Il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli continua la sua battaglia contro gli eccessi emotivi, l’impulsività, le esagerazioni di ogni genere, colpendo ancora una volta gli animalisti mostratisi a suo giudizio troppo accesi, nel rivendicare i diritti dell’orsa Daniza.
Perché? Ci sarà un motivo!
Un ministro del culto ha il dovere di fidelizzare i fedeli, offrire un messaggio sempre vivo, di vivacizzare il legame delle persone con la parrocchia e la chiesa parrocchiale tramite una scelta alternativa al variegato flusso emotivo cui i fedeli, come ogni persona, sono esposti.
Internet, Twitter in particolare, sono tempeste emotive, ma anche Facebook e tutti i social network con i loro sfoghi resi pubblici. Ecco il parroco proporre una via più serena e ragionevole.
I fedeli però sono cittadini italiani. Non hanno dovere d’obbedienza al parroco: la pratica e la morale cattolica dipendono da scelte personali. Quindi la parrocchia facilmente può perdere contro Twitter e le tendenze in voga.
Colpisce la tenacia del parroco a contrastare le tendenze eccessive, a opporsi a passioni del momento. È una forma di marketing o ars dicendi o retorica, come si diceva una volta, con tanto di volo pindarico dal funerale simbolico dell’orsa ai funerali mancati, ma dovuti, agli immigrati annegati in mare.
Una lotta agli eccessi legittima, che non può negare un dato di fatto: senza animali l’uomo sarà circondato da un deserto orrendo. Che sarebbe stata la vita senza il cane, il gatto, il maiale, la gallina, la rondine, il fuco, e quei grossi granchi che popolano i piani alti? Il problema poi sono gli squali umani, non l’orsa che rientrava nel progetto europeo da quattro milioni di euro, attivato fra 1996 e 2004 per ripopolare di orsi la zona. L’orso è bello, gli squali umani no.
Chissà che il parroco combatta costoro: sono molto più pericolosi.