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Aforismi di elemire zolla’

Creato il 06 settembre 2012 da Mente Libera

La realtà ultima è un puro punto interrogativo
Concediti a dosi minime, con garbo distaccato, sii irremovibile nel vietare che l’armonia, la compattezza del tuo essere vengano scioccamente violate. Scruta il fondo dell’anima, intercetta i principi che reggono le cose, cogli le spinte di germogli verso la luce.
Lascia dilagare nel cuore la pace profonda della beatitudine.
Bisogna abbandonare ogni concetto noto; ignorare ogni conoscenza morta per trovare ciò che vive e dà vita… morire per rinascere!
Renditi conto che tutto questo multiforme spiegamento è un’espressione del tuo essere.
Forare lo spazio che su di noi hanno curvato secoli e secoli di dogmatismo è l’atto più bello che si possa compiere.
Nel flusso della coscienza ci sono delle brecce, basta infilarle per compiere viaggi strepitosi senza spostarsi di 1 millimetro
Vede rettamente soltanto colui che sappia rendersi impersonale e quieto, così come l’acqua può rispecchiare soltanto se è immobile, senza turbamento. Una coscienza tranquilla sviluppa l’arte del distacco; non si identifica con quell’ammasso di impressioni casuali che distraggono la mente…

Per mantenersi nello stato di spassionata osservazione occorre non avere interessi da difendere, paura da sedare, capricci da soddisfare… solo così si può andare al di là dei recinti in cui si stava rinchiusi e così spalancare l’immensa distesa del possibile e svuotare la mente da ogni abituale legame di parassitismo.
Tutti gli alberi che non danno frutto, sta scritto, saranno tagliati e gettati nel fuoco. In vista dei frutti, dunque, bisogna sorvegliare quello che accade in noi, vale a dire custodire il cuore.
La nuda, intimamente presa di coscienza che il senso del mondo è parte anche esso dell’affabulazione mentale conduce a una disincantata percezione dell’assurda realtà.
Il tutto è vede le parti con un solo sguardo, mentre le parti non vedono il tutto se non per aspetti diversi e successivi. Tutto è simultaneo fuori dal tempo.
Gli amori più fervidi rifiutano le nomenclature… le opere più eminenti si compiono in silenzio.
Molti non possiedono questo angolo indicibile della persona e si sbarazzerebbero volentieri della loro o altrui parte tacita. Finché la conoscenza non viene vissuta interiormente e resta legata alle sole parole, è un acquisto sterile, che non giova a portare la mente nel cuore, cioè nell’angolo indicibile della persona, fonte di intendimento unificante, impulso unitivo ineffabile.
La parola è un tramite imperfetto… una danza, uno sguardo, un gesto, un’immagine, una sensazione possono essere più propizi.
La vita non è tutta qui… si può osservare questa molteplicità senza identificarsi nelle percezioni che si susseguono ora in un tumulto affannoso, ora distesamente… senza dire che quei movimenti sono i miei, fino a non partecipare più, diventando puri testimoni.
La poesia è quella conoscenza provvidenziale che ravvisa nel disegno dei loro destini ancor informi il boccio destinato a fiorire.
È bene immedesimarsi nel diverso, sia esso una persona, animale, cosa, figura onirica… ed essere al tempo stesso il testimone imperturbato dell’emozione che attanaglia il cuore; non si può esprimere a parole la felicità di abbandonarsi al diverso, assorbirlo in tutti pori.


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