I gruppi terroristici armati proseguono nelle loro azioni criminali ad Homs, tese a colpire civili e militari, ad attaccare le istituzioni economiche e le proprietà pubbliche e private e a terrorizzare i cittadini.
Ieri è stata oggetto di colpi di mortaio l’azienda pubblica della raffineria di Homs, dove alcuni serbatoi di carburante hanno preso fuoco. Anche l’Università Baath della città è stata attaccata con colpi di mortaio, che hanno per fortuna causato solo danni materiali, mentre l’esplosione di un’autobomba, nel quartiere di Bayada, ha causato la morte di alcuni civili e di membri delle forze dell’ordine e il ferimento di altri.
Altri civili e membri delle forze dell’ordine sono morti in seguito all’esplosione di alcuni ordigni nel quartiere di Baba Amro e ai colpi di mortaio e RPG sparati sia nel quartiere che in quelli circostanti.
In varie zone della città le bande criminali hanno depredato molte case, distruggendo i mobili e portando via quello che potevano, mentre diverse auto sono state rubate.
A Telkalkh è stata invece saccheggiata la scuola del villaggio di al-Nauura, da cui sono stati portati via dieci computer, mentre un’altra banda ha aggredito le forze dell’ordine nel quartiere di al-Nazhen, uccidendo un agente e ferendone altri quattro.
Gli abitanti di Homs hanno raccontato le atrocità commesse contro la loro città dai terroristi, affermando che costringono le persone ad abbandonare le proprie case, uccidono bambini, donne, uomini e vecchi e prendono di mira le panetterie, gli enti per i servizi e le istituzioni economiche, oltre a riempire di esplosivo gli edifici per farli poi esplodere, lanciando colpi di mortaio e RPG sui quartieri e sparando con le mitragliatrici.
Gli abitanti hanno chiesto l’intervento dell’esercito e delle forze di sicurezza per assicurare la protezione dei civili e catturare i membri dei gruppi terroristici, che impediscono loro di muoversi e vivere normalmente.
Le autorità hanno sequestrato, dopo aver inseguito alcuini terroristi nel quiartiere di Baba Amro, fucili ad alta precisione e velocità di fabbricazione americana e israeliana, oltre a bombe a mano, cariche esplosive, razzi RPG e di mortaio a media gittata e razzi di tipo LAU di fabbricazione israeliana.
In seguito ad un attacco contro le forze dell’ordine a Maarat al-Naaman, le autorità si sono scontrate con le bande armate, uccidendo Abdul-Aziz al-Basha, Jamil Qusra e Samer Saidfra, che erano fra i più pericolosi terroristi ricercati per reati di omicidio, aggressione e sabotaggio nella regione.
Ad al-Rastan, in provincia di Homs, un gruppo armato ha fatto esplodere la palestra cittadina, senza causare vittime, mentre la cittadina Rula Ibrahim Khalf è rimasta ferita a causa dei colpi di arma da fuoco sparati contro la sua auto nel villaggio di al-Hawash, sempre in provincia di Homs.
Nella periferia di Idleb, ad Ariha, alcuni membri delle forze dell’ordine sono rimasti feriti dai colpi sparati da una banda armata contro il centro di reclutamento della regione. Una fonte della provincia ha dichiarato che le autorità sono intervenute ingaggiando uno scontro a fuoco con i terroristi, alcuni dei quali sono stati uccisi o feriti, mentre altri sono riusciti a fuggire.
La stessa fonte ha anche aggiunto che un altro gruppo armato ha sequestrato ieri 36 veicoli che venivano trasportati su locomotive a Maarat al-Naaman, bloccando le locomotive con la minaccia delle armi e portando le auto in un luogo sconosciuto.
Una fonte ufficiale ha smentito quanto trasmesso dai media che partecipano allo spargimento di sangue siriano, secondo cui le città di Idleb e Ariha sarebbero state oggetto di bombardamenti da parte dell’esercito, assicurando che tali notizie sono assolutamente false e sono state piuttosto le bande di terroristi armate ad aprire il fuoco sui cittadini e aggredirli, bloccando le strade e prendendo di mira le proprietà private e pubbliche, come nel caso del centro di reclutamento di Ariha. La fonte ha aggiunto che le autorità ad Idleb sono invece impegnate a garantire la sicurezza dei cittadini e a fermare le aggressioni dei terroristi, dando loro la caccia.
Gli artificieri hanno disinnescato diversi ordigni collocati dalle bande armate fra le case e lungo la strada fra al-Zabadani e Madaya.
A Latakia è stato disinnescato un altro ordigno di un chilo e mezzo che era stato collocato sotto la macchina dell’insegnante Gheda Jablawi, direttrice della scuola femminile del lungomare meridionale. La bomba era stata riempita con C4 altamente esplosivo, una sostanza notoriamente prodotta all’estero, ma non in Siria, e il cui maggiore produttore nella regione è l’entità di occupazione israeliana.
L’insegnante ha dichiarato che i terroristi cercano di sabotare il Paese, impedendo il cammino del progresso e dello sviluppo, impedendo ai bambini di andare a scuola.
In provincia di Daraa i terroristi hanno rapito ieri diversi cittadini nel villaggio di Tseil. Le autorità sono riuscite a liberarli in collaborazione con i residenti della regione solo diverse ore dopo il rapimento.
Nel villaggio di Nahte è stata invece bruciata la casa del cittadino Abd AlHamid Tah, contro cui erano prima stati sparati alcuni colpi di arma da fuoco, causando gravi danni materiali a ciò che c’era all’interno. L’intervento delle forze dell’ordine e la loro risposta ai gruppi terroristici, secondo quanto affermato dal proprietario dell’abitazione, è stato ciò che ha salvato i suoi sei figli dalla morte nell’incendio.
In provincia di Homs le bande di terroristi hanno preso d’assalto l’ospedale al-Naimi, depredandolo delle attrezzature mediche e dei mobili. Il Ministero della Salute ha diffuso un comunicato in cui condanna fortemente tale atto terroristico, che ha il solo scopo di togliere ai cittadini, specialmente a quelli malati di Homs e Hama, il diritto ai servizi sanitari gratuiti, e ha chiesto una condanna anche da parte di tutte le organizzazioni umanitarie e internazionali che lavorano nel settore sanitario, perchè rifiutino tali atti criminali che prendono di mira gli enti sanitari e i quadri medici.
Il Ministero inoltre ritiene responsabile di tali azioni tutti coloro che, dall’estero, forniscono finanziamenti, incitamento e armi ai gruppi terroristici armati, dando loro ogni tipo di supporto per colpire le infrastrutture, compresi gli ospedali pubblici e privati, i centri sanitari, il sistema di ambulanze e i quadri medici.
Fonte: Ambasciata siriana a Roma