sarà già cosa fatta.

Ma ecco come funziona il fatidico accorpamento. Se è vero che l'articolo 1 del capitolo relativo alla riduzione dei costi della politica prevede accorpamenti per i comuni con meno di mille abitanti, è vero anche che l'articolo 3 della stessa norma solleva gran parte dei comuni da questa incombenza. Vengono infatti stabiliti anche una serie di paletti che limitano l'effetto degli accorpamenti. L'unione municipale viene costituita solo dai comuni confinanti con popolazione pari o inferiore a mille abitanti. La popolazione residente nel territorio dell'unione municipale dovrà però essere pari almeno a 5mila abitanti. Nessuno dei 23 piccoli comuni della nostra provincia ha i requisiti necessari per la creazione delle unioni.

Nove non hanno possibilità di subire il provvedimento, in quanto non confinano con altri piccoli comuni. Così per Vizzola, Crosio, Galliate, Cazzago, Osmate, Bregano, Marzio, Cremenaga e Agra il problema non si pone. Ma anche le piccole amministrazioni tra loro confinanti non hanno di che temere: Azzio e Orino assieme contano 1694 abitanti. Il gruppo più consistente è composto dai comuni di Duno, Cassano Valcuvia, Ferrera, Masciago, Bedero Valcuvia, Brinzio, Castello Cabiaglio e Rancio, che assieme contano 3641 abitanti. Vero e proprio paradosso nel nord della provincia, con i comuni montani di Tronzano, Pino Lago Maggiore, Veddasca e Curiglia che non raggiungono assieme i mille abitanti, fermandosi a 952. Discorso diverso per quanto riguarda il taglio delle poltrone. In questo caso i comuni coinvolti sono 120 (tutti quelli al di sotto dei 10 mila abitanti), che a partire dalla prossima tornata elettorale subiranno una drastica riduzione di consiglieri e assessori, riduzione che va a sommarsi a quella del 20% già entrata in vigore nel 2011. I 28 comuni tra i 5 e i 10 mila abitanti passeranno da 16 a 9 consiglieri e da 5 a 4 assessori. Altri 28 comuni che in provincia contano fra i 3mila e i 5mila abitanti passeranno da 16 a 7 consiglieri e da 5 a 3 assessori. I 41 comuni tra i mille e i tremila abitanti passeranno invece da 12 a 5 consiglieri e da 4 a 2 assessori. Stessa sorte per i 23 comuni al di sotto dei mille abitanti, fatte salve le decisioni della Regione, che potrebbe scegliere di accorparne 13 in tre differenti unioni.

A seconda delle decisioni del Pirellone, saranno tra le 1100 e le 1200 le poltrone cancellate in provincia e riguarderanno tra gli 890 e i 950 consiglieri comunali e circa 220 assessori. I tagli saranno effettivi a partire dalla prima tornata elettorale utile. Dunque si partirà nel 2012 con appena 5 comuni, altri 2 si aggiungeranno nel 2013, bisognerà attendere il 2014 per estendere il provvedimento ad altri 76 comuni, gli altri 37 verranno ridotti tra il 2015 e il 2016


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