Prendo spunto da questo guest post di Lady Flo sul blog Anima di carta. Anche se Lady Flo ha parlato di scene erotiche, mentre io blatererò su quelle di sesso.
Il post di Lady Flo mi aveva acceso una lampadina in testa mentre lo stavo ancora leggendo. Il problema, quando si è trattato di mettermi al lavoro sul mio, è che la dannata lampadina si è fulminata, lasciandomi al buio all'improvviso. Quindi mi ci è voluto parecchio, per riuscire a scrivere. Gira che ti rigira, non riuscivo a trovare il mood giusto per parlare dell'argomento. Alla fine ho scelto il metodo "batti i tasti a caso, qualcosa ne verrà fuori".
E dunque...
Io sono una scribacchina fangirl. Non mantengo il distacco né dalla storia che scrivo né dai miei personaggi, e non me ne frega un accidente dell'obiettività - finché sono in prima stesura. Le pose da scrittore non fanno per me. Mi diverto a scrivere fangirleggiando e lo faccio finché posso. Tanto il Severo Editor e la Maestrina dalla Penna Rossa sono sempre lì, in un angolo della mia mente, a prendere nota di tutto quello che dovrò cecchinare senza pietà in fase di riscrittura. Le mie prime stesure sono sempre un casino - vuoi perché la storia la costruisco man mano che scrivo (quando comincio, in genere ho solo un enorme BOH? con qualche idea intorno e nient'altro), vuoi per gli appunti critici che segno man mano e dei commenti puccio-idioti che semino qua e là.
Ci sono solo due temi della narrazione che affronto con distacco.
Uno è la morte/lutto, l'altro è il sesso.
Il motivo sta nel fatto che, per quanto possa mettere parte di me nei miei personaggi (sì, sì, faccio anche questo. Oh! E mi immedesimo pure), quando si tratta di attingere a esperienze intime e private tendo a ritrarmi. O a fare filtrare solo parte di quello che provo.
Nel romanzo a cui st(av)o lavorando, per esempio, c'è una scena in cui ho scritto, indirettamente, della morte di mia madre: sono riuscita a farlo per la prima volta dopo dodici anni, e l'ho solo accennata. L'unico sentimento a cui ho permesso di emergere è stata la rabbia per la negligenza di cui è stata vittima; tutto il resto l'ho lucchettato, perché non mi va di condividerlo. È mio. Punto.
E altrettanto vale per il sesso.
Di solito lascio spazio solo alla parte scanzonata (o a quella tormentata - ma raramente), alla passione e al piacere, e tendo a lasciare fuori il più possibile il coinvolgimento emotivo - a meno che l'introspezione (sigh) durante l'amplesso (argh!) non sia assolutamente necessaria. La descrizione di tutti gli stati d'animo che i personaggi attraversano, partendo dai preliminari e finendo con l'orgasmo, perlopiù mi annoia come lettrice (alla fin fine, sono sempre le stesse espressioni riciclate di romanzo in romanzo) e mi suona ridicola quando mi trovo a doverne scrivere.
Una bella scena di sesso non mi dispiace affatto, beninteso. E se la coppia si è guadagnata il mio affetto ci scappa anche un festoso "evvai, trombano!" Ma quando le cose cominciano a trascinarsi per una pagina, due - piene di sospiri, gemiti, inarcamenti & Co., a me viene da pensare che sarebbe pure ora di tornare alla storia. Come scribacchina e come lettrice, mi piace la via di mezzo tra il "chiudiamo la porta della camera da letto e lasciamo soli gli amanti" e il "ed ecco, signori e signori, in diretta per voi la radiocronaca secondo per secondo della scopata di X e Y!"
Altro discorso è il sesso nei Paranormal Romance: trovo comico/demenziale il modo in cui certe autrici lo scrivono e me la ghigno parecchio, in libreria, sfogliando di proposito i romanzi di signore come la Ward, per leggere a quali vette di scemenza si sia arrivate - visto che ogni nuova uscita dev'essere iperbolica rispetto alle precedenti, se no le fan rugnano perché le scene di sesso non sono all'altezza. Il sesso dei PR lo trovo comico, talvolta, a dispetto del disgusto e dello sdegno. Perché è inutile prendersela più di tanto: il genere è quello che è, e se il manzo di turno non marchia la vitella e non la possiede selvaggiamente, regalandole almeno cinque orgasmi di fila, lo standard non è giudicato accettabile dalle fan stesse.
«Cazzo, ho bisogno di te», esclamò Vishous.Per essere una scena di sesso... lo è. Ma non la trovo né erotica né coinvolgente, alla faccia del *livello elevatissimo della scrittura* (ho appena perculato una recensione positiva al romanzo da cui ho estrapolato la scena, lo ammetto: sono una brutta persona).
Con un'altra mossa repentina, la sollevò come se non pesasse niente. Jane non ne fu sorpresa, V preferiva sempre venire dentro di lei, in fondo a lei; le allargò le gambe prima di posizionarla sopra l'inguine, col glande premuto appena contro la vulva... per poi penetrarla con decisione.
Quell'invasione non c'entrava solo col sesso, era un modo per rivendicare i suoi diritti su di lei, e le piaceva da morire. Era così che doveva essere.
Jane cadde in avanti reggendosi alle sue spalle, guardandolo negli occhi mentre si muovevano all'unisono, a un ritmo frenetico; vennero in contemporanea, irrigidendosi, mentre lui la inondava col suo seme e lei lo mungeva con il suo sesso. Poi V la rovesciò sulla schiena e scivolò verso il basso, tornando dov'era prima, fondendo la bocca con la vulva, stringendola per le cosce mentre la divorava.
Quando lei fu travolta dall'orgasmo, senza darle un attimo di tregua V si tirò su, divaricandole le gambe e penetrandola con una spinta poderosa, il corpo come una macchina imponente che pompava come un pistone sopra di lei [...]
Non riesco a capire come si possa trovare emozionante una cosa del genere - che se non fosse talmente ridicola, mi offenderebbe neanche poco.
Di sicuro, tanta eccellenza non fa per me. Preferisco scene di sesso ridotte al lumicino. Poche descrizioni, pochi dettagli sia fisici che sentimentali. A volte, anzi, nelle scene che scrivo di sentimento non ce n'è manco l'ombra: dipende dalla storia o dal personaggio. Erotiche lo sono molto, ma molto raramente, ovvero: quando mi serve che lo siano.
La cosa non dipende dal fatto che prediligo il punto di vista maschile: anche il sesso scritto pensando al femminile non mi ha mai preso più di mezza paginetta, a dire tanto. Il fatto è che, per me, le scene di sesso in un romanzo che di base è avventuroso sono accessorie. Al più, sono una tappa, un punto di svolta: non le ritengo importanti in sé e per sé, tanto da dare loro spazio in abbondanza. Non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di indugiarvi per dare il contentino al lettore. A me importa di quello che c'è prima e di quello che ci sarà dopo. Con tutta la fatica per mettere su una storia decente, mi cadrebbero un tantinello le braccia nel sapere che è la scena di sesso a catalizzare attenzione e aspettative - al punto da influire sul giudizio complessivo. Se proprio devo assegnare un ruolo alla scena di sesso, diciamo che posso considerarla - e anche concepirla - come un indicatore caratteriale di un dato personaggio. Il racconto che sto scrivendo in questo periodo - quello sui fari, cui accennavo qui - comincia con un... uh... be', comincia con un pompino, diciamolo chiaramente, via. E non mi ha proprio sfiorata l'idea di fermarmi sulle considerazioni che fa e sulle sensazioni che prova il mio protagonista. Se la sta spassando, e sono strasicura che non stia pensando né a misurare le variazioni della sua frequenza cardiaca, né a comporre ardite metafore su pompe e pistoni e che nemmeno stia immaginando di svolazzare in paradiso. Non ho neanche mostrato la cosa più di tanto. Quanto al perché (e non è che debba essercene per forza uno!) io abbia deciso di presentarlo proprio così, è presto detto: è l'anniversario di un brutto evento che lo ha coinvolto/sconvolto/cambiato e lui ha deciso di cominciare la giornata nel modo che gli è sembrato migliore. Stop.
Nelle mie intenzioni questa "presentazione", insieme a tutto il resto che poi andrà a formare background e caratterizzazione, dovrebbe far capire che tipo è il mio protagonista.
Ovvio che la scena di sesso sarà diversa per ogni personaggio. Se appena appena si riesce a dargli spessore, è logico che ognuno di loro - essendo una persona a tutti gli effetti - la vivrà secondo la propria esperienza, il proprio stato d'animo e in base a ciò che sta affrontando.
I protagonisti del romanzo di cui dicevo più sopra avranno una scena di sesso in nulla paragonabile a quella del protagonista del racconto - fosse anche solo per il fatto che uno dei due ragazzuoli è ancora vergine. Per questo, e per svariati altri motivi, so già che dovrò darle più spazio e maggiore profondità di sentimento - ma sempre nell'ottica del è necessaria al fine di... e non in quella del massì, un po' di fanservice non guasta mai.
Sarà una bella impresa. L'unica scena di sesso "emotiva" di cui mi sia mai sentita soddisfatta l'ho scritta anni e anni fa.
Era breve anche quella.