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Al via oggi le “Cinque Giornate di Milano” di protesta anti-Expo. Aumenta l’allerta degli apparati di sicurezza

Creato il 29 aprile 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

A due giorni dall’inaugurazione di “Expo Milano 2015″, non solo gli jihadisti sono in cima alle preoccupazioni degli apparati di prevenzione. In questi giorni, infatti, ci sarà anche una grande mobilitazione anti-Expo, ribattezzata richiamando il precedente storico delle Cinque Giornate di Milano: oggi sfileranno i centri sociali e i collettivi autonomi, domani sarà la volta degli studenti, per poi arrivare al “MayDay”, la grande manifestazione in programma il 1 maggio, e poi ancora altri due giorni di mobilitazione, fino a domenica. Ieri a Milano, nel corso di un blitz di prevenzione dell’ordine pubblico effettuato dalla Polizia in vista delle manifestazioni “No Expo” previste per l’1 maggio, sono state scoperte in alcuni appartamenti occupati mazze ferrate, bombe molotov e maschere antigas. Il bilancio è di 25 attivisti No Expo (6 italiani e 19 tra francesi e tedeschi) denunciati, mentre uno, tedesco, è stato arrestato.

(noexpo.org)

(noexpo.org)

Tanto basta per far alzare al massimo livello l’attenzione degli apparati di sicurezza e dell’intelligence in vista dell’inaugurazione di Expo. I cortei, secondo fonti qualificate di sicurezza pubblica, “potrebbero avere un’impronta antagonista forte, in considerazione dell’importanza dell’evento e della copertura mediatica globale assicurata dagli organi di informazione di tutto il mondo”. In questo senso, sono state captate “progettualità specifiche volte ad inficiare in qualche modo” la prova di efficienza che il sistema-Italia vuole dare all’esterno con l’organizzazione dell’evento. Sotto il profilo della minaccia terroristica, “naturalmente nessun segnale viene sottovalutato”, dato anche il carattere mondiale della manifestazione, ma al momento non si registrano minacce specifiche ed anche le recenti “cartoline” fatte circolare sul web con immagini di Roma e Milano e la scritta “siamo nelle vostre strade” vengono considerate “iniziative propagandistiche volte unicamente a creare un clima di tensione”.

Il “carattere global” di Expo potrebbe “unire” le frangie antagoniste. Proprio “il carattere global” di una manifestazione che si propone come esposizione universale “potrebbe finire per costituire un obiettivo privilegiato per tutte le frange antagoniste che si ispirano alla lotta alla globalizzazione in campo economico, lavorativo e sociale”, rilevano le fonti. Tutte le eccellenze investigative nel contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo sono state mobilitate e altre forze fresche saranno inviate proprio in questi giorni (con qualche mugugno del sindacato di polizia Sap per lo spostamento temporaneo di investigatori da Roma a Milano).

Il sito dell’Expo è stato diviso in un’ottantina di zone, ognuna con un responsabile di sicurezza assegnato. Lo schieramento sarà imponente: in tutto più di 2.500 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, mille militari delle varie forze armate, 750 vigilantes privati. E, a vegliare dall’alto, droni in servizio 24 ore su 24. Tutta l’area, del resto, vivrà costantemente sotto l’occhio vigile delle telecamere – circa 2.500 in totale, di cui 500 fisse sulla zona espositiva e le altre dislocate in città -, mentre di notte la sorveglianza sarà affidata a centinaia di militari di pattuglia lungo il perimetro dell’Expo, protetto da una recinzione alta tre metri. Diverse centinaia di operatori delle varie forze armate continueranno poi a sorvegliare gli obiettivi sensibili a rischio di attentato terroristico nel quadro dell’operazione “Strade Sicure”.

Attenzione molto alta anche per quanto accadrà Parco di Trenno, dove si inaugurerà il campeggio internazionale No Expo, destinato ad accogliere per alcuni giorni tutti i manifestanti non residenti nell’area di Milano. Dato il carattere della manifestazione, “un ruolo potrebbero svolgerlo le componenti anarco-ambientaliste intenzionate ad attuare azioni di disturbo e di sabotaggio in chiave ecologista e no global”, comprese quelle contro obiettivi economici e reti energetiche.

Vengono effettuati in questi giorni attenti monitoraggi sull’arrivo a Milano di militanti dall’Italia e dall’estero (soprattutto da Francia, Germania, Grecia, ma anche dal Sudamerica), nell’eventualità di azioni comuni con gli esponenti dei centri sociali dell’area milanese da attuare in occasione della mobilitazione dei prossimi giorni. Occhi puntati anche sulle frange più estreme del movimento “No-Tav” che potrebbero “organizzare” la protesta dai cantieri della Val di Susa alla Lombardia, approfittando dei riflettori puntati su Milano.

Anche la prima della Turandot alla Scala sotto i riflettori della sicurezza. Tra gli appuntamenti dalla grande rilevanza mediatica sotto i riflettori degli apparati della sicurezza, anche la prima della Turandot alla Scala, nella serata di venerdì, proprio in concomitanza con l’inaugurazione di Expo 2015. Non è escluso infatti che l’evento possa finire per essere ‘teatro’ prescelto per eventuali azioni dimostrative.

Il carattere internazionale dell’Expo è un altro aspetto che apparati di sicurezza e di intelligence tengono in considerazione. Non si può infatti escludere l’intenzione di mettere in atto iniziative nei riguardi delle rappresentanze dei Paesi espositori, a cominciare da Israele. In questo senso, quanto accaduto il 25 aprile scorso a Milano con la contestazione della Brigata Ebraica da parte di un gruppo di antagonisti filopalestinesi vicini ai centri sociali, in occasione delle celebrazioni del 70mo anniversario della Liberazione, “costituisce un precedente specifico che verrà tenuto nella doverosa considerazione”.

La “Cinque Giornate” della Milano “No Expo”. “350 persone provenienti da tutta Italia – si legge nel comunicato sul sito dei “No Expo” – hanno alimentato l’assemblea nazionale No Expo di sabato 11 aprile. A pochi giorni dall’apertura dei cancelli dell’infausto grande evento, tanti e diversi soggetti, che in tutta la penisola ogni giorno alimentano lotte e resistenze contro il modello di vita e sviluppo che in Expo si rappresenta, si sono incontrati ancora una volta. Precari, studenti, contadini, lavoratori, sindacati di base, collettivi, centri sociali, produttori e movimenti ecologisti hanno individuato nella “cinque giornate di Milano” un momento centrale per una lotta comune nella costruzione di territori, città e di un mondo diverso. Da oggi, 29 aprile al 3 maggio, prima, durante e dopo l’inaugurazione di Expo, Milano sarà laboratorio sociale di resistenze e alternative. Storie diverse provenienti da luoghi differenti si uniranno in una sola opposizione, gioiosa, potente ed arrabbiata, ad un’idea di saccheggio e devastazione ben rappresentata dal progetto Expo, dal sistema che promuove e di cui si fa portatore oltre i 6 mesi dell’evento: debito per tutti e tutte, colate di cementificazione e precarietà quotidiana per ricattare il presente ed ipotecare il futuro. La forza e il miscuglio di intelligenze offensive, che in questi cinque giorni invaderanno Milano, obbligheranno gli organi d’informazione, oggi impegnati nella demonizzazione del percorso No Expo, a parlare della potenza dei contenuti della protesta e della moltitudine che scenderà per le strade. La città vetrina che vogliono mostrare è una città buona per pochissimi, è una città che cancella diritti, possibilità e futuri. La città secondo Expo è la città che vorrebbero replicare ovunque, riproducendo dominio e sfruttamento in ogni luogo e su ogni essere. Alla vetrina preferiamo gli angoli nascosti e reali, le periferie e le esperienze di lotta, le diversità e le vite che si nascondono dietro le immagini patinate con cui si cerca di imbellettare la realtà di crisi e di fatica che tutte e tutti viviamo ogni giorno. Apriamo allora questa città, per cinque giorni che altro non sono che i primi cinque giorni di contrasto ad Expo iniziato. Cinque giorni – continua il comunicato ‘No Expo’ – che vogliamo attraversati dal maggior numero possibile di persone, che costruiscano un corteo partecipato e di massa, che renda visibili le ragioni della nostra opposizione al modello Expo e che sappia parlare con gli strati popolari di questa città. Cinque giorni che seguono anni di lotta e denuncia sociale. Cinque giorni che precedono l’alterexpo, ovvero i nostri sei mesi di opposizione al grande evento. Se i sei mesi di Expo significheranno per istituzioni e media confermare vane promesse, per noi saranno il periodo per sedimentare le anomale reti ricompositive che stiamo sperimentando per fortificare i percorsi contro il Jobs Act, per il diritto all’abitare, per i diritti ed il riconoscimento delle libertà sessuali e dei generi, per la difesa dei territori da eventi e opere grandi, piccole, medie che altro non sono che atti predatori di spazi, ricchezze, beni comuni, diritti, agibilità e risorse per tutti. Non solo in Italia. Il nostro No Expo – conclude la nota stampa ‘No Expo’ – è un percorso di senso che non si esaurirà con le giornate dal 29 aprile al 3 maggio, e che certamente non finirà il primo novembre. È, e sarà sempre, complice e solidale con le lotte No Tav che dalla Val di Susa a Brescia, passando per l’alessandrino e il territorio ligure, mostrano la dignità delle popolazioni locali contro un’opera inutile, così come è vicina a tutti i piccoli e grandi movimenti di resistenza alle grandi opere inutili ed imposte. È, e sarà sempre, dalla parte degli antifascisti che difendono la memoria ed il territorio dall’ignobile ideologia fascista, che in tempi di crisi lucra sulle difficoltà quotidiane per farsi spazio”.


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