12 FEBBRAIO – E’ veramente così, al Bentegodi le partite non finiscono mai. Parole sante quelle pronunciate domenica pomeriggio da un euforico Andrea Mandorlini negli spogliatoi nel dopo partita. Non è, infatti, la prima volta che l’Hellas risolve partite nei minuti finali perché questa arte della rimonta è diventata un vero e proprio carattere saliente del dna scaligero, da quando sulla panchina gialloblù siede il tecnico di Ravenna. Sin dai tempi della serie B – mi vengono in mente le partite con Modena, Crotone e Brescia – fino ad arrivare a questo campionato – i match contro Parma ed Atalanta su tutti – il Verona è riuscito spesso a ribaltare situazioni intricate, accompagnato dall’incredibile forza d’urto che solo il pubblico del Bentegodi è in grado di regalare. E così è stato anche domenica dove contro i primi della classe, in una partita dove molti davano l’Hellas già per spacciato prima ancora di iniziare, i ragazzi in maglia gialloblù hanno compiuto una vera e propria impresa, regalando alla propria gente un emozione così forte e travolgente, che definirla incredibile sembra quasi riduttivo. Trascinati dal commovente incitamento di un Bentegodi strapieno e colorato di gialloblù – la cosa non è sfuggita nemmeno alle telecamere di Sky – Toni & compagni, sotto di due gol dopo soli venti minuti, non si sono mai dati per vinti, arrivando quasi allo scadere del tempo di recupero a completare una rimonta che al termine dei primi quarantacinque minuti pareva impossibile.
Come nella precedente vittoriosa trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo, anche domenica si è visto un Verona “double face”. Timoroso e contratto nel primo tempo, aggressivo e decisamente arrembante nella ripresa. L’uno-due firmato da Tevez in poco meno di venti minuti di gara ha sicuramente inciso negativamente sul morale dei gialloblù che per quasi l’intera prima frazione di gara non sono più riusciti ad imbastire un’azione degna di nota. Nell’intervallo è però sapientemente “sceso in campo” Mandorlini che guardando in faccia i suoi uomini li ha spronati come solo lui sa fare, consapevole che l’impresa era possibile. E visto quanto successo nel secondo tempo non possiamo che dargli ragione. Al rientro dagli spogliatoi si è vista infatti tutta un’altra partita con gli uomini di Conte sulla difensiva, quasi a voler conservare il doppio vantaggio e i gialloblù protesi all’attacco, pronti a lottare su ogni pallone. In mezzo a tutto questo, giusto per dare ancora più valore e merito alla prova degli scaligeri, l’arbitraggio decisamente discutibile di un mediocre Doveri che oltre ad aver sorvolato su due rigori – almeno uno dei due è sembrato quasi “solare” – ha diretto l’intera gara in maniera se vogliamo poco “casalinga”, applicando soventemente – ahimè contro le grandi è spesso così – due pesi e due misure. Ecco quindi che dopo la rete di Toni – giunto all’undicesimo sigillo stagionale – con il quale i gialloblù hanno riaperto la partita, è arrivato a “fil di sirena” l’incornata di Juanito Gomez – ancora una volta la mossa vincente di Mandorlini – che ha “messo in ghiaccio” un meritato pareggio, dal piacevole gusto di vera e propria impresa.
In chiusura a questa giornata di festa consentitemi un pensiero per Giovanni Martinelli che da lassù non ha sicuramente mai smesso di seguire i Suoi ragazzi.. Se viviamo giornate come queste, un pizzico di merito è anche suo… Non credete?
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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