La chiamavano “primavera araba”, ma dei moti di piazza che hanno caratterizzato i Paesi Arabi in questi due anni, purtroppo, sta rimanendo soltanto l’islamismo radicale, la violenza, l’instabilità politica e l’incertezza. La morte del leader laico dell’opposizione tunisina Chokri Belaid (da sempre nemico dell’ex dittatore Ben Ali) e la visita del Presidente Ahmadinejad in Egitto, sono soltanto le ultime due prove della deriva teocratica e autocratica dell’”inverno arabo”. L’arrivo di Ahmadinejad a Il Cairo, in particolare, ha rappresentato un segnale estremamente negativo per tutto il Medioriente.
Ora sappiamo cosa pensa una buona parte della comunità geopolitica italiana: “l’Iran è parte del problema e se si vuole stabilizzare l’area centro asiatica è necessario coinvolgere la Repubblica Islamica in tutti i processi politici, dal nucleare alla Siria”. Belle parole putroppo, ai fatti, sempre deludenti. L’Iran sinora non ha promosso alcun processo reale di pacificazione per il Medioriente e, se il regime siriano è ancora in piedi, lo deve proprio al regime iraniano, ai suoi finanziamenti e ai suoi miliziani dal grilletto facile. Ahmadinejad in Egitto, per la cronaca, non ci è andato per far vedere quanto è buono l’Iran, ma per segnare un punto a favore di Teheran e della sua personale lotta politica contro Khamenei all’interno del gioco dei poteri iraniano.
Da Il Cairo, infatti, Ahmadinejad ha tranquillamente sostenuto che “l’Iran è un Paese nucleare” e ha condannato le interferenze dei Paesi esteri nella questione della Siria e del Mali. Insomma, per capirci, per la Repubblica Islamica il mondo dovrebbe impicciarsi dei fatti suoi e riconoscere i diritti nucleari dell’Iran. Il tutto, ovviamente, senza che Teheran fornisca alcuna rassicurazione in merito alla natura del suo programma nucleare…
Senza contare, cosa che ben pochi giornali hanno scritto, che in Egitto Ahmadinejad ha provato egli stesso a comandare in casa degli altri: a questo sembra, infatti, il Presidente iraniano ha minacciato di non partecipare ad una conferenza stampa per una discussione accesa avuta con lo Sceicco Hassan al-Shafi, consigliere del Grande Imam di Al-Azhar Ahmed al-Tayyeb. La colpa dello Sceicco sunnita, per la cronaca, sarebbe stata quella di ricordare ad Ahmadinejad che l’Iran non ha il diritto di interferire nelle questioni interne dei Paesi del Golfo, si legga Bahrain, Arabia Saudita e Yemen…
Come dire: per Ahmadinejad, a quanto pare, sembra valere il motto romano: “Io sono io e voi non siete un c…o“!!! In questo senso, quindi, è stato molto triste vedere il Presidente egiziano Morsi - osannato dall’Occidente come esempio del nuovo Medioriente e del “nuovo Islam” - offrire la scena ad un ciarlatano, brutale, negazionista e soprattutto complice dei peggiori crimini della storia recente dell’Iran.
Sarà forse per questo che, nonostante le apparenze, molti in Egitto hanno gradito l’arrivo di Ahmadinejad. Come si vede dal filmato sotto, qualcuno ha anche organizzato una cordiale benvenuto al Presidente iraniano lanciandogli addosso una scarpa (praticamente trattato come il suo arcinemico George W. Bush…). Per l’accaduto sono stati arrestati tre cittadini egiziani e uno siriano. Vedere il filmato sotto per credere…
Cosa aggiungere? In vista del nuovo round negozianel del Gruppo 5+1 in Kazakistan (26 febbraio), è bene che l’Occidente si metta chiaramente in testa che, senza una politica coerente nell’isolamento internazionale del regime iraniano, si porgerà solamente una mano a coloro che in questi giorni stanno schiacciando ogni forma di libera espressione in Iran e che, negli ultimi trent’anni hanno pianificato, finanziato e attuato i peggiori attentati terroristici nel mondo.
Come diciamo sempre: a buon intenditor poche parole…