Magazine Maternità
Non scrivo da un po', lo so. Sostanzialmente credo sia perché non ho avuto voglia di farlo, per tanti motivi. Ma ho pensato, tanto per cambiare. Pensare non è sempre un bene, non quando ti fai evidenti seghe mentali.
Ma anche a causa delle cose (mille) da sbrigare nella vita reale (poi, tra l’altro, è finita le scuola e devo – voglio - fare pure la mamma) sia perché, qualche volta, penso che quello che ho da dire non interessi alcuno e, sempre a volte, credo che quello che penso sia preferibile non dirlo o, ancora a volte, quello che ho da dire è talmente grande che non trovo le parole adatte. Quindi sto zitta.
Che ho bisogno di partire per le vacanze ve l’ho già detto, vero? Forse nell'altro blog, non ricordo.
È che ho il cervello stanco. Maggio è stato un mese bello, intenso ma molto faticoso. I progetti che avevo in mente sono andati tutti in porto e sono contenta. Ma, adesso, ho voglia di alzarmi la mattina e respirare l’aria di mare, svegliare il mio bambino con un bacio assolutamente non “frettoloso” come, invece, accade tutte le mattine che va a scuola, farci una bella colazione in tutta tranquillità, fare due compiti (non più di due), prendere le nostre biciclette e catapultarci in spiaggia fino a sera.
Ho anche voglia del venerdì. Dell’attesa del venerdì. Che quando vivi 24 ore su 24 con una persona, anche se è quella che ami, hai voglia – in un certo senso – di sentirne la mancanza. Di percepirne l’assenza per assaporarne pienamente, poi, la presenza.
Ho detto al maritino che al venerdì sera, quando ci raggiungerà, troverà una cenetta deliziosa. Naturalmente è scoppiato a ridere perché non ci crede (neanch’io…) ma con me, lo sa, bisogna apprezzare il pensiero.
Insomma, forse più degli scorsi anni, ho bisogno di queste vacanze per vivere “piano” e dolcemente la mia famiglia… Perché, alla fine, è l’unica cosa che mi ricordi chi sono e dove voglio andare, o restare.