Magazine Diario personale

Al piano di sotto

Da Lacocchi @laCocchi
"L'arrivo a Melbourne è previsto tra quattro ore e venticinque minuti.""Ancora quattro ore e venticinque minuti? No, ma sul serio?"
Questo è quello che passava realmente nella mia testa mentre volavo sopra qualche parte sperduta dell'Oceano Indiano. Non resisterò lontana da casa, non ce la farò a sopravvivere agli insetti orrendi, non e se non piaccio ai suoceri. Niente di tutto ciò. Pensavo solamente a quanto ci si mette ad arrivare al piano di sotto del mondo.
Quando poi ho passato tutti i controlli del caso, che cos'hai in valigia, lo sai che se troviamo anche solo un Kit Kat europeo ti rimandiamo indietro, dove abiterai a Melbourne, lo sai che se non sai l'indirizzo ti rimandiamo indietro; solo a quel punto, trascinandomi dietro una valigia da 30 kg ripiena di canottierine e speranze, ho cominciato a capire che tra la mia amata, gelida ma pur sempre fedele Albion e la nuova, selvaggia e gigantesca Australia c'è un mondo intero  un briciolo di differenza.

A quanto pare l'acqua del water gira davvero al contrario, ma non è solo quello che mi ha destabilizzato i primi, diciamo 35 giorniQuella cosa che ho sentito dire molte volte, che "se vivi a Londra sei sempre e comunque in Europa", e che io ritenevo una colossale idiozia, si è rivelata in realtà molto vera. Perché Londra sarà una città con 13 milioni di abitanti, in cui le distanze sembrano incredibili, in cui tutto è diverso dalla tua piccola o grande cittadina italiana, ma ha in sé quell'essere europea che in qualche modo ti fa sentire a casa. Ecco, ora prendete quel sentimento di "sentirvi a casa" in una città straniera, frullatelo con il jet lag, con 10 ore di fuso orario, con l'accento australiano che si dimentica di pronunciare lettere in tutte le parole, con le dimensioni extra large di tutto quanto - distanze, strade, letti, case, macchine, caffè, colazioni- e capirete perché il primo mese in Australia vi sentirete come quando, se decidete di fare qualcosa di diverso, la gente usa quell'espressione "è come se dall'Europa andassi in Australia! Tutto diverso!" E' esattamente così. Sono esagerata? Vediamo di contestualizzare.Da brava ragazza di città, io scalza vado in giro solo nel mio bagno, in spiaggia, a casa mia. L'australiano va in giro scalzo ovunque. Porta con se le fedeli infradito che poi lascia in macchina e passeggia a piedini nudi. Scalzo al supermercato. Scalzo in strada. Scalzo nel recinto dei canguri con cacca ovunque. "Penso che girare scalzi ti riporti a contatto con la natura" mi hanno detto. Certo, bella la natura. Ma la cacca di canguro a piede nudo anche no.Da brava ragazza di città sono anche abituata a vivere in mezzo a tutti quei rumori tipicamente cittadini, in mezzo a gente che si spintona per salire sulla prima metro, in mezzo ai palazzi e alla mia amata giungla d'asfalto. Qui vivo sulla spiaggia. Che lo so che tutti vorremmo vivere su una spiaggia, e infatti mi sto abituando a questa cosa che apro la porta e tac, c'è l'oceano, non posso mica lamentarmi. Ma provate voi, dopo ventotto anni vissuti nell'asfalto, a stare in mezzo al nulla, a respirare aria buona e a non sentire nemmeno un'ambulanza, o un clacson, o il rumore dei taxi inglesi che mi faceva compagnia tutta la notte. La cosa è destabilizzante. Vi manca fino la puzza dello smog. E anche quei palazzi orrendi. Le distanze in questo paese sono un'altra questione che lascia noi europei un pelo straniti. Dunque l'altro giorno, nella mia infinita ricerca per un nuovo lavoro, ho risposto a questo annuncio che sembrava fantastico e diceva "a pochi minuti dalla città, nel cuore di Melbourne". Poi ho controllato su Google Maps. Il cuore di Melbourne era a quarantacinque minuti di distanza da questo posto. Magari posso andare in bici da casa mia, ho pensato. Sembra così vicino, secondo me saranno venti minuti. E infatti era vicino come due ore e trentacinque minuti di pedalata possono essere vicine.Ma non sono solo le distanze e la vita in mezzo alla natura che fanno la differenza. Gli australiani sono un popolo molto attivo: corrono, nuotano, fanno boxe, sfruttano al meglio il sole e il bel tempo. Proprio come gli inglesi, che sfruttano il bel tempo per dirigersi verso il pub.Gli australiani sono l'esatto opposto dei miei amici albionici: sorridenti, felici, per niente stressati, sempre rilassati. Per loro tutto andrà bene, e tutto si risolverà, e tutto è bello. "Come siete stressati voi europei, incredibile, dovreste rilassarvi." Capito?In pratica il primo mese in Australia mi è sembrato di essere stata catapultata in un mondo parallelo, dove sui soldi c'è sì la faccia felice della mia amica Regina Elisabetta e i quartieri hanno nomi già sentiti come Brighton, Chelsea e Bayswater; ma dove dell'Inghilterra non c'è niente. Se non la mia incapacità di capire le persone, che mi riporta indietro ai primi mesi a Londra, e mi ricorda quella volta che una al pub mi ha chiesto un gin tonic, e io le ho dato un te caldoO ai primi mesi a Edimburgo, e a quella volta che ho chiesto al tassista di portarmi nella strada cazzo, o Cockburn street.O all'altra sera ad una festa, quando tizio tutto sorridente mi ha indicato e ha detto "nice shirt", bella camicia, che con accento australiano suonava come "nice shit", bella merda. 

E io.
Io gli ho fatto il dito medio.

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