Quando uno possiede una cosa e ci tiene, cerca di conservarla al meglio.
Se qualcuno ha una casa, acquistata a prezzo di sacrifici, ovvio che ogni sua cura sia rivolta al suo mantenimento per non farla farla degradare.
Non è così per questa nostra disgraziatissima nazione dove tutto sembra, anzi va tutto a catafascio. Eccezion fatta per i terremoti che, nonostante i pareri di non so quali esperti, non possono essere previsti, molte altre disgrazie potrebbero essere evitate, quali gli allagamenti che periodicamente si ripresentano non appena le piogge sono più abbondanti del solito.
Premesso che anche la nostra rete idrica è praticamente un colabrodo e fa acqua da tutte le parti, molte zone andrebbero messe in sicurezza per evitare le esondazioni di fiumi e torrenti. Gli alvei andrebbero periodicamente ripuliti, gli argini rinforzati ed in qualche caso anche rialzati (senza incolpare le povere nutrie di eventi disastrosi). Pure determinati terreni andrebbero rimboscati favorendo il consolidamento del terreno tramite l’opera delle radici. Nel corso degli anni passati invece molti corsi d’acqua sono stati incanalati in letti artificiali di cemento favorendo l’incremento della velocità dell’acqua e l’opera di erosione, gli alvei si sono riempiti di detriti sia naturali che no, e sono stati concessi permessi di costruzione in luoghi molto pericolosi a rischio sia di allagamenti che di frane. Per non parlare delle città, dove i tombini dovrebbero essere stasati molto spesso, ma sovente questa operazione non viene eseguita.
Ed adesso vediamo alcune zone di Roma allagate, mentre nel letto del Tevere galleggia ogni sorta di immondizia, incluso un divano trasportato dalla corrente.
Tutti ad intervistare il sindaco Marino ed il suo predecessore Alemanno, che si rimpallano l’un l’altro le responsabilità, mentre sui telegiornali si susseguono i servizi sulla capitale. Nel frattempo i poveri alluvionati emiliani e toscani son negletti da tutti o quasi…
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