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Agricoltura, la lieta narrazione di Piva e i dati di Salviamo il Paesaggio

Creato il 19 maggio 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

affari e finanza

Sarebbe bello se la provincia di Cremona fosse la terra di Bengodi descritta da Antonio Piva. Potrebbe esserlo, ed era nei desideri di molti. Ha prevalso però il senso degli affari e il desiderio di far finta che non esista inquinamento. Disgraziatamente se Repubblica racconta la bella favola, ci sono esperti che non accettano di chiudere gli occhi, come Michele Corti e Salviamo il Paesaggio. Segue il comunicato che annunciava la marcia di Assisi di ieri.

 

Biogas in Lombardia: uno scandalo politico
Comitati lombardi ad Assisi domenica 18 maggio per la seconda Marcia per la
salvaguardia della salute, per l’aria, l’acqua, la terra il cibo sani contro le biomasse
selvagge
La Lombardia – dove la qualità dell’aria è tra le peggiori d’Europa – è presa
particolarmente di mira dalla speculazione sul biogas. Siamo a 500 centrali (su 1300 in
Italia) e, a Cremona, le emissioni da biogas sono ormai diventate la seconda fonte di
emissioni di NOx (ossidi di azoto). Ma nessuno lo dice e la Regione finanzia studi per
dimostrare che: “il biogas non fa male all’ambiente e all’agricoltura”. Intanto:
• le organizzazioni (sedicenti) agricole litigano per decidere se il biogas deve essere
fatto con il mais (rubando terra al cibo) piuttosto che con i rifiuti (compresi quelli
industriali), ovvero sul modo più rapido per uccidere l’agricoltura trasformandola
in una pattumera e mettendo in ginocchio le aziende fuori dal giro energetico.
• le 500 centrali, secondo ammissioni uffivciali di Arpa Lombardia, non rispettano i
limiti di legge delle emissioni in atmosfera di inquinanti (NOx e CO).
• si susseguono episodi di inquinamento delle acque supeficiali attribuibili a centrali a
biogas e si teme che esse, con lo spargimento selvaggio di enormi quantità di
digestati ricchissimi di ammoniana, inquinino pesantemente anche le falde.
Sono molti i motivi che spingono i Comitati no biogas (e no biomasse in genere) a recarsi
ad Assisi domenica 18 maggio per unire la loro voce a quella dei comitati delle altre
regioni. Tra questi la mai chiarita operazione “aflatossine” con la quale la Regione
Lombardia favorì lo smaltimento del mais contaminato da aflatossine cancerogene della
campagna 2012. I comitati sono decisi ad andare a fondo su questa vicenda che getta
una luce inquietante sul ruolo dei 500 biodigestori quali ricettacoli di ogni rifiuto (anche
tossico) e hanno pronte delle iniziative legali che verranno ad Assisi.
Sempre ad Assisi verrà annunciata anche un’iniziativa nazionale, in collaborazione con i
comitati di altre regioni , tendente a chiamare in causa il GSE (gestore servizi energetici)
per i contributi illegittimamante percepiti dai biogassisti e biomassisti.
I Comitati lombardi sanno che dietro al biogas c’è una lobby molto potente che ha molta
presa su Regione Lombardia. Qui oltre allo zelo con il quale alcuni dirigenti promuovono il
biogas, un assessore (Mauro Parolini) risulta progettista, per conto dei fratelli, di una
centrale a biogas da fanghi da 3MW che sorgerebbe a Lonato (Bs) sulla ex-cava di
famiglia. Grazie alle connessioni tra lobby, burocrazia e politica La Regione Lombardia si è
ben guardata dal redigere piani puntuali che frenassero la realizzazione di centrali nelle
aree più inquinate imponendo paletti e limiti di emissioni più severi. Si è ben guardata (in
tre anni di tempo!) dal redigere linee guida che evitassero che le centrali sorgessero come
funghi senza criteri ovunque la speculazione riteneva opportuno installarle.
Milano, 16 maggio 2014
ll Coordinamento lombardo comitati no biogas no biomasse


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