Magazine Diario personale

Ai loschi individui dico NO

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

Come ormai sapete se avete leggiucchiato qua e la (e se non lo sapete ve lo dico adesso) la scorsa settimana ho avuto modo di seguire un bel calendario di eventi di formazione online gratuiti.

Il che, già di per sé, è una buona cosa.. se non fosse in aggiunta che la maggior parte degli eventi che c’erano in calendario sono stati, a tratti: rassicuranti (si, perché c’è un che di rassicurante nel sentirsi ripetere cose che si sanno già, con una veste nuova, con qualche aggiornamento, o semplicemente come riconferma che “la sappiamo giusta”, la storia), entusiasmanti, illuminanti, e decisamente utili.

La maggior parte.

Poi ce né stato uno che, come ormai sono rassegnata a pensare, ha scatenato il mio disgusto, e una ridda di pensieri. Primi e non ultimi insulti per il losco individuo, per tutta la sua progenie (ivi compresa la corte di lecchini che hanno applaudito ad ogni sua stupidaggine) e così via. E di questo oggi voglio raccontarvi.

makemoneyblog

Si parlava di come fare soldi con il blog (e che faccio, non lo seguo sto corso??). Sulla carta, il relatore pareva “un tipo a posto”, anzi, decisamente immanicato: collaborazioni con varie testate online di settore, un blog per sua stessa definizione “ben avviato” (ovvero che lo fa guadagnare) e così via.

È andato tutto bene fino a che il tizio.. non ha aperto bocca. Di li in poi vi giuro, mi sono cascate le balle.

Soprattutto per quello che diceva, che vi riassumerò in breve (ma non vi sto facendo un favore):

-   Per far decollare il blog ci vuole PASSIONE (e chi è sto genio, che in un seminario che ti deve insegnare a FARE SOLDI dalle idee tue continua a ripeterti che quello che importa davvero è la PASSIONE?! Ennò ciccio, quello che importa davvero alla fine so’ i soldi, eddai, quelli che ti sei intascato per venire adirci ste strunzate….)

-   Guadagnare con il blog non si può, non direttamente almeno (ciao ciao sogni di gloria)

-   Guadagnare indirettamente si può, in due modi (udite udite)

1.con adsense, ovvero vendendo i tuoi spazi e facendoti pagare per ospitare le pubblicità (ma devi avere un blog di appeal)

2. Vendendo direttamente te stesso, utilizzando il blog/spazio online come cv ultramegafico per attirare clienti e possibili datori di lavoro (ma, udite udite  ancora, DEVI AVERE UN BLOG di appeal per fare questo)

OVVERO: DEVI ESSERE QUALCUNO PER DIVENTARE QUALCUNO

ceo

Ok, calmi, forse abbiamo capito male: guadagnare con il blog non si può ma serve da vetrina per proporsi come candidato ideale, freelance, etc. etc. MA PRIMA, ci vuole un blog ben avviato per fare tutto ciò.

(ma come, ma non eravamo qui per imparare a fare blogging e a guadagnare dal blog, e mo mi dici che per fare tutto ciò ci vuole un blog ben avviato..e dove lo compro, al mercato alla bancarella degli arabi?? – boh magari a quella dei cinesi-)

Prima, ribadisce il pluripremiato (e anche casualmente un po’ bannato da google, scopriamo dopo un po’), PRIMA BISOGNA INVESTIRE. Bisogna costruirsi un bel blog, piacevole, trovare l’argomento giusto – che è poi quello di nostra specializzazione, e con cui vorremmo “lavorare”. Bisogna INVESTIRE nei giussti materiali (le immagini), e nelle sponsorship (per farsi conoscere… ma non avevamo messo in piedi il blog proprio per farci conoscere? Vabeh sorvoliamo).

Poi bisogna INVESTIRE per trovare la persona giusta che ce lo gestisca, a livello tecnico.

Ma come. Ma non l’avevamo messo in piedi per gestire noi, e dimostrare che siamo tecnici?

E bisogna INVESTIRE per posizionarsi (sui motori di ricerca & co. sennò chitticaga? Come si suol dire).

Insomma, avete già capito che a questo punto mi uscivano i fumi dalle orecchie. Era la solita solfa: per lavorare bisogna prima PAGARE. Di tasca propria. Esattamente.

pagare per lavorare

Auto sponsorizzarsi o procurarsi degli “sponsor” a loro volta di un certo prestigio che (in cambio di non si sa bene cosa.. o si sa fin troppo bene) ti presentino e ti aiutino a sostenere il tuo bel castelletto di carte, e costruirsi questo alias bloggarolo pluriplausato da vendere alla maniera italiana, col giochetto delle tre carte.

E così via.

Ecco la cosa che mi ha fatto più tristezza, e più arrabbiare: scoprire anche qui, anche in questo, nemmeno troppo nascostamente proposto, il paradigma dell’Italia contemporanea. Di quella che va avanti a spintarelle e emeriti “amici di”, gente senza arte né parte (e soprattutto senza competenze REALI). Di quella che si vende come fumo colorato, ma incapace di supportare i giusti valori. Di quella che fa gregge (dovevate sentire i cori di “bravo”, “bene”, “bis”, “ottimo intervento” come fioccavano – il che mi ha fatto chiedere se era peggio la capra che parlava o il gregge di pecore dietro -)

gregge

Io giuro che tanta ignoranza travestita da saccenza, e tanta inutile (e ingiustificata) pienezza di sé non la vedevo dall’epoca dell’università, e dei corsi obbligatori per “mantenere” i docenti “sponsorizzati” dall’ateneo (ovvero quelli incapaci, ignoranti della peggio specie, insipidi, ma “amici di” o “parenti di”, titolati di cattedra, un esercito di assistenti leccapiedi, e due o tre pubblicazioni – sempre quelle, messe assieme alla bell’e meglio cannibalizzando il lavoro altrui, fatte uscire a spese dell’ateneo e appunto mantenute con cicli di corsi in cui si obbligavano gli studenti a comprare suddetta pubblicazione -).

Ecco, uno schifo così non lo vedevo da allora.

Fatte salve le repliche del triste teatrino variamente rappresentate a ogni elezione politica, parlamentare, europea, comunale, e di assemblea di condominio, ovviamente.

gatto-volpe

cantiamo insieme: “di noi.. ti puoi..fidar!”


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