Il primo ministro albanese, Edi Rama, ha rotto oggi il lungo silenzio del governo di Tirana riguardo alle politiche russe, definendole “un’assoluta minaccia per l’Europa. Una strategia priva di controllo che ha preso il via con l’annessione della Crimea ed alla quale l’Europa deve rispondere”.
Dichiarazioni dure, rilasciate in occasione di una conferenza stampa in seguito ad una sua visita a Stuttgart, in Germania, seguite ad periodo di silenzio che faceva pensare ad un tentativo di mantenere Tirana in una posizione equidistante tra i due blocchi, limitando dei possibili danni; dopo un’iniziale interruzione delle importazioni dei prodotti alimentari albanesi, sospettati di provenire dall’Europa che, nel tentativo di eludere l’embargo, li rivendesse tramite i mercati balcanici, il Cremlino aveva ristabilito i commerci con il paese, migliorando apparentemente anche i rapporti diplomatici.
Rama ha però oggi parlato delle politiche espansionistiche russe nella penisola balcanica, soprattutto in Grecia ed in Serbia, esortando l’Unione Europea, benché divisa, a lanciare una politica di annessione di quegli stati che rischiano di cadere sotto l’influenza di Mosca.
Questo improvviso schieramento su posizioni filo occidentali del governo albanese è probabilmente anche una mossa tattica di Rama, alla guida di un paese che sta compiendo enormi sforzi per entrare nell’Ue, per cercare di guadagnare punti con Bruxelles, nel tentativo di facilitare a Tirana un lavoro che, per soddisfare i requisiti posti per un’effettiva integrazione nella Comunità Europea, si preannuncia molto lungo e faticoso.
da Notizie Geopolitiche