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Al Cinema: recensione "Stop the pounding heart"

Creato il 17 gennaio 2014 da Giuseppe Armellini
Il fatto è che questo tipo di cinema mica esiste più, quello dei documentari che si prendono il loro tempo,
stanno lì e raccontano senza sceneggiar nulla, che pensano che se quello che mostrano è interessante bene, se farà scappare la gente dalla sala bene lo stesso.
Anacronistico sì, con un anacronismo dell'anacronismo.
Il primo anacronismo è l'idea stessa che sta alla base del film-documentario (o documentario tout court? mica l'ho capito), quella appunto di un doc statico girato nel 2013, ma stiamo scherzando? noi andiamo di fretta, noi già il documentario ci sta sulle palle, se non ce lo filmizzi più che puoi, no dico, ma sei scemo?
Il secondo anacronismo è la stessa materia del film, il racconto di una famiglia texana che vive in un ranch sotto gli occhi di una sola persona, Dio. Che poi persona non è, a parte quando mandò suo Figlio qua da noi.
Una famiglia di millanta figli che alleva le capre e ci fa il latte, alleva le capre e ci fa il latte, spara a due barili e poi alleva le capre e ci fa il latte, poi legge due tre sermoni della Bibbia e poi alleva le capre e ci fa il latte.
Vicino a loro un altro ranch con due ragazzi che si allenano per il rodeo, poi si allenano per il rodeo e poi ogni tanto, ma solo ogni tanto, si allenano per il rodeo.
Minervini, regista di Casa Nostra trasferito negli States gira un documentario fuori dal tempo, in una famiglia timorata di Dio che va avanti da centinaia di anni allo stesso modo. E ogni giorno uguale all'altro.
I figli vengono indottrinati dalle parole della Bibbia, imparati del mestiere, impauriti del potere dell'amore e delle pulsioni, che quelle si sa , solo dopo sposati.
Che se il cuore pulsa troppo va fermato, va controllato, stop the pounding heart, mantieni il controllo, cerca la serenità interiore, affronta le tue battaglie e resta sempre con il Signore.
E servi l'Uomo (anzi, l'uomo, quello con la lettera minuscola, fatto di ossa e vene varicose) perchè è più facile essere sue serve che trovare la forza di farcela da soli.
Sì, o.k, ma Sara all'altro ranch ci è andata, l'ha visto quel bel ragazzo che si allena per il rodeo (fanno solo quello) e lei forse pensa che allevare le capre (fa solo quello) potrebbe anche non essere solo quello.
A Sara dei dubbi se l'unica vita e la felicità in terra siano solo quelle gli vengono. E' bruttina ma mica scema.
Film pieno di pregi e difetti, l'esaltazione della vita semplice ma anche l'ingiustizia di trovarsi isolati fuori dal mondo, l'importanza delle parole e degli insegnamenti ma anche quanto c'è di sbagliato in quelle parole e in quegli insegnamenti, la bellezza di due bimbi che saltano non sopra ma dentro delle pozzanghere e il sapere che forse faranno poco più di quello in vita loro.
E a livello cinematografico i due problemi principali sono il suo ripetersi continuamente, perchè se è vero che il ciclo della vita là è sempre lo stesso, nel cinema qualcosa deve pur succedere e l'altro problema è un'occasione mancata, una scena madre o un gesto padre tra Sara e quel ragazzo. Serviva una scintilla in più, una scintilla visibile anche da noi che avrebbe reso ancora più bella quella scena finale, di Sara in lacrime davanti ai suoi dubbi su cosa sia la vita mentre la mamma in un gesto insieme magnifico e terribile continua a indottrinarla di Verità.
Intanto poco prima era nato un altro bambino, rimasto in pancia tutto il film come ne L'uomo che verrà.
Ma questo uomo che verrà non troverà un cambiamento.
Troverà l'eternità della ripetizione.
( voto 7 )

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