È facile innamorarsi: ci capita fin da bambini e non c’è un’età in cui smette di accadere. Sì, è facile. Ma lo è molto meno stare insieme per un tempo più lungo dell’innamoramento. Perché è superata quella fase che si entra nella dimensione della conoscenza, del rispetto, dell’accettazione, della comprensione, della tolleranza, e la capacità di praticare queste difficili arti necessarie a costruire, rivela una ben più rara capacità: quella di Amare, di continuare ad amare. Nonostante tutto, sempre e forse addirittura per sempre. È possibile?
Adele ci prova, raccontandosi senza ipocrisie e buttandosi a capofitto nella diversità tra uomo e donna, mettendosi a nudo senza nulla nascondere e rivelando pensieri privati e scomodi segreti.
Ma in questo suo circumnavigare attorno alla vita di coppia, ci sfida a trovare la risposta a una muta e costante domanda: «Mutilante è vivere in coppia o in piena e consapevole solitudine?».
Un romanzo scritto a quattro mani, due le voci che si alternano: quelle di Adele, attraverso le pagine del suo diario, a cui ha affidato, in maniera saltuaria, la memoria della sua lunga vita, e quelle di uno psicosessuologo, in servizio presso la casa di riposo in cui Adele trascorre gli ultimi anni della propria esistenza, che ne viene letteralmente travolto. Le pagine lungo le quali si snodano i pensieri dei due, sono sfumature poetiche sul vivere quotidiano di ognuno di noi. La storia di Adele, così come lei ce la racconta, è per lo psicosessuologo non solo momento di intensa riflessione, ma anche occasione per affrontarne, con l’approccio che la professione gli impone, le tematiche che ne scaturiscono: dall’amore, al tradimento, dalla depressione, all’aborto passando per il suicidio. Il libro non lascia indifferenti, forse perché Adele scrive di ognuno di noi.