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Al Cinema: Recensione "Quella casa nel bosco"

Creato il 19 maggio 2012 da Giuseppe Armellini
spoiler ragazzi, più di uno
Geniale.
Più che un nuovo punto 0 del cinema horror, vista la quasi impossibilità che produca cloni, è piuttosto un punto Z, un tentativo di tirare una riga in un genere che sempre più difficilmente riesce a proporre qualcosa di nuovo. E se è impossibile rinnovarsi, andare lostianamente avanti, allora forse non c'è niente di più geniale che analizzare "verticalmente" uno status quo ormai consolidato e riuscire a dare originalità e genialità al clichè.
E' come, per capirsi, se Quella casa nel bosco sia il non plus ultra del vero appassionato del terrore, è come se ci si fermi ad analizzare un genere e riuscire in modo incredibilmente creativo a capire che la creatività non c'è più.
E' una summa, è un Bignami, è un omaggio alla paura, agli archetipi, ai mostri, alle banalità e alla passione di un genere che, per chi lo ama, è semplicemente una droga.
E' come se Scary Movie si sia messo un abito da sera, si sia dato un tono, un contegno, abbia cercato di dare seriosità a un'anima che vorrebbe soltanto prendere in giro sè stessa.
E chi non riesce ad afferrare questo, non tanto la trama o la genialità dell'opera, ma l'operazione in sè che Quella casa nel bosco ha cercato di portare avanti, non potrà mai apprezzarlo come merita.
Se non si riesce a capire che la banalità dei personaggi è quella che il film ricerca (perchè allora le figure mitologiche finali? straordinario modo per far capire che non esistono personalità ma soltanto ruoli), se non si riesce a capire che tutte le vicende sono così scontate, viste e riviste, perchè è proprio quello che il film combatte, se non riusciamo a capire che tutto è uno scherzo, tutto un bluff, un gioco portato avanti da altri, come faremo a innamorarci di questo film?
Quella casa nel bosco è inattaccabile perchè tutti i difetti che possiamo attribuirgli sono gli stessi che il film combatte e vuole evidenziare. Furbo? Può darsi, ma scrivetela voi una sceneggiatura del genere, la penna è là.
Il gruppo di giovani pronto al massacro, la pompa di benzina col matto, la casa nel bosco,la botola, la cantina piena di oggetti orrorifici,gli zombie, i comportamenti insensati, il debole che diventa eroe, la final girl, tutto è scritto a tavolino ma la genialità dell'opera sta nel fatto che è sì scritto a tavolino ma non tanto dagli sceneggiatori dal di fuori ma da qualcuno DENTRO il film, un incredibile artificio diegetico che solo a pensarci mi alzo in piedi.
E che tutti i film horror che stiamo vedendo questi anni, mi riferisco ai teen horror, siano reali vicende determinate da un atavico contratto è qualcosa di quasi fastidioso per brillantezza.
Tutto è reso ancora più insolito e stra-ordinario dal fatto che il film combatta il clichè anche dove l'aveva completamente annientato. La cornice dell'opera infatti, ovviamente la sua componente più geniale, è mostrata sin dall'inizio, insomma niente colpo di scena alla My little eye (piccolo horror senz'altro ispiratore).
E il (non) finale che porta all'ultima strepitosa mezz'ora è roba da leccarsi i baffi.
L'ambaradan di mostri, il massacro, quella specie di implosione che il genere horror subisce nel proprio stomaco rimarrà per me indimenticabile.
Perchè il deflagrare di tutte le nostre paure primordiali, di tutti i mostri che la letteratura, la mitologia e il grande schermo ci hanno regalato, l'apertura del vaso di Pandora di 100 anni di cinema del terrore è qualcosa a cui un appassionato non può restare indifferente.
E il finale così cinico,apocalittico e assurdo, quella mano gigantesca che esce di fuori, beh,complimenti.
Complimenti perchè non c'è niente di più incredibile che dare originalità alla banalità.
Niente di più bello di vedere che la distruzione di un genere sia stata fatta da qualcuno che il genere lo ama profondamente.
Perchè distruggere qualcosa è sempre devastante ma a volte può essere un atto d'amore cui è difficile sfuggire.
E questo film è un atto d'amore.
Una carezza in un pugno.
(voto 8,5)

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