Adama Paris è il nome d'arte di una giovane e bella donna senegalese,figlia di un diplomatico di carriera che, da un po' di anni a questa parte, è riuscita ormai a far parlare di sé i "media" di mezzo mondo e ad imporsi, a livello internazionale, nel difficilissimo universo dell'alta moda,catturando l'attenzione degli esperti del settore e ottenendo uno strepitoso successo di pubblico anche attraverso pubblicazioni di servizi fotografici delle sue creazioni,quasi da subito, su Vogue.
L'ultima sfilata,infatti, cui Vogue ha dedicato un rèportage, è avvenuta proprio pochi giorni fa a Praga.
La caratteristica ,la più eclatante,delle creazioni di Adama Paris è il suo "multiculturalismo", volto, in questo caso,a sottolineare ed evidenziare quello che si chiama "fascino" femminile.
E' , in definitiva,un mix ben dosato, senza eccessi o sbavature, di elementi attinti dalla cultura e dalla tradizione africana, affiancati con estro alle ultime tendenze della moda europea e, in particolare, a quella parigina.
L'abilità artistico-artigianale, che ha mostrato fin dai primi passi nel mondo della moda, viene ad Adama,oltre che da un gusto di donna molto raffinato e personalissimo, dall'aver viaggiato, vissuto e studiato, fin da giovanissima, nelle principali capitali europee.
E poi forse dall'aver avuto una "mamma" dotata anch'ella di molto buon gusto.
Il messaggio che invece viene a noi tutti da Adama Paris è non solo quello che una donna africana, se dotata di talento e di cultura, ce la può fare, come tutte le altre, nei più disparati settori della vita.
E ci si riferisce a quelli complessi e di difficile accesso, che vanno dalla politica all'economia, dalla cultura all'arte, dal cinema all'alta moda.E tanti altri ancora.
Dove il maschio resta comunque il preferito.
Ma la Storia,anche quella dell'Africa e della sua gente, fa e continuerà a fare inesorabilmente il suo corso.
E le differenze di genere , ci piaccia o no, si sa che sono destinate a scomparire.
Piuttosto, per quel che ci riguarda da vicino, il messaggio sottinteso proveniente dal successo di Adama è che sarebbe ora di cancellare dalla nostra ottusa e superficialissima visione del mondo e delle cose lo stereotipo paternalistico relativo alle donne africane.
Voglio dire quello di vederle sempre e comunque vittime del destino e/o bambine bisognose di guida. E naturalmente la guida in questione è sempre e soltanto il maschio di turno.
Bianco o di colore che sia.
Mentre nella realtà,oltre Adama Paris,ci sono state e ci sono molte altre le donne africane, fortunatamente anche note ( vedi Ellen Jonhson-Sirleaf, Nobel per la Pace/ Maathai Wangari, intellettuale e combattente per la causa dell'ambiente/Myriam Makeba... la "voce"), che in più circostanze, hanno dimostrato a tutti d'essere fortemente volitive e di saper centrare l'obiettivo perseguito.
Ostacoli o non ostacoli, che si frapponessero, eventualmente, al loro cammino.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)