Non è morta nel cinismo di chi, negli anni che seguirono, l'aveva già lasciata indietro come fosse una tappa come tante altre, non è morta a causa della mitopoiesi che l'aveva alimentata negli anni immediatamente successivi e che l'aveva poi resa inacessibile da chi non l'aveva vissuta, non è morta nemmeno a causa del tanto fango gettatole addosso.Genova 2001 nasce prima di luglio, Genova 2001 vedeva incontrarsi nei mesi precedenti rappresentanti di associazioni cattoliche, comunisti, anarchici, ambientalisti e persone comuni che volevano fare qualcosa assieme per cambiare il corso delle cose che gli anni '90 avevano dato, per farvi un esempio: mi ricordo d'aver provato a partecipare ad una riunione della rete Lilliput (Che fine ha fatto? E, soprattutto, che cazzo c'entravo io con la rete Lilliput? Ma in fondo in fondo era questa la forza di Genova 2011...) a Milano nel maggio (o era giugno?) di quell'anno ed essere rimasto fuori dal teatro dove si teneva con centinaia d'altre persone perchè il teatro stesso era stracolmo ed ero arrivato con "solo" un'ora di anticipo sull'apertura dei lavori.Genova 2001 subisce, al di là delle scaramucce mediatiche ad uso e consumo della propria notorietà dei Casarini di turno nei mesi precedenti, dalla repressione fisica e poi massmediatica un colpo praticamente mortale: si doveva costruire un altro mondo possibile, finimmo a parlare tutti di (dis)ordine pubblico.Genova 2001, vitale e presente in tutto il Paese fino all'inizio di luglio 2001, dopo quel colpo diventa un malato terminale che per restare in vita ha bisogno di una medicina e una sola: la Memoria.Non solo memoria sacrosanta e doverosa delle violenze ingiustificabili di uno Stato repressivo e fascista, ma anche memoria di ciò che ci portò lì, di ciò che interessava una moltitudine di persone: se la prima ancora oggi (con il corteo di ieri e il 20 luglio di ogni anno) è stata tutto sommato fatta, e sottolineo il "tutto sommato", la seconda è andata a farsi benedire, soprattutto come modo di viverla, cooperando, marciando uniti.Nelle lodevoli intenzioni degli organizzatori delle celebrazioni di questo decennale lungo un mese (30 giorni!) c'era la voglia di ripartire quello spirito, prendendo esempio dalle lotte come quelle dei referendum per l'acqua (primo errore, in quel caso ognuno ha marciato per i cavoli suoi, l'unico punto d'incontro da tutti condiviso è stato in cabina elettorale quando il 54% degli italiani ha votato SI, altrochè cooperare e marciare uniti), alla prova dei fatti hanno dovuto constatare che, al di là degli ultimi tre giorni dove era garantita la visibilità massmediatica, tutti si sono fatti allegramente i cazzi loro dimostrando di non crederci per un cazzo allo spirito di Genova 2001, a partire dai cittadini genovesi per primi.10.000 come dice la questura di Genova? Poco più di 10.000 come diceva l'Ansa alla partenza del corteo? Quindicimila come scrive l'Unità? 30.000 come diceva Bernocchi intorno alle 17.30 di sabato pomeriggio? 50.000 come dicono gli organizzatori al termine del corteo in una piazza Caricamento affollata?Chi sono questi 10, nessuno, 50mila cosiddetti "testimoni di Genova"? I disobba (nelle varie definizioni dal 2001 a oggi: centri sociali del nordest, Autonomi padani, Indiani padani, Tribù ribelli del nordest, Tute bianche in movimento, Disobbedienti, New global, Zapatisti, Invisibili, Senza volto, Resistenti, Pirati di global beach, Uniti contro la crisi, Uniti verso l'alternativa ecc., un nome all'anno diciamo, così, giusto per non annoiarsi mai...) con il solito Casarini, che si ritrovano negli ultimi tre giorni (su 30!!!!) al Porto Antico e mettono il naso fuori solo per farsi vedere in corteo? I Vendola che si posizionano dietro al primo striscione utile e non sproloquiano per una volta di compagni e amici?I Ferrero che esistono solo in giornate come questa e poi ancora?
Gli Agnoletto (esiste ancora!) che ancora due settimane fa credeva talmente nello spirito di questo mese genovese, che il sabato era dalle mie parti a presentare la sua ultima "fatica letteraria" casualmente in uscita in occasione del decennale (come ha fatto d'altronde il sopraccitato Casarini)? La CGIL (ma c'era?) che non c'era nel 2001, fra i promotori sin dall'inizio e che s'è ben guardata di farsi vedere con i propri iscritti prima dell'ultima settimana?I genitori di Carlo che, proprio nel corteo, sembravano aver voluto prendere le distanze da chiunque altro marciando davanti a tutti gli altri mano nella mano con la Bartesaghi del Comitato Verità e Giustizia e al giornalista aggredito alla Diaz Guadagnucci? Devo andare avanti? Il funerale di mio nonno fu logicamente molto meno partecipato, ma gli zombie, i parassiti e i non convinti se ne stettero a casa loro.
Di Genova 2001 resta Carlo e il ricordo delle nostre (nostre?) belle speranze, tutto il resto e soprattutto questa Genova, quella del 2011, per quel che mi riguarda è meglio dimenticarlo in fretta.