Molti pazienti hanno paura e desiderio, durante il lavoro in seduta, che prima o poi venga fuori il ricordo sommerso di un trauma.
Il Trauma misterioso
Anzi, come vi avevo già illustrato nel post sulla mia pagina Facebook, a volte alcune persone ci restano male quando si rendono conto che il tempo passa ed io non li ho ancora aiutati a recuperare il ricordo di questo trauma misterioso.Il trauma inteso come grande evento improvviso ed isolato, non è così frequente e non è mai l'unica causa scatenante di un disagio psicologico, eccezione fatta per casi particolari ( pensiamo all'essere vittima di una catastrofe naturale o di un incidente tragico ).
Che cos'è il trauma nel vissuto comune dei pazienti nella realtà del lavoro dello psicoterapeuta
Invece è vero che un ripetersi di eventi traumatici, anche di minore entità, possa purtroppo condurre ad un disagio psicologico profondo e significativo.Sul cosiddetto Disturbo post-traumatico da stress ne avevo parlato nel post Aspetti psicologici del disturbo post-traumatico da stress descrivendone la sintomatologia, ora invece voglio spiegare con semplicità ( o almeno ci provo ) cosa accade in un lavoro terapeutico con persone che portano con sé il vissuto psicologico del trauma.
9 aspetti su cui il terapeuta lavora con il paziente che porta il vissuto traumatico
Nella relazione che costruisco con il paziente mi ritrovo a passare attraverso 9 passi fondamentali per garantire la possibilità di lavorare sul trauma portato o rivissuto in terapia.
1.Messa in sicurezza: è fondamentale che il paziente possa vivere il momento della seduta come luogo sicuro e privo di intromissioni
2.Presenza: il terapeuta deve essere presente nella relazione e farsi testimone, anche nel semplice silenzio, delle emozioni vissute del paziente
3.Ascolto: essere in ascolto vuol dire concedere uno spazio di contenimento per il paziente in cui venga davvero ascoltato in modo totale
4.Prevedibilità: i pazienti che portano il tema del trauma spesso vivono uno stato di angoscia legato alla perdita di controllo della propria vita, che diventa percepita come a rischio di continua minaccia post-traumatica. Il terapeuta deve garantire una sorta di costanza nei tempi e bello svolgimento del lavoro inseduta.
5.Continuità: il terapeuta garantisce la possibilità di lavorare con il paziente nel tempo e sostenendo la continuità del percorso terapeutico
6.Rispetto delle difese e dei limiti: nei casi di trauma, il rispetto delle difese del paziente è fondamentale in quanto non è possibile metterle in discussione ed eliminarle, se prima non si sono costruite valide alternative nella struttura psichica del paziente
7.Offerta di uno spazio adeguato all'espressione non verbale: come ho già accennato, il lavoro non verbale è molto utile nel percorso terapeutico delle tematiche legate al trauma
8.Consapevolezza delle proprie emozioni: aiutare il paziente a riconoscere le proprie emozioni autentiche
9.Ridefinire i confini corporei per riconoscere i confini psichici: lavorare attraverso le tecniche corporee può essere d'aiuto per aiutare a ridefinire il proprio spazio personale che nel caso del trauma è stato spesso invaso e svalutato
Vi ricordo che il mio è un approccio terapeutico di orientamento psicodinamico e ve ne avevo parlato anche nel post Ma cosa succede nella stanza dello psicologo? . Nel mio metodo di lavoro con il paziente viene integrato l'elemento non-verbale ed espressivo, soprattutto dove il trauma non può essere ancora mentalizzato o sentito dal paziente, può diventare uno strumento di sostegno ed elaborazione di alcune emozioni dolorose per trasformarle in qualcosa di accettabile e meno penoso.
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