La sentenza sull'aggressione con acido riguardante Martina e l'adottabilità del figlio è destinata a suscitare polemiche e reazioni di ordine morale.
Quella di Martina Levato e Alexander Boettcher, la "coppia diabolica" condannata per aggressione con acido, e del loro neonato Achille, è una vicenda giudiziaria complicata, che farà discutere e che creerà molteplici divisioni di opinioni, soprattutto per ciò che concerne l'adottabilità del neonato.
Condannati a 14 anni di carcere per aggressione con acido.
Martina e Alexander sono stati condannati a 14 anni per aver sfigurato con l'acido Pietro Barbini il 28 dicembre scorso. Nel frattempo è nato Achille ed i giudici hanno deciso che Martina può tenere suo figlio in braccio una volta al giorno durante incontri a tempo limitato solo in presenza degli assistenti socio-sanitari e non può allattare il piccolo.
Ma è intervenuta anche una richiesta di istruttoria per l'adottabilità di Achille avanzata dal Tribulane per i Minori, che comunque potrebbe rimanere anche nell'ambito familiare, con i nonni. Per questa decisione occorreranno tempi lunghi, mesi o forse anni, un periodo in cui i suoi genitori dovranno affrontare altri processi per aggressione con acido.
Dove sarà trasferita Martina Levato?
Martina Levato è ancora ricoverata presso la clinica Mangiagalli di Milano. Il destino della donna e, soprattutto, del bambino, risulta ancora incerto, perchè il Tribunale è ora chiamato ancora a decidere se la Levato potrà essere trasferita o meno presso l'Icam di Milano, una struttura protetta per madri detenute con figli al seguito, tenendo conto però che potrebbe anche respingere il parere del riesame e rimandarla in carcere. In questo caso gli incontri con il figlio si complicherebbero o potrebbero perfino venire cancellati.
Nel frattempo si è mosso anche Don Mazzi, che è disponibile ad accogliere mamma e figlio in una delle comunità Exodus. Don Mazzi afferma che "Martina deve stare con il bambino e deve allattarlo, perchè questa è l'unica via per salvare la mamma e il bambino." L'istanza per questa soluzione è stata presentata ed il Tribunale dovrà esaminare anche questa proposta.
Intanto il padre Alexander Boettcher, che la sera dell'aggressione con acido inseguì Pietro Barbini con un martello, dovrà riconoscere il bambino prima di poterlo vedere.
La vicenda continua a sollevare un polverone di polemiche.
Certo che il quadro di Martina e Alexander è inquientante, perchè non si limita all'agguato al Barbini, ma anche al loro modo di vivere e vedere le cose, quasi da malati mentali criminali.
Il Tribunale per i Minori ha deciso che i due non sono affidabili come genitori, visti i reati orrendi di aggressione con acido che hanno commesso, ma quando verrà il momento del distacco, per via dell'adottabilità del bambino, sarà sicuramente un dramma, un trauma, che potrà incidere non soltanto sulla madre, per la quale ce ne faremmo una ragione, ma soprattutto su Achille, che non ha alcuna colpa ed in realtà è stato condannato di fatto anche lui.
E qui che nasce il dilemma di tipo morale:
- da una parte il diritto del bambino a crescere accanto alla sua mamma, la quale, accudendolo strada facendo, potrebbe anche cambiare e sensibilizzarsi (fino ad oggi non ha mostrato di provare rimorso o compassione, e la preoccupazione è che gli faccia del male e gli rovini la vita);
- dall'altra, mettere il bambino in condizione di essere adottato, perchè può costituire forse un grande beneficio per lui, una tutela per il suo benessere attuale e futuro, per cui è importante ora non creare dei legami di attaccamento con la madre.
Sono situazioni dove la decisione, qualunque essa sia, risulterà inadeguata e dalle conseguenze incerte.