Ebbene sì. Un altro anno aikidoistico è terminato. Le lezioni al dojo sono finite e al loro posto alcune lezioni all’aperto: Aiki-jo, randori e asakeiko per mantenersi in forma in vista dello stage con Shimizu Sensei che si tiene in questi giorni (6÷8 Luglio 2012). E come poteva finire un anno di aikido a brescia, se non con una cena a base di spiedo bresciano? Ecco quindi che i membri della sezione lenese della Tendoryu Italia e due amici del dojo di Milano in visita (Marcello e Angelo) si sono ritrovati presso la cascina di Cesare per degustare questo magnifico piatto a base di porchetta, polenta e vino/birra a fiumi.
Che posso dire se non che è stata una magnifica serata passata in allegria e armonia, in cui il silenzio creatosi mentre tutti assaporavano il delizioso banchetto era intramezzato dalle risate dei commensali. Epiche poi le barzellette raccontate da Matteo che con una mimica e una capacità interpretativa degna di un attore ha fatto sbellicare tutti dalle risate. Una serata bellissima, resa ancora migliore da un esercizio di respirazione (definizione limitativa) sotto la guida di Sensei Stefano. A piedi nudi nell’erba, con una brezza impetuosa a sferzare i nostri volti, abbiamo eseguito alcuni esercizi individualmente e a coppie concentrandoci sul nostro respiro, prendendo energia dal cielo e dalla terra per portarla verso il nostro cuore.
Per me non è stato un esercizio nuovo avendolo già praticato in altre occasioni… ma sono rimasto impressionato da come la sensazione ottenuta sia stata completamente diversa dalle volte precedenti. Due anni fa ho provato un immenso calore come se il mio corpo bruciasse dall’interno. Questa volta ho provato una forza repulsiva, le mani non volevano avvicinarsi, come due calamite con lo stesso polo, si respingevano. Le braccia si allargavano sempre di più e per poco non sono stato sbalzato all’indietro da questa forza invisibile ma di una potenza enorme. Mi sentivo volare e poi nulla… ero svuotato, libero da ansie e tristezze dovute al lutto da poco subito. È come se l’energia dell’universo volesse farmi ritrovare l’equilibrio innalzandomi nel cielo, dato che ero troppo ancorato alla terra, alla dura realtà materiale. Ecco la forza del Ki, un’energia che ha il potere di agire nella maniera opportuna a seconda dei nostri bisogni. Un’energia che agisce dove è necessario anche se noi non ce ne rendiamo conto, un’energia calda e amorevole che ci abbraccia e ci consola, che ci fa stare bene.
Con questo nuovo spunto attenderò con ansia l’inizio di un nuovo anno di pratica. Nel frattempo ne approfitto per ringraziare la porchetta che si è sacrificata per la nostra gioia e tutti i membri del Dojo di Leno, di Milano, di Sesto San Giovanni e di Aosta.
Grazie di essere miei compagni in questo meraviglioso cammino chiamato Aikido.
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