I Sopravvissuti del clan Gheddafi
La storia dei figli e della vedova di Muhammar Gheddafi è ampiamente trattata in vari post di questo questo blog, in particolare per due di loro.**n.1 in calce
SAIF, in anomala detenzione presso una tribù libica e pedina del gioco delle parti, chi deve o non deve processarlo, fra Governo e Corte Penale Internazionale. In realtà questo processo pericoloso per un paese ancora destabilizzato come la Libia – che del suo caos accusa artatamente i gheddafiani e li bandisce dall’esercizio dei doveri civili- tutti hanno l’interesse a rimandare.
AISHA, la cui vita sembra scritta da un fantasioso sceneggiatore – da “principessa” dei libici ad ambasciatrice ONU di buona volontà, da icona del jet-set ad avvocato di notorietà internazionale giù fino alla tragicità delle morti che hanno falcidiato la sua famiglia, la fuga in Algeria, gli appelli alla Corte Penale per un’indagine sull’uccisione del padre, il silenzio imposto e il mandato di Wanted Person da parte dell’Interpol.
Questi snodi nella vita di Aisha vennero trattati dai media come episodi slegati, dopodiché calò il silenzio fino al’autunno scorso. L’inizio di novembre 2012 fu un susseguirsi di articoli fotocopia sui “Gheddafi che forse non sono più in Algeria”. Rimando a Dov’è Aisha Gheddafi lo sa Hilary Clinton che ricostruiva questo spinning sul mistero della loro destinazione. Un “mistero” in contemporaneità non rilevata dai media con la visita della Clinton in Algeria il 29 ottobre, e “opportunamente” preceduta il 20 da uno strano articolo della BBC che, senza darne motivo, titolava “Il Clan Gheddafi: dov’è ora?” e nel testo semplicemente elencava nomi e biografie.
I Gheddafi nella rete della Gran Bretagna
Di nuovo la BBC ha dato il via il 21 marzo 2013 alla formazione di uno stormo mediatico. L’articolo Safia, Hannibal, Mohamed and Aisha Gaddafi ‘non più in Algeria’ è uscito in tempo per consentire al Sultanato dell’ OMAN la tempestiva dichiarazione: sono qui, abbiamo dato loro asilo per “ragioni umanitarie” a patto che non si occupino di politica.
Dei ricercati da Interpol possono essersi spostati in gruppo (genitori nonna numerosi bambini, ovviamente oltre alle guardie del corpo dei due paesi ) o anche alla spicciolata, ma con quali documenti, inosservati dalle varie intelligence? Nemmeno Hithcock saprebbe renderlo credibile.
L’interessante, pertanto, sarebbe comprendere per quale ragione non sia stata lasciata nel segreto la faccenda. Una qualche oscura necessità di non farli dimenticare dalle smemorate opinioni pubbliche? Confermare ai dubbiosi che sono tuttora in vita?
Nonostante l’evidenza di un depistaggio, finora nessun giornalista sembra porsi l’ovvia questione “cui prodest?”. Quale partita si gioca sulla testa della combattiva Aisha?
L’Algeria ha voluto liberarsi di loro o le è stato imposto? Può impunemente un paese dare asilo umanitario a un ricercato da Interpol, su richiesta delle autorità libiche? E perché proprio la Libia dichiara di non aver per ora intenzione di chiederne l’estradizione? Che ruolo ha in tutto questo l’avvocato Israeliano di Aisha, Nick Kaufman che rifiuta di commentare e si tira fuori “Sono stato assunto solo per seguire la richiesta di investigazioni sulla morte di Muhammar Gheddafi”
Tutta questa commedia mediatica, che sempre parte dalla BBC, è realmente contro o a favore dei Gheddafi? Si può escludere la possibilità che essi detengano notizie e/o fondi finanziari che hanno l’effetto di un salvacondotto presso i paesi che hanno voluto l’intervento in Libia?
Perché “accolti” nel Sultanato di Oman?
La Gran Bretagna è stata in prima fila nella coalizione contro Gheddafi. La Gran Bretagna esercita sul sultanato di Oman un’influenza tale che esso può essere considerato paese a sovranità limitata. La Gran Bretagna, per bocca di David Cameron, definisce quel fazzoletto di terra strategicamente disposto in fondo alla penisola arabica “un partner del Regno Unito del calibro di India e Paesi del Commonwealth”. L’intesa tra ‘Oman e Regno Unito è ferrea, sia le origini secolari che per intensità ed estensione dei settori di cooperazione! Si può dunque credere che oggi Oman accolga sua sponte un clan di “nemici” della Gran Bretagna?
Si aggiunga al quadro una notizia che nell’autunno scorso sembrava priva di rilievo: il 2 ottobre 2012, poco più di venti giorni prima della visita della Clinton in Algeria e il formarsi dello stormo mediatico, il Ministro della difesa britannico era in visita in Oman.
Ricapitolando il possibile iter è stato: all’inizio dell’ottobre 2012, Il Ministro della Difesa inglese comunica a Oman la decisione di inviargli i ricercati internazionali. A fine ottobre Clinton avvisa gli Algerini che saranno sollevati (in cambio di che?) dall’incarico di custodi. I media ignari e distratti imbastiscono un mistero imbeccati dalla BBC che ora da il via alla soluzione del “mistero” portandoci tutti in Oman. Un mistero che si scioglie per i distratti, ma si infittisce per chi segue con un pò di attenzione.
Una trama, questo è indubitabile, non ancora possibile comprendere se in essa Aisha intreccia i suoi fili o se, insieme alla sua famiglia, sta subendo impotente un complotto.Non è una vicenda privata, è un capitolo dello stravolgimento della Libia, che è costato vite e ancora ne divora. Se i giornalisti non hanno interesse a capire ciò che riferiscono a noi, in che cosa si risolve il loro lavoro?
**n1 Tag Saif e Aisha