Coltivare la terra è un lavoro faticoso e lo era ancora di più in passato, quando non esisteva la tecnologia che ha contribuito ad alleviare molto le fatiche dell’uomo. L’agricoltura rimane ancora uno dei settori principali a sostegno dell’alimentazione umana e per questo motivo va tutelata in modo particolare. Ormai è risaputo che la pressante attività umana ha modificato i delicati equilibri del nostro pianeta ed uno degli effetti più deleteri è stato quello del cambiamento climatico globale. Secondo l’Intergovernamental Panel on Climate Change le emissioni di gas effetto serra stanno accelerando le tendenze al riscaldamento della Terra. Basti pensare, che nello scorso secolo la temperatura media atmosferica superficiale è salita di 0,74 0C e le stime per il futuro non sono di certo rassicuranti.
Aumento dei livelli di anidride carbonica in atmosfera.
Il settore agricolo è quello maggiormente colpito da questo cambiamento del clima, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, ma paradossalmente è anche quello che ha contribuito in misura prevalente a determinarlo. In particolare, sono stati i fertilizzanti di natura organica a contribuire ad un cospicuo aumento dei gas serra. Il diossido di azoto è naturalmente presente nei suoli a causa del processo di nitrificazione e denitrificazione. L’uso massiccio ed indiscriminato di azoto come fertilizzante ha alterato l’equilibrio naturale di questo elemento determinandone una maggiore emissione in atmosfera. Le ripercussioni negative del climate change si sono manifestate in vari modi: con inondazioni devastanti, periodi prolungati di siccità, riduzione della biodiversità delle specie vegetali coltivate, alterazione dei cicli di crescita delle piante e di maturazione dei loro frutti.
Uno degli effetti indiretti del cambiamento del clima è l’aumento della malnutrizione nei bambini delle zone dei paesi arretrati che sono le più colpite dalle alterazioni climatiche; anche l’aumento dei prezzi delle colture alla base della nostra alimentazione come, grano, mais , riso e soia rappresenta una conseguenza indiretta del cambiamento del clima. Sulla base delle recenti e realistiche previsioni future bisognerebbe agire con tempestività ed efficacia per scongiurare che eventi dannosi come siccità, inondazioni si intensifichino. In proposito, l’agricoltura praticata in modo sostenibile rappresenta l’unico mezzo per ridurre l’emissione di gas effetto serra. Con l’utilizzo di pratiche agronomiche a basso impatto ambientale si può favorire il sequestro della CO2 attraverso l’attività fotosintetica, nella biomassa vegetale e nei suoli sottoforma di sostanza organica. Una valida proposta per mitigare gli effetti del global climate change è l’agricoltura biologica. Facendo uso di pratiche virtuose come i sovesci, le rotazioni, le colture intercalari, le colture di copertura, le tecniche di compostaggio ed eliminando l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi l’agricoltura biologica ha il potenziale giusto per ridurre gli effetti negativi del cambiamento climatico. Coltivare le colture in modo sostenibile è non soltanto necessario, ma doveroso. Lo dobbiamo fare anche per rispetto ai nostri nonni, che non si vergognavano di sporcarsi le mani con la terra …

Agricoltura biologica: l’alternativa possibile

Agricoltura: fonte di cibo per l’umanità.
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