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Al posto sbagliato nel momento sbagliato

Creato il 13 ottobre 2010 da Blogsemiseriodimiriam


Ci sono dei giorni in cui ci si trova al posto sbagliato al momento sbagliato. Domenica scorsa è stato uno di questi. Sono dovuta andare al funerale della suocera della mia migliore amica. Una signora che ho visto una volta o due, che mi aveva anche invitato a cena, ma soprattutto per rispetto al marito della mia amica che considero come una sorella. Poi è da sottolineare, qui in Israele si offenderebbero a morte se non ci fossi andata. La solita fortuna, mio marito era in America così ci sono dovuta andare pure da sola.

Premetto che provengo da una compassatissima famiglia di atei/agnostici, e questi poverini sono sefarditi di origine egiziana e libica. Già prevedevo urla, strepiti e lacrime.

Chiamo il mio tassista preferito, e mi preparo al peggio. Qui in Israele purtroppo ero già stata al funerale di un compagno di università morto quando era stato richiamato nell’esercito, ma era russo………

posto sbagliato al momento sbagliato

Il tassista mi guarda quando ferma la macchina e mi chiede, “ma sei sicura?” – Io alzo il sopracciglio alle urla che si sentivano già all’entrata…….. e rispondo “Temo di sì, ma aspetta un attimo fosse il funerale sbagliato ……… “. Accertatami che fosse quello giusto mi faccio coraggio e scendo.

Non vedo la mia amica e neanche nessuno che conosco. Soltanto moltissima gente, di cui almeno la  metà urlanti e piangenti. Mi maledico mentalmente e cerco nel marasma qualche faccia nota. Finalmente vedo una cugina della mia amica, sudafricana ed allarmatissima che mi riconosce e praticamente mi corre quasi incontro. Oltre a essere una delle poche fra i presenti a parlare inglese ero anche una dei pochi a non dare in escandescenze.

Trovai la mia amica, il marito, e i familiari. Fortunatamente il funerale si concluse in fretta, con ulteriori svenimenti, urla e pianti.

Il finale, nonostante sappia i costumi locali, mi lasciò ancora più perplessa si sedettero tutti per terra e costrinsero tutti ad accalcarsi in un modo disordinato a porgere le condoglianze.

Insomma un delirio totale, mi scoppiò un’emicrania pulsante, fra il caldo e le urla e quando tornai a casa cercai di riflettere su quello che sfortunatamente avevo visto.

Nella mia famiglia di lutti ne collezioniamo, ed io essendo la minore me li prendo tutti, incluso quello del mio fratellastro, e non sono insensibile al dolore, ma  un funerale dove manca la compostezza anche minima mi è sembrato scioccante. Persone adulte che mostravano così pubblicamente il loro dolore non lo avevo mai visto, mi ha sinceramente imbarazzato, in quel momento ho visto tutta la differenza culturale di questa nuova nazione, ed ammetto mi ha lasciato perplessa.

Ora dovrei andare a passare nella loro casa per la Shiva (periodo di lutto) a differenza della nostra tradizione che stiamo in casa ma normalmente seduti, mi hanno detto che loro staranno seduti in terra e credo anche senza scarpe. Ammetto che il pensiero mi agita e l’ottima scusa che mio marito è ancora in America e torna proprio l’ultimo giorno mi scagiona a trovarmi in un altro esperimento antropologico. Non per cattiveria ma se mi piangono davanti, mi viene una crisi nervosa. Mi sono offerta di mandare  un ordine dal ristorante, cosa di cui sono esperta, chiamando la mia amica ed offrendo aiuto al bisogno. Alla fine il marito non mi è cosi vicino e spero di essermi salvata da un ennesimo imbarazzo.

Condannatemi pure ma sfido chiunque a trovarsi catapultato in un’altra cultura nei momenti peggiori, io in questo caso ho scelto un’igienica fuga.

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This entry was posted on ottobre 13, 2010, 7:41 am and is filed under Diario, Riflessioni, Satira, Storie di Vita Vissuta, Umorismo, Varie. You can follow any responses to this entry through RSS 2.0. Puoi lasciare una risposta, o mandare un trackback dal tuo sito.


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