di Giacomo Dolzani
Dopo le denunce di numerosi brogli da parte di molte ong e dal capo dell’ufficio reclami della Commissione Elettorale, Abdul Sattar Saadat , il quale riferì di innumerevoli segnalazioni di irregolarità durante il primo turno della tornata elettorale, tenutosi il 5 aprile, oggi, in tutto l’Afghanistan, si svolge il ballottaggio che deciderà chi sarà il successore di Hamid Karzai, ininterrottamente alla guida del paese dal 22 dicembre 2001, in seguito alla caduta del regime dei talebani.
Gli elettori sono chiamati a scegliere tra Abdullah Abdullah, ex ministro degli Esteri che ottenne il 45% dei voti al primo turno e Ashraf Ghani Ahmadzai, ministro delle Finanze uscente a cui andarono il 31.6% delle preferenze.
Ha aperto simbolicamente le operazioni di voto Yousuf Nuristani, capo della Iec (Commissione Elettorale Indipendente), ma la tensione è già alle stelle.
I gruppi legati ad al-Qaeda ed al vecchio regime fautore della sharia (la legge islamica), rovesciato dall’attacco statunitense del 2001, ma le cui radici non sono mai state estirpate, hanno negli scorsi mesi lanciato un’offensiva volta a sabotare lo svolgimento delle elezioni, causando anche la fuga di gran parte degli osservatori internazionali, chiamati a garantire la regolarità delle operazioni di voto. Nonostante non abbia causato vittime o danni ingenti, un razzo è caduto nel centro di Kabul a solo due ore dall’inizio delle votazioni mentre ben più grave è stato l’esito di un attacco avvenuto nell’ovest del paese, nella provincia di Farah, nei pressi del confine iraniano: un ordigno rudimentale è infatti esploso uccidendo due poliziotti e ferendone altri sei; secondo quanto dichiarato dalle forze di sicurezza questi stavano trasportando materiale per allestire i seggi.
Le operazioni di voto sono cominciate alle 7 e dureranno fino alle 16 locali, l’orario di chiusura sarà comunque prorogato per chi già si trovava in coda.
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