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Albert Camus, Pisa

Da Paolorossi

Stanchezza e voglia di lacrime. Solitudine e sete d'amare.

Pisa, finalmente, viva e austera, coi suoi palazzi verdi e gialli, le sue cupole e, lungo l'Arno severo, la sua grazia. Come è nobile il suo rifiutarsi.

Città pudica e sensibile. E così vicina a me di notte nelle strade deserte...che passeggiandovi solo, la mia voglia di lacrime finalmente si sfoga. Qualcosa di aperto in me incomincia a cicatrizzarsi.

[...]

Pisa e gli uomini sdraiati davanti al Duomo. Il Camposanto, le sue linee rette, i cipressi a ogni angolo. Si capiscono le discordie del Quattrocento e del Cinquecento.

Qui ogni città conta, col suo volto e la sua verità profonda. Non esiste vita che non sia quella di cui lungo l'Arno i miei passi ritmavano la solitudine.

( Albert Camus, Taccuini 1935-1942 )

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