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AGRICOLTORI CONTRO LE MULTINAZIONALI – 10 storie di resistenza contadina

Creato il 03 aprile 2015 da Ilfattaccio @Ilfattaccio2

ogm

IN TUTTO IL MONDO I CONTADINI CHE SI DEDICANO ALL’AGRICOLTURA BIOLOGICA E SOSTENIBILE si trovano ad affrontare le pressioni delle multinazionali, promotrici della monocoltura e della diffusione dell’impiego di pesticidi e Ogm per la coltivazione. Ecco allora che l’unione fa la forza e che molti contadini che si sentono sopraffatti dallo strapotere delle multinazionali decidono di creare un fronte comune per affrontare i problemi che mettono in pericolo il loro lavoro e talvolta la loro sopravvivenza, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Le loro storie spaziano dall’India agli Stati Uniti, dall’Africa alla Gran Bretagna.

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1) COLTIVATORI DI RISO IN INDIA CONTRO GLI OGM. No agli Ogm nella coltivazione del riso. Alcuni agricoltori indiani hanno adottato una nuova tecnica, biologica e sostenibile, per la coltivazione del riso. Vengono utilizzate esclusivamente sementi bio e non si ricorre a pesticidi o fertilizzanti chimici. Per mantenere il terreno fertile e contro i parassiti si utilizzano soltanto metodi naturali e a basso costo. Grazie alla tecnica di coltivazione denominata System of Rice Intensification (SRI), gli agricoltori indiani coltivano riso utilizzando meno acqua e con un evidente incremento dei raccolti. L’efficace metodo di coltivazione si sta diffondendo nei villaggi vicini grazie all’operato degli agricoltori stessi, al passaparola e all’attenzione dei media.

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2)CONTADINI AFRICANI CONTRO MONSANTO. Gruppi di piccoli agricoltori si stanno impegnando per supportare le coltivazioni locali contro l’omologazione dell’agricoltura biotech. I gruppi di coltivatori e le associazioni che difendono la biodiversità sanno che la soluzione al problema della fame e della carestia potrebbe risiedere proprio nell’agricoltura locale e familiare. Monsanto avrebbe intenzione di introdurre in Africa ben cinque varietà di mais Ogm descritte come resistenti alla siccità, compreso il mais Monsanto Mon810. I contadini africani promettono che continueranno ad opporsi.

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3)CONTADINO PERUVIANO CONTRO LA BIG FOSSILE TEDESCA. ul Luciano Lliuya ha chiesto che la RWE, colosso tedesco dell’energia, si assuma l’onere di pagare per la messa in sicurezza della città di Huarez, nella quale si trova la sua casa. La tesi di Liuya è che la società energetica, essendo tra i maggiori produttori di emissioni al mondo, abbia notevolmente contribuito a determinare lo scioglimento dei ghiacciai e, di conseguenza, a mettere in pericolo la vita di chi abita in prossimità del lago.

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4)CONTADINO AUSTRALIANO CONTRO LE COLTIVAZIONI OGM. causa della colza Ogm coltivata da un vicino, Steve Marsh, agricoltore australiano, lo scorso anno ha perso la certificazione della propria azienda agricola biologica e non è riuscito a vincere la propria battaglia in tribunale per riaverla. La storia di Steve Marsh potrebbe ripetersi in modo analogo per altri agricoltori, biologici o convenzionali, che abbiano deciso di rinunciare agli Ogm. Ecco che allora in Australia sta nascendo un movimento per proteggere gli agricoltori bio dalle contaminazioni Ogm che possa garantire loro un’assicurazione.

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5) AGRICOLTORI USA CONTRO I BREVETTI MONSANTO. cuni agricoltori biologici statunitensi hanno intentato una battaglia contro Monsanto e i suoi brevetti affinché la multinazionale smettesse di far loro causa in caso di contaminazione accidentale con geni brevettati delle proprie coltivazioni. L’iniziativa dal basso del 2013 non andò a buon fine, in quanto la multinazionale aveva già promesso che non avrebbe portato gli agricoltori in tribunale se le coltivazioni biotech si fossero accidentalmente mescolate con le coltivazioni biologiche.

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6) AGRICOLTORI AFRICANI PER PIANTAGIONI DI CACAO PIU’ SOSTENIBILI.In Africa ha preso il via un progetto da 14 milioni di euro per migliorare le rese delle piantagioni di cacao in quattro regioni del Ghana. Si tratta del Cocoa Rehabilitation and Intensification Programme (Corip), che mira a dare supporto a 40 mila agricoltori nelle località di Ashanti e Brong Ahafo e nelle regioni centrali e occidentali del Ghana. Nelle aree interessate dal programma nasceranno 20 centri dedicati ai servizi rurali durante i prossimi quattro anni. Ogni centro sarà rivolto a 2000 agricoltori e ne faciliterà l’accesso alle migliori pratiche agronomiche, alla tecnologia, all’impiego di fertilizzanti, alla formazione e al credito a bassi interessi.

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7) AGRICOLTORI BIO CONTRO I PESTICIDI PER DIFENDERE LE API. Conapi consorzio italiano che riunisce circa 600 apicoltori e agricoltori biologici, ha presentato una nuova campagna per promuovere i prodotti dell’alveare, che risulta incentrata sul tema della difesa delle api e sul divieto di impiego di pesticidi killer in agricoltura. Il consorzio mira a ridare luce alla figura dell’apicoltore come operatore esperto in grado di contribuire alla difesa delle api e come detentore dei saperi di un antico mestiere che permette la realizzazione di prodotti dell’alveare di qualità, bio e Made in Italy.

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8) AGRICOLTORI UK PROTESTANO PER FAVORIRE I PRODOTTI LOCALI.Gli agricoltori del Regno Unito protestano contro l’operato dei ministri, che non si impegnano a sufficienza per favorire l’acquisto di prodotti locali. Le proteste hanno evidenziato un ulteriore problema: la comparsa di etichette fuorvianti sui prodotti dei supermercati, che indicano come “British” alimenti che in realtà risulterebbero importati dall’estero.

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9) AGRICOLTORI USA UNITI CONTRO LE CONTAMINAZIONI OGM. ltivare senza il rischio di contaminazioni causate dagli Ogm e dai pesticidi diventa sempre più difficile per gli agricoltori biologici degli Stati Uniti, che attraverso le associazioni che li supportano chiedono all’Usda, il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, e al Governo maggiori controlli e nuove regole per arginare il problema. A pagare il prezzo delle contaminazioni Ogm sono proprio gli agricoltori che si oppongono alla loro diffusione.

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10) CONTADINI FANNO RETE GRAZIE AI SOCIAL MEDIA. l Regno Unito è nato un nuovo trend. Agricoltori e allevatori si ritrovano su Twitter per pubblicare online i propri autoscatti. Così i “Selfie”, gli autoritratti scattati con il telefonino popolari tra gli adolescenti, diventano “Felfie”. Non si tratta di un semplice gioco, ma di un modo per sentirsi più uniti, anche contro le multinazionali che vogliono guidare il mondo.

*Marta Albè
>Fonte< 
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org


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