Don Andrea Gallo, 84 anni, cappellaccio nero in testa e toscanaccio tra le labbra, non aveva peli sulla lingua su niente e per nessuno e le cantava a tutti così come se la sentiva. Lui era "il prete", il padre nostro, il sacerdote che stava sempre dalla parte degli ultimi! Ma il suo cuore non ha retto e ieri Don Gallo ci ha lasciato. Le condizioni di salute del "prete" si erano notevolmente aggravate negli ultimi giorni. Innumerevoli i messaggi su facebook e twitter. Tra gli altri anche quelli di molti personaggi della politica e dello spettacolo, da Nichi Vendola a Laura Puppato, da Fiorella Mannoia a Piero Pelù.
Il "prete di strada" si é spento nel suo letto della Comunità di San Benedetto al Porto, da lui fondata, assistito da tutta la "grande famiglia" che vive in Comunità. A vegliarlo, tra gli atri, anche i nipoti Paolo e Vittorio. "Il suo cuore ha cessato di battere alle 17:45 - ha detto Chionetti -. Siamo tutti con il cuore gonfio di tristezza". Nato a Genova il 18 luglio del 1928, don Andrea Gallo entrò nel 1948 nel noviziato di Varazze, poi proseguì a Roma i suoi studi filosofici. Quindi missioni in Brasile, a San Paolo, dove compì studi teologici, poi cappellano militare sulla nave scuola Garaventa, riformatorio per minori. Fino a fondare, nel 1975, la Comunità di San Benedetto al porto, ''aperta a tutti gli ultimi del mondo'' usava dire.
''Questo libro stava per essere dato alle stampe quando l'11 febbraio è giunto strepitoso l'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI - scrive don Gallo nel primo capitolo del libro, intitolato 'Povertà, giustizia, pace' -. Un evento straordinario che ha scosso tutti. Non si verificava da secoli. Nella serata burrascosa di quel lunedì, un fulmine ha improvvisamente illuminato la cupola di San Pietro. Semplice coincidenza o immagine premonitrice? ''Ora è arrivato Papa Francesco a farci sperare di nuovo in una Chiesa dei poveri - continua don Andrea Gallo -. Un sollievo dopo tanta pena. Sapranno i cattolici accogliere l'invito inequivocabile e sofferto a un rinnovamento radicale per ritornare a essere 'Lumen gentium, 'luce delle genti', un popolo di Dio in cammino per annunciare il Vangelo di liberazione per tutti, con il sostegno dello Spirito del Cristo risorto e vivo? Con l'elezione di Francesco tutto è possibile. I primi segnali sono di rottura con il passato e con un'idea di Chiesa arroccata e chiusa in se stessa. Le questioni che il nuovo Papa dovrà affrontare sono tante e gravi''. Quattro secondo don Gallo le ''parole chiavi'' per quello che dovrà essere ''il cammino di Francesco'': ''La prima parola è 'partecipazione attiva'... La seconda parola è 'sinodalità'. Mi auguro che la Chiesa diventi un cantiere aperto. La terza parola è 'ascolto': dei precetti, da assimilare, proclamare, studiare, approfondire. La quarta è 'dialogo'''. Questo il testamento di Don Gallo!
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Don Andrea Gallo, 84 anni, cappellaccio nero in testa e toscanaccio tra le labbra, non aveva peli sulla lingua su niente e per nessuno e le cantava a tutti così come se la sentiva. Lui era "il prete", il padre nostro, il sacerdote che stava sempre dalla parte degli ultimi! Ma il suo cuore non ha retto e ieri Don Gallo ci ha lasciato. Le condizioni di salute del "prete" si erano notevolmente aggravate negli ultimi giorni. Innumerevoli i messaggi su facebook e twitter. Tra gli altri anche quelli di molti personaggi della politica e dello spettacolo, da Nichi Vendola a Laura Puppato, da Fiorella Mannoia a Piero Pelù.
Il "prete di strada" si é spento nel suo letto della Comunità di San Benedetto al Porto, da lui fondata, assistito da tutta la "grande famiglia" che vive in Comunità. A vegliarlo, tra gli atri, anche i nipoti Paolo e Vittorio. "Il suo cuore ha cessato di battere alle 17:45 - ha detto Chionetti -. Siamo tutti con il cuore gonfio di tristezza". Nato a Genova il 18 luglio del 1928, don Andrea Gallo entrò nel 1948 nel noviziato di Varazze, poi proseguì a Roma i suoi studi filosofici. Quindi missioni in Brasile, a San Paolo, dove compì studi teologici, poi cappellano militare sulla nave scuola Garaventa, riformatorio per minori. Fino a fondare, nel 1975, la Comunità di San Benedetto al porto, ''aperta a tutti gli ultimi del mondo'' usava dire.
''Questo libro stava per essere dato alle stampe quando l'11 febbraio è giunto strepitoso l'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI - scrive don Gallo nel primo capitolo del libro, intitolato 'Povertà, giustizia, pace' -. Un evento straordinario che ha scosso tutti. Non si verificava da secoli. Nella serata burrascosa di quel lunedì, un fulmine ha improvvisamente illuminato la cupola di San Pietro. Semplice coincidenza o immagine premonitrice? ''Ora è arrivato Papa Francesco a farci sperare di nuovo in una Chiesa dei poveri - continua don Andrea Gallo -. Un sollievo dopo tanta pena. Sapranno i cattolici accogliere l'invito inequivocabile e sofferto a un rinnovamento radicale per ritornare a essere 'Lumen gentium, 'luce delle genti', un popolo di Dio in cammino per annunciare il Vangelo di liberazione per tutti, con il sostegno dello Spirito del Cristo risorto e vivo? Con l'elezione di Francesco tutto è possibile. I primi segnali sono di rottura con il passato e con un'idea di Chiesa arroccata e chiusa in se stessa. Le questioni che il nuovo Papa dovrà affrontare sono tante e gravi''. Quattro secondo don Gallo le ''parole chiavi'' per quello che dovrà essere ''il cammino di Francesco'': ''La prima parola è 'partecipazione attiva'... La seconda parola è 'sinodalità'. Mi auguro che la Chiesa diventi un cantiere aperto. La terza parola è 'ascolto': dei precetti, da assimilare, proclamare, studiare, approfondire. La quarta è 'dialogo'''. Questo il testamento di Don Gallo!
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