Con l’appropinquarsi del nuovo anno, non so voi, ma a me viene anche un pò “l’ansia da nuova agenda“.
Vi state chiedendo che cos’è? Beh, è l’ansia annuale di riuscire a trovare una agenda nuova, per l’anno che verrà, dove segnare tutti i nostri numerosissimi impegni, e magari anche qualche progetto, pensiero, fantasia, sogno nel cassetto, accadimenti vari, date da ricordare, date da festeggiare.. insomma: non semplicemente una agenda qualunque, una serie di fogli di carta rilegati assieme in qualche modo, ma LA nostra agenda.
E non so voi, ma io sono molto, molto, molto pignola, sulla mia agenda.
Sarà perchè guardo sulle mensole degli scaffali da cui mi ochieggiano, vuote e inutilizzate, accusatorie come solo le agende intonse di certi anni “disoccupati” possono essere, oltre che un enorme spreco di denaro – chè le agende mica costano poco!
Sarà perchè ogni anno c’è quella sottile malinconia di dire addio al vecchio, e doversene staccare, anche se ci ha servito fedelmente per un anno intero.
e per “fedelmente” intendo proprio senza riserve e senza un minuti di pace, visto che sono una “Scribbacchina incallita” e sono capace di svegliarmi con un’idea da buttar giù anche alle 4 di notte – indi dormo con il quadernino sotto al cuscino, indi i miei sogni non stano nel cassetto.. ma sotto al cuscino! :D
sarà che ogni anno mi è sempre più difficile trovare “l’agenda perfetta” (la fantomatica agenda perfetta, un pò come la borsa perfetta: non è mai uguale per ognuno di noi, perciò è a tratti introvabile). Fattostà, che io comincio con qualche giorno, diciamo pure mese, di anticipo, a cercarla.
E per farlo, mi giro tutte le cartolerie di Milano, grandi e piccine (di piccine ormai ce ne sono pochine e sono care come il fuoco… ma quelle che ci sono, sono delle bomboniere squisite!).
Ebbene si: cercare l’agenda per il nuovo anno è uno dei compiti più ingrati e insieme che più amo da sempre. Ve l’ho mai detto che io ADORO la carta, e -indi- i prodotti di carta?
Ne ho proprio una venerazione.
Prima di tutto per quel loro caratteristico odore, in secondo luogo per la sensazione che dà sotto le dita un foglio di carta “nuovo”, e poi per il senso di pace e di gioia che mi prende quando mi trovo davanti a una pagina bianca, vuota, di carta intonsa, con quella sua caratteristica granulosità appena accennata, con quel suo colore di “Carta buona”.
E poi, c’è l’orgoglio creativo di quando cominci a scriverci il “di tutto e di più”, e la tua storia prende vita, forma, e rimane lì, per te, da ricordare, anche a distanza di anni. Apri una vecchia agenda e toh, è tutto lì: i dettagli vividi che tu hai voluto fermare sulla pagina, e che magari non ricordavi più, ti si ri-raccontano.
Io sono una smemorata cronica, dimentico tantissime piccole cose e perciò è sempre una gioia “ritrovarle” in questo modo. Ho sempre tenuto diari, sia sulla carta che digitali – che cos’altro è mai un blog? – e ritengo che lo scrivere abbia in sè sempre qualcosa di terapeutico.. perciò: ode alla carta, e largo alla nuova agenda per l’anno 2015..
Si, ma come deve essere questa fantomatica agenda?
Ebbene, requisiti fondamentali molto specifici e irrinunciabili:
- deve essere quella dell’anno giusto (ebbene si, ho provato a riciclare vecchie agende di anni differenti, e in alcuni casi ho persino cambiato manualmente 365 giorni della settimana per adattare la “falsa nuova agenda”… una noia infinita però! Quest’anno voglio andarci comoda)
- deve avere la settimana sulla doppia pagina, e non deve essere giornaliera… per il tipo di planning che faccio io, mi serve proprio di vedere la settimana, e poi nelle pagine giornaliere c’è troppo spazio da riempire, mentre la doppia pagina settimanale mi lascia il giusto spazio per pianificare, con la possibilità di aggiungerci postit colorati “a montagnole”
(ebbene si, sono una fanatica del postit e delle postille colorate… l’avreste mai detto???)
- deve avere il riepilogo mensile a inizio agenda, ma non me ne frega che abbia anche la parte dei contatti in fondo (Tanto ce li ho tutti su cellulare)
- non deve essere una stile filofax o con la spirale… troppo ingombranti, troppo costose, e per quanto carine, poi non uso mai tutte quelle sezioni e il fatto che ci siano, inutilizzate, mi fa sempre sentire un pò capra.
- deve essere pratica e maneggevole, del formato giusto. Non troppo piccola, nè troppo grande (tanto poi ci penso io a “inciccirla” di roba ahaha). Lo scorso anno me ne hanno regalata una formato quaderno/moleskine… il top
- la vorrei colorata. Insomma: se fosse anche un minimo allegra non mi dispiacerebbe sapete.. tempo fa prendevo quelle da borsetta “tematiche” (quella del tango argentino con le foto dei ballerini, quelle dei gattini, quelle di Klimt…) ora mi hanno stufato. Mi accontento di una semplicce semplice, tipo quelle di Fabriano, con la copertina di cartone colorato e la carta che non è carta.. è un SOGNO di carta.
- ok, posso anche accontentarmi di una agenda non colorata, ma sulla qualità sopraffina della carta, NON TRANSIGO: deve essere un piacere sfogliarla, e devo provare una sacra reverenza a imbrattarla, ecco.
(certo, non arriverò mai a certi picchi di arte contemporanea inarrivabili – appunto – però nel mio piccolo mi voglio cimentare :D)
- dulcis in fundo: non deve costare i milioni (il moleskine, francamente, figo e tutto quanto, la carta è un sogno, molto metrosexual ma dai.. devo vendermi un rene per comparlo!). E tuttavia le agende costano sempre una esagerazione: si va dagli 11/14 euri di quelle formato portafoglio, ai 20 e passa euro di quelle formato quaderno, alle cinquantine di euro pulite che vanno via per una filofax di quelle a spirale, magari con rilegatura in pelle (umana probabilmente, visto il costo). Un pò uno spreco di denaro, per lo meno per me.
In ogni caso a voi lo posso dire: sapete cosa ho sempre sognato di avere? il moleskine del gatto, (si, il cat journal, esiste! Il diario del gatto… ) o quello dei viaggi!
Ebbene al secondo però ho rinunciato.. ormai non viaggio quasi più (sigh) e quindi sarebbe una di quelle tristi e vuote aggiunte alla mensola della vergogna… che no grazie, non voglio sentirmi in colpa anche per questo sogno non (ancora) realizzato. Non con il nuovo anno, almeno!