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Ai quarti sarà USA-Russia, Angola e Nuova Zelanda battute

Creato il 07 settembre 2010 da Basket - Di Tutto Un Po'

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USA-Angola 121-66

La prima volta in cui gli Stati Uniti hanno battuto l’Angola, nel debutto del vero Dream Team a Barcellona ’92, fini 116-48, con Charles Barkley che diede una gomitata al povero Coimbra spiegando: “E’ la legge del ghetto”. Diciotto anni dopo, gli Usa delle giovani stelle hanno vinto 121-66 al termine di una partita segnata dal parziale iniziale, un 10-0 che ha portato il punteggio subito sul 22-7 per poi rotolare fino al +20 del 10’ e il 65-38 dell’intervallo.

NIENTE DA FARE — Nel secondo quarto gli angolani, privi del loro miglior realizzatore Cipriano, infortunato, hanno giocato bene mostrando le ottime doti di Joaquim Gomes, ma senza poter nulla contro le qualità atletiche degli americani. L’Angola ha un’ottima scuola di pallacanestro, ha vinto 10 degli ultimi 11 campionati africani, ma il basket (purtroppo) non ha pietà di chi ha solo tre giocatori, di poco, sopra i 2 metri. Così la cosa più interessante da verificare, ammesso che sia possibile in partite così facili, era se in vista delle partite importanti, Chauncey Billups, finora al 20% da tre punti, avrebbe dato qualche risposta alla crescita esponenziale di Eric Gordon che ambiva al suo posto. La risposta c’è stata, la guardia dei Nuggets ha segnato più triple con gli angolani, 5/7, che nelle 5 gare precedenti (4/19). Gordon ha risposto con 5/6, arrivando a 16/30 complessivo, e adesso è Derrick Rose, che da fuori non tira quasi mai, a far meditare Coach K, convinto che per battere le nostre squadre siano necessari grandi tiratori. Per gli americani finisce il trittico del sonno, Iran, Turchia e Angola di fila: sembrano ancora svegli per affrontare le sfide medaglie.

Usa: Billups 19, Durant, Gay, Gordon 17.
Angola: Gomes 21, Ambrosio 12, Fortes 11.

Russia-Nuova Zelanda 78-56
La Russia batte la Nuova Zelanda e si conquista il quarto di finale contro gli Stati Uniti mettendo in mostra due lunghi che potrebbero far male anche agli americani, Andrey Vorontsevich, 23 anni, e Tomofey Mozgov, 24, che l’anno prossimo giocherà con D’Antoni ai Knicks. Partono forte i Tall Blacks di Kirk Penney, secondo realizzatore del Mondiale a 25 punti di media, e del sempiterno Pero Cameron. Ma con un 11-4 la Russia pareggia (13-13). Hanno tutti le mani gelate (1/14 complessivo da 3 nel primo quarto), così i russi danno una sterzata decisa coi loro lunghi, Vorontsevich e Kaun (29-21, 13-0 di parziale) che i piccoli neozelandesi, spesso con quintetti senza punte sopra i 2 metri, non riescono a fermare. Il terzo fallo di Penney complica le cose, seguito a inizio ripresa dal quarto. L’ex canturino Phill Jones non è un’alternativa, e sempre coi lunghi (stavolta c’è Mozgov al fianco di Vorontsevich), guidati da un “bambino”, il 21 enne debuttante Khvstov, a produrre il 13-0 che sembra chiudere la gara (51-35). Il ritorno di Penney si trasforma in un 8-0 (51-43), segna 13 punti nella ripresa, ma la Russia trova sempre il modo di dare la palla in area e Mozgov gioca sopra la testa degli avversari. Adesso tocca a Usa-Russia: non si incontrano dal 2002, al Mondiale di Indianapolis. Ma resta una partita speciale, soprattutto per David Blatt, americano di Boston, che ha già annunciato l’addio alla panchina russa. Senza Kirilenko (e Holden) e con Khryapa infortunato, non ha grandi speranze. Ma i lunghi li ha, gli Stati Uniti no.

Russia: Vorontsevich 18, Mozgov 16, Fridzon 12.
Nuova Zelanda: Penney 21, Abercrombie 13, Jones 7.

tratto da Gazzetta.it



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