Una sentenza pesante, durissima per un reato altrettanto pesante e durissimo. E mentre nel Pdl si fanno largo i falchi, quegli stessi che occuparono le aule del Tribunale di Milano, che urlano contro la magistratura a difesa del Capo condannato serve capire invece che è giunto il momento di chiudere il conflitto più che ventennale tra politica e giustizia. L'unica pacificazione possibile deve essere appunto questa non quella che vede il paese diviso tra berlusconiani ed anti berlusconiani. Politica e giustizia devono riprendere a dialogare per il bene del Paese, per rendere la giustizia un diritto esigibile per tutti i cittadini. Per far questo occorre che la politica, tutta, quella di destra come quella di sinistra, non veda la giustizia come un nemico da sconfiggere o come un corpo estraneo allo Stato. Da quello Stato che invece ha sentenziato di essere incompatibile con l'imputato Berlusconi.
A questo punto, per favorire tutto ciò, occorrerebbe che Berlusconi abbandonasse la vita pubblica, lo facesse come un gesto di decoro.
E poi questa sentenza parla (anzi, urla) anche a Napolitano ed al Partito Democratico, sono ancora giustificate le larghe intese?