( 10 Agosto 1894, New York City-16 Luglio 1936, Los Angeles)
Il cinema deve molto ad Alan Crosland, nome che ai più non dirà sicuramente nulla, ma questo giornalista, attore e regista statunitense, proveniente da una facoltosa famiglia, è stato il primo, nella storia della settima arte, a dirigere film con accompagnamento sonoro sincronizzato.
Muove i primi passi nel cinema all’età di quindici anni e vanterà una vastissima filmografia, cominciata nel 1916, lavorando con star difficili come Lionel Barrymore e John Barrymore, e conteso da diverse case di produzione. Firma contratti con le più importanti produzioni come la Goldwyn-Cosmopolitan, la Paramount Pictures, Warner Brothers e la MGM; tuttavia la Warner a quel tempo non aveva il prestigio che avrebbe conquistato successivamente e uno dei fratelli produttori individua nel sonora una grande opportunità per lanciarsi alla grande. Cosi viene scritturato Crosland, noto all’ambiente soprattutto per la sua capacità di dirigere attori non propriamente collaborativi e disponibili; nasce cosi il film storico/avventuroso che apre la strada al sonoro,“Don Giovanni e Lucrezia Borgia” (1926) che ha un buon successo presso il pubblico. Visto l’esito più che soddisfacente l’ambiziosa Warner decide di puntare su un’altra pellicola “Il cantante di jazz” interpretato da Al Jolson nel ruolo di un ragazzo ebreo che non vuole cantare in Sinagoga, sconvolgendo la tradizione della sua famiglia. Il ragazzo infatti ama il jazz e sogna di intraprendere la carriera di cantante, nonostante sia fortemente ostacolato dal padre; lascerà la sua casa per intraprendere la sua strada…
Può sembrare strano definire questo film “parlato”, in quanto è per buona parte muto e accompagnato da didascalie, a parte le canzoni musicate e cantante, ma per quell’epoca rappresentava una vera rivoluzione, soprattutto il jazz che sarebbe diventato la colonna sonora di molti altri film. Dal punto di vista contenutistico, “Il cantante di jazz” conta sugli stereotipi di quel periodo: gli uomini i colore visti come personaggi grotteschi e con le labbra dipinte di bianco per far risaltare il colore nero. Non si può non citare la prima frase parlata nella storia del cinema: “Aspettate un momento, aspettate un momento, non avete ancora sentito niente” inserita all’interno di una trama esile che però contribui’, grazie al grande successo presso il botteghino, alla salvezza della Warner che ricevette anche dall’Academy un Premio speciale «per aver prodotto il pioneristico ed eccezionale primo film sonoro, che ha rivoluzionato l’industria cinematografica».
Nonostante l’innovazione il film migliore di Crosland è ancora oggi considerato “Il poeta vagabondo” (1927) con Barrymore, basato sulla vita del poeta “maledetto” francese del XV secolo François Villon, autore di poesie non facilmente comprensibili per lingua e contenuto. Il successo avuto con “Il cantante di jazz” purtroppo non si ripete con i successivi film come “Su il sipario”, suo grande fiasco; nel 1930 si sposa per la terza volta con l’attrice Natalie Moorhead, sei anni dopo Alan Crosland è vittima di un incidente automobilistico lungo il celebre Sunset Boulevard, muori pochi giorni dopo a soli 42 anni.
di Annalina Grasso per Oggialcinema.net