Da Ilary Blasi a Jimmy Ghione di “Striscia la notizia”, da Roberto Maroni a Pif e Vittorio Sgarbi. Ma anche i ministri Gianluca Galletti e Stefania Giannini. Sono tanti i vip del mondo dello spettacolo e i politici, che hanno firmato la petizione per far diventare la vera pizza napoletana patrimonio dell’Unesco.
(lacambusavarese.com)
La petizione per rendere la pizza patrimonio dell’Unesco. La classica margherita, “uno dei prodotti gastronomici più conosciuti al mondo e uno dei più importanti simboli del Belpaese, merita questo prestigioso riconoscimento, anche per i tanti posti di lavoro che assicura il settore”, dice Alfonso Pecoraro Scanio, l’ex ministro delle Politiche Agricole del governo Amato, promotore dell’iniziativa che ha già raggiunto quota 80mila firme, raccolte sulla piattaforma web change.org; dalla Coldiretti nei mercati di campagna Amica e in molte pizzerie, in Italia e all’estero.
La candidatura della pizza come patrimonio dell’Unesco. Nel 2011 era stata presentata una pratica alla sede centrale di Parigi di inserire “l’arte della pizza” nella “lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, ma poi tutto si è arenato. L’obiettivo, ora, è ottenere che nel marzo prossimo finalmente l’Italia candidi l’arte della pizza, così fin dal 2016 si potrebbe ottenere la decisione internazionale. Per il metodo di lavorazione e per gli ingredienti tradizionali è “certamente un prodotto salutare e tipicamente mediterraneo”, spiega l’ex leader dei Verdi, che nel 2000, da ministro avviò le procedure per il riconoscimento da parte della Ue della pizza come specialità tradizionale garantita (STG). E dopo anni, nel 2010, arrivò il riconoscimento. Il 19 dicembre le prime 80mila firme della petizione saranno presentate a Napoli, in una conferenza stampa nella pizzeria “Rosso Pomodoro” di via Partenope.
Nata a Napoli nel 1889, dall’estro del pizzaiolo napoletano Raffaele Esposito, il “lievito” fu creato in occasione della visita alla città della regina Margherita, allora sovrana d’Italia insieme al Re Umberto I. Esposito creò per quell’evento tre pizze molto diverse tra loro, ma la regina apprezzò particolarmente quella più semplice, con la mozzarella (fior di latte e non di bufala), il pomodoro passato, olio e foglie di basilico. (ADNKRONOS)