Lo so che può apparire eccessivo: sì insomma, il tipico discorso di chi se la canta e se la suona. Però è indubbio che si scrive anche per chiudere certi conti con… il passato?
Certe idee?
Be’, sì, è proprio così. Ci ripensavo qualche giorno fa mentre per caso sfogliavo un racconto di “Non hai mai capito niente”.
Società civile
“Chiude gli occhi non appena il pianto di Davide le aggredisce le orecchie; stringe le mani attorno al bordo del lavabo. Quando li riapre dopo qualche istante, nello specchio del bagno ritrova il proprio volto magro, appesantito dalla stanchezza. Lo sguardo brilla; nonostante le lacrime e gli anni conserva lo stupore luminoso di una volta.”
Si intitola “Società civile” ed era un racconto che molti anni fa avrei scritto in maniera differente. Con in testa l’idea di indignare. Di gonfiare il petto del lettore di “vibrante protesta”.
“Con la luce del giorno i figli sembrano sgusciati dalle quinte di un teatro gestito da un folle.”
Certo, si tratta di erbacce. Di gente che vive ai margini. A cui le cose vanno male e possiamo scommettere qualunque cosa che continueranno ad andare male. Perché…
Non è questo il punto.
Però non parlerei di evoluzione di chi scrive, ma di comprensione. Quando per i motivi più folli e disparati ci si mette a scrivere, si ha un bagaglio di cultura che si immagina invincibile. D’accordo, c’è gente che non ha niente del genere eppure scrive, ma questo è un altro discorso.
Mi riferisco proprio al tipo che invece ha tutte le qualità per scrivere, e lo fa. Credendo di farlo. Diavolo: sa tutto. La scuola, gli insegnanti gli hanno sempre ripetuto che ci sa fare. Che gli bastava la volontà per riuscire. La volontà.
L’unica volontà che ti serve
Ma non era qui la verità. Perché l’unica volontà che ti serve non è quella che ti fa ripetere:
Voglio scrivere
Voglio scrivere
Voglio scrivere
Questo è spam.
L’unica volontà che ti serve è quella di gettare tutto alle ortiche, sederti da qualche parte e tenere la bocca chiusa. Fallo anche se non hai intenzione di scrivere. Fallo e basta. Vai da qualche parte e taci. Ascolta. Non è facile perché le persone sono brutte, sporche e cattive. Dovresti andare a lavorare, ma in certi posticini dove dico io. Sarebbe altamente educativo. Lì, ti giocheresti la partita. Perché scommetto che saresti perennemente indignato/a!
Tutta gente brutta, che ragiona, e parla, in certi modi! Da medioevo!
E tu penserai, sentendoti felice di essere superiore:
“Ma dove troverò il tempo, e il modo, di indicare a questi disgraziati ignoranti la luce? Il progresso?”