Magazine Adolescenti

Adolescenza e crisi

Da Psychomer
by Concetta Maffione on luglio 25, 2012

Ogni volta che sentiamo parlare di adolescenza pensiamo subito che questa rappresenti un periodo critico della vita dell’individuo, in cui la propria immagine cambia ed avvengono trasformazioni in termini fisici, biologici e psicologici. L’individuo non è né più un bambino né ancora un adulto e l’identità subisce i cambiamenti legati al superamento della fanciullezza. Contemporaneamente cambiano anche i punti di riferimento: non sono più i genitori bensì il gruppo dei pari che permette all’adolescente di confrontarsi e di fare nuove esperienze al di fuori del contesto famigliare.

E’ questo che porta gli studiosi a descriverlo come un periodo di crisi: Hall (1904) l’ha definito come una fase di storm and stress (tempesta e tensione); Anna Freud (1936), invece, lo descrive come un periodo di vita tumultuoso, in cui l’equilibrio ottenuto nel periodo di latenza (corrispondente al periodo della fanciullezza) è venuto meno. È, secondo l’Autrice, un periodo denso di sconvolgimenti dovuti anche ad un risveglio pulsionale, fino a quel momento rimasto latente; nello specifico A. Freud si riferisce ad una forza istintuale, l’Es, che si oppone ad un Io relativamente ancora debole che cerca di gestire queste pulsioni attraverso appositi meccanismi di difesa (rimozione, ascetismo, intellettualizzazione…). In base all’esito di tale conflitto si giungerà, secondo la Freud, alla formazione del carattere o, al contrario, alla produzione di sintomi nevrotici.

Ad ogni modo, non solo gli studiosi ne parlano in termini di crisi; questa concezione, non del tutto positiva dell’adolescenza, fa proprio parte della nostra visione occidentale. Si parla, per l’appunto, di “crisi adolescenziale” proprio perché si pensa che questo periodo sia costellato da una serie di difficoltà legate ai nuovi compiti dello sviluppo che l’adolescente deve fronteggiare come, ad esempio, lo sviluppo fisico-corporeo e sessuale, quello cognitivo e quello socio-relazionale.

L’immagine che abbiamo dell’adolescente è spesso quella di un individuo che cerca di farsi largo nel mondo degli adulti senza ancora potervi accedere del tutto, che è irrazionale ed impulsivo, che è “difficile da gestire”, che entra in conflitto con i genitori, che non “digerisce” gli ordini impostigli dall’alto, che vuole più indipendenza,  ma che vive ancora sotto lo stesso tetto dei genitori. Insomma, da questa breve descrizione emerge l’idea che l’adolescenza sia un momento piuttosto complicato sia per i ragazzi, che non hanno ancora un’identità ben definita, sia per i genitori che faticano a farsi rispettare.

Eppure sembra che questa conflittualità intergenerazionale non sia presente in tutte le culture; non tutti gli adolescenti manifesterebbero la cosiddetta “crisi adolescenziale”: M. Mead (1928), una famosa antropologa, ha dimostrato che, a fronte dell’inevitabile e universale maturazione puberale, le modificazioni a livello psico-emotivo degli adolescenti sono in gran parte influenzate dalla cultura d’appartenenza. La Mead ha studiato gli adolescenti delle isole di Samoa, nell’arcipelago dell’Oceano Pacifico, mettendo in luce che in questo luogo l’adolescenza è percepita come un momento di crescita e sviluppo del tutto equilibrato e naturale, non caratterizzato da alcun tumulto umorale e ormonale. Gli adolescenti Samoani sono, infatti, educati alla sessualità fin da piccoli con estrema naturalezza, senza alcun tipo di tabù. Con la maturazione fisiologica i ragazzi assumono già comportamenti sessuali adulti vivendo con minore intensità, rispetQuindi, to ai coetanei occidentali, i conflitti con i genitori e, in generale, con il mondo degli adulti.

Da quanto emerso sarebbero quindi le pressioni e le difficoltà che caratterizzano la cultura Occidentale a determinare i conflitti che caratterizzano l’adolescente e non i compiti evolutivi che caratterizzano questa fase della vita.

In conclusione, possiamo dire che si tratta sicuramente di un momento della vita che ha caratteristiche universali e ricorrenti,  ma che è altrettanto segnato dalla società e dalla cultura di appartenenza.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :