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Ai confini della realtà fu una serie televisiva statunitense, ideata da Rod Serling, andata in onda dal 1959 al 1964. In seguito furono creati altri due cicli, uno dal 1985 al 1989, l'ultimo dal 2002 al 2003. trattasi di storie surreali o fantastico/fantascientifiche che coinvolgono persone comuni, trascinate in situazioni straordinarie (nel bene o nel male).
Nel 1982 fu realizzato un film a episodi che uscì nelle sale l'anno seguente. Si tratta di quattro episodi slegati tra loro, incorniciati da un altro che apre e chiude il film. La "cornice" ed il primo episodio sono diretti da John Landis, il secondo episodio è di Spielberg, il terzo episodio è di Joe Dante ed il quarto è di George Miller. Solo il primo episodio è un soggetto originale, gli altri sono remake di episodi classici della serie.
L'episodio di cornice vede due amici in macchina percorrere una strada desertica. Durante la conversazione un amico chiede all'altro se vuol vedere qualcosa di realmente spaventoso.
Il primo episodio è tristemente noto per l'incidente sul set che portò alla morte l'attore protagonista, Vic Morrow, più due giovani comparse, a seguito della caduta di un elicottero. L'episodio parla di un uomo d'affari che, deluso per una mancata promozione, si lascia andare ad invettive generalizzate contro tutto e tutti in un bar, rendendo esplicito il suo razzismo. Uscito dal locale però si trova a viaggiare nel tempo, vittima di persecuzioni storiche provocate proprio dalle idee da lui dichiarate.
E' uno degli episodi migliori proprio in virtù della convincente recitazione di Morrow. A causa della morte dell'attore, qualche scena non poté essere finita, cosicché l'episodio risulta un po' troppo frettoloso nello svolgimento. Efficace, comunque.
Il secondo episodio è forse il migliore, ed è anche l'unico di stampo favolisticamente ottimista. Parla di un gruppo di anziani in una casa di riposo che tornano magicamente giovani grazie ad un ospite della casa dai portentosi poteri. Poetico e metaforico, è un esortazione a rimanere giovani dentro, e a non smettere mai di guadare con fiducia alla vita. Molto spielberghiano insomma.
Il terzo episodio sa di Piccoli Brividi: una giovane donna investe un bambino facendo retromarcia con la sua macchina. Soccorsolo, lo conduce a casa sua, un'enorme magione in piena terra di nessuno, una casa strana con ancor più strani inquilini. Ben presto scoprirà che il bambino è dotato di singolari poteri.
E' l'episodio più marcatamente fantastico, dal sapore Burton-iano, che si conclude moderatamente bene dopo una sagra di effetti speciali ed architetture stravaganti. Forse è il meno interessante però, proprio perché troppo esplicito nel suo surrealismo.
L'ultimo episodio parla della paranoia di un viaggiatore su un aereo durante una tempesta, convinto di vedere una sorta di Gremlin che sta distruggendo un'ala dell'aereo. Ovviamente non è creduto, ma il suo panico provoca disagi a tutti i passeggeri.
Un discreto esercizio di suspence giocato sul confine fra ragione e follia, realtà ed immaginazione.
In conclusione il film non è certo fondamentale, più che altro è consigliabile per i completisti di Spielberg e per chi apprezza il genere. Per tutti gli altri costituisce una visione superflua.
Voto: 2/5
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