Per questa nichiesta sono stati intercettati i vertici dell'azienda di stato: nell'articolo di Marco Lillo su Il fatto quotidiano "B. il premier che sussurrava agli indagati di Finmeccanica", possiamo così leggere queste conversazioni tra i nostri supermanager e l'allora presidente del Consiglio.
Uno squarcio di come funziona il mercato delle armi in Italia e nel mondo.
Agli atti dell’ultimo rivolo dell’indagine napoletana dei pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli su Finmeccanica c’è una telefonata del 2 agosto 2011 tra Silvio Berlusconi e Massimo Ponzellini, allora potente presidente della prima società di costruzioni italiana, Impregilo. La conversazione secondo i pm di Napoli dimostra i rapporti tra il “soggetto corruttore” Lavitola e il “corrotto” (per quanto non punibile), il presidente di Panama Ricardo Martinelli, e il “protettore” politico-istituzionale, e lo sponsor del Lavitola, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio dell’epoca.
Ponzellini: Ciao Silvio tutto bene? Che piacere sentirti ...
Berlusconi: No bene no, sto proprio male ma comunque andiamo avanti, senti una cosa, ti telefono perché, mi telefonano da Panama e dicono che devo contattare i vertici Impregilo, tu sei ancora Impregilo vero?
P: Son presidente sì.
B: E dire che sulla questione ospedali dovete trovare l’accordo con Panama, si altrimenti il presidente del Panama rilascerà alle 19 e 30 di questa sera ora panamense una dichiarazione per bloccare l’opera di Impregilo sullo stretto, con un grave tracollo, conseguente in borsa per Impregilo, io ti passo l’informazione cosi come me l’hanno lasciata scritta a seguito questo qui, è quel tale Lavitola no, amico del presidente di Panama. Mi ha telefonato sei volte mi ha trovato alla fine e mi ha lasciato detto questo.
P: Ti ringrazio come sempre di tutto dell’informazione mi metto in moto subito siccome domani alle 7 e 30 sono da Gianni Letta ti lascio la soluzione , ma stasera già intervengo. Mi hai fatto un regalo mi ha fatto piacere, ho fatto gli auguri per la mano, spero che vada bene. Tu domani sei a Roma?
B: Lasciamo perdere vado a parlare due volte sia alla Camera sia al Senato per un discorso per cui non sono per niente convinto.
La mattina dopo, il 3 agosto alle 11 e 37 Ponzellini chiama subito l’allora amministratore delegato di Impregilo Rubegni (carica che ha lasciato nel luglio scorso).
Ponzellini: Ho preso un inculata ieri sera, sfurioso del presidente Berlusconi.
Rubegni: Per che cosa?
P: Perché gli ha telefonata Lavitola che Martinelli è incazzato per la scuola.
R: E vabbè a Lavitola gli passa... no la scuola era un ospedale, gli passerà l’incazzatura, oh basta non che tutti, tutti con interposta persona... quello telefona... ma che cazzo di Paese è, uno stato di banane... E quindi durissimi, quindi il titolo anzi semmai c’è lo fa salire.
Agli atti c’è anche l’intercettazione di una telefonata nella quale si accusa Silvio Berlusconi di fuga di notizie sull’inchiesta a beneficio degli indagati. Il 20 agosto del 2011 Paolo Pozzessere, direttore commerciale di Finmeccanica, parla con la consulente del gruppo, e modella colombiana, Debbie Castaneda, delle indagini in corso su di lei. La fonte della soffiata è niente meno che il presidente Berlusconi ma lei non ci vuole credere. Questa è la sintesi effettuata dalla polizia per la Procura di Napoli:
“Debbie dice che ha parlato con Berlusconi che ha negato di aver detto una cosa (non specifica quale) e Paolo dice non è vero perché tale cosa Berlusconi l’ha detta a tre persone differenti e che la cazzata invece l’ha detta a lei (Debbie). Paolo dice che Berlusconi ha parlato con Orsi, Iardella e Guarguaglini in occasione della sfilata del 2 giugno e gli avrebbe detto dì stare attenti a Debbie perché la stessa è coinvolta in un’indagine della magistratura, cosa che avrebbe lasciato di stucco le tre persone, visto i problemi che Finmeccanica ha gia con la magistratura. Tale cosa è stata riferita a Paolo Pozzessere successivamente da Guarguaglini”.
PARLA Pozzessere tranquillo perché come dice al telefono:
“Tanto questo è il telefono brasiliano quindi posso pure parlare”, e poi aggiunge altri particolari così sintetizzati nell’informativa: “A dire di Paolo Pozzessere tale notizia sarebbe arrivata a Berlusconi tramite uno della Finanza”. Infine dall’inchiesta emerge nitido il ruolo di Claudio Scajola: è intervenuto per sbloccare la vendita da parte di Fincantieri e Fin-meccanica delle navi brasiliane da 5 miliardi, vendita sulla quale sarebbe stata chiesta una mazzetta pari all’undici per cento della commessa, secondo l’ex direttore centrale Finmeccanica Lorenzo Borgogni e che invece, secondo il racconto ai pm di Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, si trasforma nell’acquisto di un’azienda brasiliana per un valore di 70 milioni, pari al 3 per cento della commessa. L’ex ministro dello sviluppo economico Scajola avrebbe messo in pista il deputato del Pdl Massimo Nicolucci, amico dell’imprenditore Salvatore Graziano, a sua volta legato al ministro della difesa brasiliano Nestor Jobin. Ci fu anche una riunione tecnica alla presenza anche dell’attuale sottosegretario alla difesa Filippo Milone, allora consigliere del ministro La Russa, contrario alla vendita.