Registrate tra il 1956 e il 1960 per l'allora nascente televisione, le commedie di Govi rimangono tra i gioielli del Teatro dialettale italiano: per oltre mezzo secolo hanno fatto conoscere in Italia, e non solo, il dialetto ostico della terra di Liguria, rendendolo comprensibile con un abile lavoro di italianizzazione che pur lascia intatto il sapore e colore del vernacolo.
L'ingegner Gildo Peragallo, protagonista della prima commedia, è uno dei personaggi prediletti da Govi: per lui le bugie, che definisce “invenzioni”, sono il sale della vita. Non sa resistere al fascino delle sue "spiritose invenzioni", e l'arrivo del fidato amico Tagliavacche gli dà modo di creare un vorticoso turbine di fantasie e situazioni, che coinvolge tutti quelli che gli stanno intorno. Per Gildo Peragallo "basta che una cosa sia detta un paio di volte per diventare vera" e, possibilmente, correggere ingiustizie e squilibri dell'esistenza. Un personaggio originale, costretto dalla vita a funambolismi di ogni genere, compresa la corte alla padrona della pensione per ottenere un trattamento privilegiato, eliminando gli altri pretendenti.
Registrato il 10 luglio 1960 al Teatro Augustus di Genova, lo spettacolo vede protagonisti Gilberto Govi, Rina Govi, Luigi Dameri e Pinuccia Galimberti. La regia teatrale è dello stesso Govi, mentre quella televisiva è di Vittorio Brignole.