La vita calcistica di Adriano Leite Ribeiro potrebbe ricominciare dalla Francia in Ligue, dove il Le Havre Athletic Club ha deciso di dargli fiducia. Si è concesso hai microfoni di ”FcInterNews”, dove ripercorre gli anni più belli passati in maglia Neroazzurra, l’affetto dei tifosi, il rapporto paterno con Massimo Moratti ed ha svelato un episodio che non dimenticherà mai a cui è molto legato.
Che ricordo hai dei tuoi primissimi passi nel mondo del calcio?
“Il ricordo è legato alla squadra in cui ho iniziato e mi sono formato: il Flamengo. La persona che per prima mi ha aiutato è stata la mia mamma. Ricordo con piacere quando mi ha portato nella sede della società. Prima di intraprendere la strada da calciatore mi dedicavo al calcetto”.
Dopo il ritorno dal Parma hai passato cinque mesi in nerazzurro riuscendo, quasi da solo, a trascinare la squadra al quarto posto utile per la Champions. Secondo te quello è stato l’Adriano più forte di tutta la carriera?
“Sicuramente, dico di sì. Nel 2004, dopo il ritorno in maglia nerazzurra, ho segnato 15 gol in 16 partite, praticamente quasi una rete a gara. Quindi, direi di sì. Quello è stato il miglior Adriano mai visto in carriera”.
Il gol che porterai sempre nel cuore con la maglia nerazzurra?
“Mamma mia! Che bella domanda! Non riuscirei a sceglierne uno solo, perché ne ho fatti tanti con l’Inter!”.
Quanto è importante per te la maglia nerazzurra?
“Rispondo dicendo che l’Inter ‘abita’ nel mio cuore”.
Il momento più bello che porterai per sempre con te?
“Non è un discorso prettamente di campo, ma riguarda i tifosi. Quando entravo e loro cantavano il mio coro mi emozionavo tantissimo. Anzi, mi emoziono anche ora solamente a ricordarlo”.
Il momento più brutto vissuto a Milano.
“Quando è morto il mio papà”.
Che ruolo ha nella tua vita, calcistica e non, Massimo Moratti?
“Il presidente ha avuto grandissima importanza, avendo un ruolo fondamentale. Moratti è sempre stato come un padre, il suo ricordo è con me anche oggi”.