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Africa: continente di guerre dimenticate

Creato il 27 aprile 2011 da Bloglobal @bloglobal_opi
di Maria Serra
Soloun anno fa 17 Paesi africani festeggiavano i cinquant’anni di indipendenza e,in occasione della Conferenza “Africa 21”– tenutasi in Camerun il 18 e 19 maggio –, i Capi di Stato e di Governostendevano un bilancio sostanzialmente positivo del periodo successivo allacolonizzazione, parlando, nonostante i drammi del passato, dell’avvio diun’epoca di sostanziale pace.Gliavvenimenti che si stanno verificando sulle coste settentrionali del continentesmentiscono clamorosamente questo quadro. Ma non solo. Al di sotto della regionenordafricana c’è un intero continente che continua a non conoscere pace estabilità. Anche piccole rivendicazioni scaturite da risultati elettorali, adesempio, si possono trasformare in scontri, gli scontri trasformarsi in guerrea bassa intensità, le guerre a bassa intensità trasformarsi in guerre civili.Lecause vanno spesso ricercate nel controllo delle risorse naturali: là dove queste sonoabbondanti è frequente che gruppi ribelli insorgano contro il governo legittimoper appropriarsene o gestirle in proprio favore. Il controllo delle risorse èaltresì cruciale perché le fazioni in guerra ne ricavano il denaro necessarioper comprare le armi e pagare i soldati. È quanto avvenuto nella RepubblicaDemocratica del Congo, in Liberia e, come le recenti cronache hanno riportato,in Costa d’Avorio. In questa lotta territoriale l’appartenenza etnica rivesteun ruolo chiave, in quanto possibile strumento politico nella conquistaviolenta del potere. La mancanza di prospettive economiche rende, inoltre, lepopolazioni più instabili e sensibili a sentimenti di protesta: l’esistenza deldebito estero, in questo senso, alimenta l’instabilità politica e sociale. Lapossibilità, infine, di un’ingerenza da parte di potenze straniere – magariattraverso la presenza di multinazionali che hanno permesso di continuare unasorta di colonizzazione economica e che spesso sono state accusate difinanziare economicamente e militarmente le parti in conflitto – complica lasituazione di conflitto, portandola, in taluni casi, da un piano tribale ad unpiano internazionale, determinando, in tal modo, anche equilibri geo-economicie geo-strategici. Negliultimi dieci anni vi sono state 32 guerre nei 53 Paesi africani, senzaconsiderare le semplici proteste e i colpi di Stato che hanno generato ancorpiù instabilità. E attualmente vi sono 19 Stati in guerra (con 49 tra milizie-guerriglieri e gruppi separatisti coinvolti) [1], dai quali l’interventoONU/NATO in Libia sembra aver distolto l’attenzione:

Africa: continente di guerre dimenticate

Fonte: "Guerre nel Mondo" - dati aggiornati al 24.04.2011


- Algeria:dal 2005 scontri tra esercito regolare e il gruppo islamico al-Qaeda nelMaghreb (AQMI)-   Angola: scontri tra esercito regolaree:·  Movimento secessionista del Fronte diLiberazione di Cabinda·  Fronte per la liberazione dell’Enclave diCabinda- Ciad: scontritra esercito regolare e Union of Resistance Forces (URF)- Costa d'Avorio: scontritra forze FDS del presidente Laurent Gbagbo e le Forze Repubblicane delpresidente neo-eletto Alassane Ouattara (finito il 13 Aprile 2011)- Giubuti: scontritra esercito regolare e ribelli Front for the Restoration of Unity and Democracy(FRUD)- Eritrea: scontritra esercito regolare e:·  Democratic Movement for the Liberation of theEritrean Kunama (DMLEK)·  Eritrean Salvation Front (ESF)·  Red Sea Afar Democratic Organisation (RSADO)·  Continue tensioni per questioni di confinecon l’Ethiopia e Gibuti- Etiopia: scontritra esercito regolare e:·  ONLF (Ogaden National Liberation Front) lottaper l’Indipendenza dell’ Ogaden dal Governo Etiope dal 1984 (ha accettato dideporre le armi a Settembre 2010. Il 12 Ottobre 2010 ha firmato un accordo dipace con il Governo.)·  Ogaden National Liberation Army (ONLA) alaarmata dell’ONLF·  Oromo Liberation Front (OLF) lotta perl’Indipendenza di Oromo dal Governo Etiope dal 1973·  United Western Somali Liberation Front(UWSLF) dal 1970- Libia: scontritra esercito regolare e combattenti ribelli anti Gheddafi con l’aiuo della NATO(Guerra civile in corso)- Mauritania: scontritra esercito regolare e:·  Gruppo islamico al-Qaida nel Maghreb islamico(AQMI) dal 2005 (conosciuto in passato come Gruppo Salafita per la Predicazionee il Combattimento (GSPC) nel 2003)·  Gruppo Ansar Allah collegato ad al-Qaida nelMaghreb islamico (AQMI)- Nigeria: scontritra esercito regolare e:·  Mend (Movimento per l’emancipazione del deltadel Niger)·  Forza volontaria popolare del Delta del Niger(NDPVF)·  Boko Haram dal 2002- Repubblica Centrafricana: scontri tra esercitoregolare e:·  CPJP (Convention of Patriots for Justice andPeace Movement)·  FDPC (Democratic Forces for the People ofCentral Africa)- Repubblica Democratica del Congo: scontri tra esercitoregolare e:·  Lord’s Resistance Army (LRA) nate nel 1987contro le forze armate congolesi e ugandesi·  Popular Front for Justice in Congo·  Independent Liberation Movement of the Alliesconosciuto anche come (Nzobo ya Lombo)·  Milizia pro-governativa chiamata Mai MaiYakutumba·  Fronte democratico di liberazione del Ruandao Forces démocratiques pour la libération du Rwanda (FDLR)·  Alliance des patriotes pour un Congo libre etdémocratique (APCLS)·  Patriotes résistants congolais (PARECO)- Ruanda: Esercitoruandese contro la milizia Hutu ruandese- Sahara Occidentale: Lotta del Fronte Polisariocontro l’occupazione del Marocco.- Senegal:Senegal Army against Casamance Movement of Democratic Forces (MFDC)- Somalia: scontritra esercito regolare e forze dell’Unione Africana (UA) e:·  Al-Shabaab gruppo somalo islamico·  Hizbul Islam o Partito Islamico gruppoislamico (nato il 4 Febbraio 2009 dall’unione di 4 gruppi)·  Hisb al-Islam·  Milizia Sufi Ahlu Sunna Wal Jamaca (ASWJ)(gruppo islamico pro-governativo contro Al-Shabaab e Hizbal Islam dal 17 Marzo2010)·  Rahanweyn Resistance Army o Reewin ResistanceArmy (RRA) attivo nello Stato somalo del Southwestern dal 1995- Somaliland - Putland: scontritra entrambi gli eserciti contro SSC [Sool, Sanag, Cayn], l’ala armata di ungruppo che si autodefinisce Northern Somalia Unionist Movement (NSUM).L’esercito del Puntland combatte contro la milizia Galgala.- Sudan: lottatra il Governo del Sudan del Nord islamico contro il Sudan del Sud cristianodal 2005. Il Governo è in lotta anche con le popolazioni del Darfur dal 2003.Si segnalano anche continui scontri con i ribelli:·  Jem (Justice and Equality Movement) dal 2006(Aveva firmato un cessate il fuoco con il Governo nel Febbraio 2010) (membrodell’alleanza formata dal Justice and Equality Movement (Jem) e fazione SudanLiberation Movement Minni Minnawi (Sla-Minnawi))·  Fazione Sudan Liberation Movement MinniMinnawi (Sla-Minnawi)·  Il gruppo Liberation and Justice Movement(LJM) include 10 piccoli gruppi ribelli dal Febbraio 2010 (Ha firmato uncessate il fuoco con il Governo nel Marzo 2010)·  Sla (Sudan Liberation Army) dal 2002·  Sla-Nour (Sudan Liberation Army fazione AbdulWahid Nour)·  National Redemption Front (NRF) dal 2006·  Sudan Liberation Movement – RevolutionaryForces (SLM-RF) dal 2006·  Sudan People’s Liberation Army/Movement(SPLA/M) e la sua ala politica Sudan People’s Liberation Army (SPLA) o SudanPeople’s Liberation Movement (SPLM)·  Milizia Gatluak Gai·  Milizia Gabriel Tang (chiamato anche TangGinye)- Uganda: scontritra esercito regolare e:·  Lord’s Resistance Army (LRA) nato nel 1987contro le forze armate ugandesi e congolesi·  Al-Shabaab gruppo somalo islamico
Nelquadro non sono considerati i casi della Tunisia e dell’Egitto perché, perquanto la situazione sia ancora di tumulto, non si è trattato di scontriarmati. A questo scenario, tuttavia, potrebbero aggiungersi il Burkina Faso,che da alcuni giorni è attraversato da una protesta piuttosto preoccupante daparte dell’esercito nei confronti del Presidente Compaorè, lo Swaziland – incui si stanno verificando numerose manifestazioni di dissenso nei confronti delregime autoritario del Re Mswati III – e, soprattutto il Sud Sudan, che nellaprossima estate, a seguito del referendum secessionista da Khartoum, diventeràufficialmente il 54° Stato africano. Nonostante il Paese non abbia ancoraufficializzato la propria indipendenza, ha al suo interno pericolose divisionitribali germi di una possibile guerra civile.Diversesono le missioni di peacekeepingdell’ONU presenti sul territorio: in Congo (MONUSCO), in Darfur (UNAMID), inSudan (UNMIS), in Repubblica Centrafricana e Ciad (MINURCAT), in Costa d’Avorio(UNOCI), in Liberia (UNMIL), in Africa Occidentale (MINURSO). Ma le debolezzedel sistema di sicurezza collettivo sono evidenti di fronte alla problematicitàdel Continente, così come quelle di un’Unione Africana (UA), creata nel 2002come superamento della precedente Organizzazione dell’Unità Africana (OUA)sotto l’impulso della comunità internazionale. Questa organizzazione, che ponenei suoi primi articoli la promozione della pace e della sicurezza (oltre cheun sistema economico integrato), e che addirittura prevede un sistemasanzionatorio nel caso di situazioni di ottenimento del potere con mezziincostituzionali, si è rilevato uno strumento insufficiente, soprattutto dalpunto di vista politico. Ilsostanziale fallimento dell’Unione Africana e delle missioni ONU sono gliesempi lampanti di come una pacificazione del continente sia ancora ben lontanadall’essere raggiunta. Il XXI Secolo era stato annunciato come il secolodell’Africa. L’attualità del Grande Medio Oriente insegna, tuttavia, che icambiamenti sono sempre qualcosa di imprevedibile e che le popolazionicostituiscono la vera risorsa di sviluppo politico, economico, sociale eculturale. Ma la profondità degli intrecci etnici, tribali, culturali, nonchéla posizione privilegiata di pochi dittatori, rende per ora lontano il riscattodel continente più antico del mondo. * Maria Serra è Dottoressa in Scienze Internazionali (Università di Siena)[1]Fonte: www.guerrenelmondo.it

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