Il progetto Tap (Trans Adriatic Pipeline) ha ricevuto il via libera del Consiglio nazionale del Territorio (Kkt), organo del governo albanese presieduto dal Primo Ministro Edi Rama, il quale ha dato l’assenso per l’inizio della prima fase dei lavori di realizzazione dell’impianto che contribuirà a portare il gas azero in Europa; il progetto, al quale prenderanno parte le principali compagnie petrolifere del globo, dovrebbe prendere
il via nel 2015.
Per far fronte alla presenza di un impianto strategico così importante, il governo di Tirana ha varato un piano su vasta scala per la modernizzazione delle infrastrutture e che riguarderà principalmente la rete viaria.
Il gasdotto comincerà al confine tra Grecia e Turchia, a Kipoi, raccordandosi con il Tanap, il Trans Anatolian Pipeline, attraversando il nord della penisola ellenica e l’Albania per giungere poi a San Foca (Lecce), in Puglia, attraversando il mar Adriatico; la lunghezza complessiva dell’impianto sarà approssimativamente di 870km (550km in Grecia, 210km in Albania, 105km offshore nell’Adriatico, 5km in Italia ) raggiungendo quote di 1800m sulle montagne albanesi ed 810m di profondità nelle acque del mar Adriatico[1].
Il Tap è solo una parte del colossale impianto che attraverserà la Turchia e l’intero continente europeo e che convoglierà il gas dal giacimento di Shah Deniz II, situato nei fondali azerbaigiani del mar Caspio e contenente 1200miliardi di metri cubi di gas naturale, di proprietà al 25,5% di Bp, per un altro 25,5% della norvegese Statoil, 10% dell’azera Socar, 10% della francese Total, 10% della russa Lukoil, 10% dell’iraniana Nioc e per il rimanente 9% della turca Tpao [2]; le prime quattro di queste sono le stesse compagnie che parteciperanno alla costruzione del Tap (20% Bp, 20% Statoil, 20% Socar, 10% Total), a cui si aggiungono la belga Fluxys (16%), la tedesca E.On (9%) e la svizzera Axpo(5%) [3].
L’intero progetto è realizzato al fine di trasportare, quando l’impianto sarà a pieno regime, dal Caucaso verso l’Europa occidentale all’incirca 20mld di metri cubi di gas naturale all’anno, in un’ottica di una maggiore sicurezza energetica del Vecchio continente che, in un momento di grande l’instabilità dell’intera area nordafricana e mediorientale, alla quale si aggiunge la fragilità dei rapporti con la Russia, è più che mai indispensabile.
[1] http://www.trans-adriatic-pipeline.com/it/progetto-tap/caratteristiche-principali/dati-tecnici/
[2] http://en.wikipedia.org/wiki/Shah_Deniz_gas_field
[3] http://www.trans-adriatic-pipeline.com/it/chi-siamo/gli-azionisti/